2021-08-12
Dal ring al set, ora i wrestler mettono al tappeto il botteghino
Lottatori star nei primi anni Duemila, The Rock, Cena e Bautista si sono riciclati con ironia. E così tra i film estivi dominano loro.Il primo ha avuto i baffi biondi e la pelle arancione, di un arancione tendente al bronzo. Hulk Hogan, di professione wrestler, si è dato alla recitazione nel 1982, quando, su esplicita richiesta di Sylvester Stallone ha preso parte a Rocky III. Allora, non ha dovuto inventare granché. E nemmeno è dovuto cambiare. I capelli sciolti sulle spalle, il costumino bianco, striminzito, e il pizzetto, chiaro quanto i capelli: Hogan, nella pellicola diretta da Sly, ha mantenuti intatti i propri tratti peculiari, pugile sul set come nella vita. Quel rapido cambiamento di professione, più che una scelta ponderata, è parso all'epoca un vezzo. Il divertissement di un re, che al Madison Square Garden ha preferito per un solo giorno l'occhio ammiccante della telecamera. Hogan avrebbe dovuto fare ritorno al wrestling, ma uno scandalo - il doping con steroidi - lo ha costretto a ripiegare sulla recitazione. Con una certa veemenza, pure. Quel che ne è seguita è una carriera di pochi alti e molti bassi, dove il wrestling ha saputo riequilibrare i tragici flop del cinema. Il gigante biondo con le palle ambrata non è stato un grande attore, e tanto rumore hanno fatto i suoi insuccessi da spingere qualche produttore avaro a pretendere un rimborso pecuniario. Che, alla luce di quanto sarebbe poi accaduto, avrebbe potuto essere stanziato pro bono, per servire la «causa»: quella dei wrestler partiti per Hollywood. Come Hogan nel 1982, così hanno fatto colleghi più giovani, diventati garanzia di una fortuna che non conosce rivali. Dwayne Johnson, il The Rock del quadrato, è da tempo l'attore più redditizio dell'intera industria cinematografica. Forbes, nelle classifiche aggiornate al 2020, lo ha eletto il più pagato fra gli interpreti maschili, con un patrimonio stimato da TheRichest.com di 320 milioni di dollari. Come, perché, nessuno è in grado di stabilirlo con certezza. The Rock, la cui sempiterna visibilità è ora minacciata dall'astro nascente di John Cena, non ha mai ottenuto il plauso della critica. Eppure, è stato in grado di fare breccia nel cuore del pubblico, forte soltanto di un approccio al mestiere umile e semplice. Dwayne Johnson è quello dei film tutti azione, dove la trama non ha un ruolo di rilievo, fagocitata com'è dai grandi effetti speciali. È l'uomo dei blockbuster, del cinema di massa, che tanto male si dice abbia fatto alle produzioni d'autore. L'ex wrestler, 50 anni il prossimo maggio, è Fast & Furious, Jungle Cruise, oggi su Disney. È il contrario di ogni pretesa intellettuale, ma lo è con contegno e fierezza. Doti, queste, di cui ha saputo far tesoro e mostra anche John Cena, passato come The Rock dal ring al set. Il wrestler, che in passato ha tentato anche di farsi largo nell'industria musicale rap, si è reinventato attore nel 2006, cinque anni dopo aver assistito all'esordio cinematografico di Johnson. Allora, come per Hogan, il successo non è stato granché. Cena, che sul ring era solito passarsi la mano davanti al viso, velocemente, come a dire ai propri avversari che manco avrebbero potuto vederlo, sembrava destinato ad una carriera (attoriale) mediocre. Invece, nel secondo agosto post Covid-19, ha trovato un'inaspettata strada per il riscatto. A 44 anni, è stato scelto quest'estate come protagonista di tre film, uno dei quali è preludio di altri - e più grossi - progetti. James Gunn, regista del Suicide Squad in sala dal 5 agosto, ha deciso di affibbiargli la parte di Peacemaker nella saga dedicata agli antieroi della Dc Comics. Il ruolo, nel film, non occupa grande spazio. Ma è necessario che il pubblico si abitui ad identificare l'ex wrestler con Peacemaker, perché nell'anno a venire la simbiosi tra i due verrà suggellata da una serie televisiva: otto episodi dedicati interamente al pacifista dei fumetti. Cena, dunque, tornerà nella parte, non prima di aver esordito al cinema con Fast & Furious 9, il 18 agosto. Nella pellicola, ultima di una saga che ha incassato oltre cinque miliardi di dollari nel mondo, l'americano è il fratello minore di uno fra i personaggi storici, il Dom Toretto di Vin Diesel. Cosa possa portargli il ruolo, ancora, non è stato esplicitato. Ma il solo fatto di essere stato scelto per figurare nel film, tra i più redditizi della storia del cinema, basta a riscattare una carriera attoriale che si credeva non fortunata. «Pensavo di aver finito dopo tutti quei brutti film», ha ammesso Cena in una recente intervista, dicendosi grato di un successo che, il 27 agosto, lo porterà su Star (Disney+) con Gli amici delle vacanze, incaricato di precedere di poco la consacrazione di un altro ex wrestler. Dave Bautista, altra star di scazzottate secondo copione a settembre, sarà a Venezia come co-protagonista del remake di Dune, diretto da Denis Villeneuve. E così chiuderà un'estate particolare, in cui i wrestler - cui la recitazione è insegnata sul ring, dov'è lo spettacolo ad essere venduto prima della performance atletica - sono stati assoluti mattatori.