2023-04-19
Cina convitato di pietra al prossimo voto Ue
Ursula von der Leyen (Getty Images)
All’Europarlamento Ursula Von der Leyen ha promosso la terza via nei rapporti con Pechino per barcamenarsi fra l’apertura di Emmanuel Macron e la chiusura di Josep Borrell. Xi Jinping ne approfitta e punta sul «divide et impera» per condizionare lo scenario che uscirà dalle elezioni 2024.Il ministro della Difesa cinese Li Shangfu si è congratulato con il presidente russo Vladimir Putin per «aver promosso la pace nel mondo», durante l’incontro avuto domenica al Cremlino. Lo si vede in un breve video di 17 secondi postato ieri sulla piattaforma di clip della società cinese Netease. Nelle battute iniziali della riunione, Shangfu legge un breve testo introduttivo rendendo i suoi «più sinceri rispetti» al leader russo e sottolineando le cordiali relazioni tra i due Paesi a più di un anno dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. A poche ore da queste surreali dichiarazioni, ieri a Strasburgo si è tenuta la sessione plenaria del Parlamento europeo sui rapporti tra Bruxelles e Pechino. Il tono dibattito - cui hanno partecipato anche il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Josep Borrell - conferma la sensazione che la Cina sarà il convitato di pietra nel prossimo giro di nomine al vertice delle istituzioni del Vecchio continente. E che le posizioni su quali relazioni tenere con il Dragone e con gli Usa animeranno la formazione politica del prossimo governo della Ue nel 2024. Tra gli equilibrismi diplomatici della Von der Leyen, la linea filoatlantica di Borrell e quella più ambigua dell’«autonomia strategica» invocata da Emmanuel Macron. L’idea di fondo è che occorra evitare una guerra fredda tra Ovest ed Estremo Oriente. Ma dopo il reshoring e il «franshoring» macroniano, il nuovo mantra di Bruxelles è il derisking. «Lo status internazionale ed economico della Cina, così come il nostro interesse, rendono per l’Europa la cosa più importante gestire le sue relazioni con la Cina. Abbandonarle non è chiaramente una via sostenibile, desiderabile o praticabile. C’è un chiaro bisogno per l’Europa di lavorare verso l’eliminazione dei rischi. Quindi, derisking, ma non abbandono delle relazioni», ha detto la von der Leyen che sempre ieri ha incassato il via libera delle istituzioni Ue al Chips act, il piano presentato dalla Commissione nel febbraio del 2022 per raddoppiare la quota di mercato nei semiconduttori del Vecchio continente dal 10% al 20% entro il 2030. La Von der Leyen ha poi lasciato intendere tra le righe che Macron, con le dichiarazioni rilasciate sul volo di ritorno dalla sua trasferta cinese, è caduto nella trappola del divide et impera spinto da Pechino. «Una forte politica europea della Cina si basa su un forte coordinamento tra gli Stati membri e le istituzioni della Ue e sulla volontà di evitare tattiche di divisione e conquista», ha detto agli eurodeputati. Più diretto è stato l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. «Le nostre relazioni con la Cina non possono svilupparsi normalmente se la Cina non usa la sua influenza nei confronti della Russia per far sì che ritiri le truppe dall’Ucraina e ponga fine alla guerra. Qualsiasi neutralità che non distingua tra aggressore e aggredito significa mettersi dal lato dell’aggressore», ha detto. Quanto a Macron, «quando il presidente francese dice al presidente Xi che spera che lo aiuti a far ragionare Putin, sembra che il presidente cinese non ritenga che Putin abbia perso il senno della ragione bensì che abbia ragione. E molti la pensano come lui, come Lula che ha coltivato la stessa ambiguità strategica della Cina». Il più netto è stato però il presidente e capogruppo al Parlamento europeo del Ppe, Manfred Weber: «Macron ha detto che l’Europa non può essere coinvolta nel conflitto tra Cina e Taiwan, per me questa è una affermazione sciocca. Per l’economia europea, Taiwan è essenziale dato che il 90% dei nostri semiconduttori vengono prodotti a Taiwan e Taiwan in questa regione rappresenta la libertà e la democrazia: chi attacca Taiwan vuole distruggere l’essenza democratica». Nel frattempo, secondo l’agenzia Bloomberg, Macron ha incaricato il suo consigliere per la politica estera Emmanuel Bonne di collaborare con l’alto diplomatico cinese Wang Yi per stabilire un piano che potrebbe essere usato come base per futuri negoziati tra Mosca e Kiev. Un funzionario dell’Eliseo ha confermato l’indiscrezione aggiungendo che gli alleati della Francia sono stati informati di qualsiasi iniziativa francese. Non è però chiaro se, oltre che informati, sono anche pronti a sostenere la strategia di Parigi. E a Berlino cosa dicono? Per il cancelliere tedesco Olaf Scholz non ci sono posizioni differenti tra la Germania e la Francia o l’Unione europea riguardo alla politica con Pechino nei confronti della questione di Taiwan. «Stiamo perseguendo una politica di una sola Cina e allo stesso tempo stiamo affermando molto chiaramente che non dovrebbe esserci alcun cambiamento violento rispetto all’attuale status quo», ha dichiarato ieri Scholz. Nelle stesse ore, la casa automobilistica tedesca Volkswagen ha annunciato che investirà 1 miliardo di euro in un nuovo centro di sviluppo per veicoli elettrici. Dove? In Cina.
Jose Mourinho (Getty Images)