
Gennaio ci porta nel pieno dell'inverno. E anche se le temperature oggi sono meno rigide di un tempo è bene sapere come proteggersi dalle insidie del freddo o sfruttare i suoi benefici effetti sulla salute.Esattamente 311 anni fa, nella notte dell'Epifania tra il 5 e il 6 gennaio del 1709, giungeva in Europa un'ondata di freddo talmente gelido da passare alla storia come «ondata di freddo dell'inverno 1709». Generato in Russia, quel freddo - i cui precedenti più vicini sono gli inverni del 1407 e del 1408 - penetra in Europa assumendo inquietanti denominazioni locali (come Great Frost cioè «grande gelo» nel Regno Unito, le Grand Hiver, «grande inverno» in Francia) e portando le temperature, in poche ore, addirittura a - 20 gradi centigradi.Per giorni e giorni, fino a toccare il tempo delle settimane, gelò tutto. Per l'unica volta nella sua storia il lago di Garda fu percorso da carri, ghiacciarono anche i fiumi e il mare si cristallizzò nei porti, incastrando le navi. Fu uno dei picchi della «piccola era glaciale» che caratterizzò l'Europa dal XIV al XIX secolo e resta memorabile la bellissima - seppur rappresentativa di un momento drammatico - tela intitolata Laguna ghiacciata, che molti attribuiscono al pittore veneto Gabriele Bella, raffigurante la laguna di Venezia completamente ghiacciata sulla quale alcuni pattinano, altri camminano e scivolano, caracollando a terra.A parte questi valori estremi di freddo, dai nefasti effetti in termini di morti e carestie ma talmente eccezionali da passare alla storia, abitualmente noi italiani viviamo quel freddo invernale decisamente sostenibile con pochi accorgimenti rispetto a quelli «a trenta gradi sotto zero», per dirla col cantautore Franco Battiato. Siamo posizionati un po' a Sud del centro della zona temperata dell'emisfero boreale, tra nord Europa e Africa, e il nostro clima è doppio: a Nord prevale il clima temperato umido, al Centro e al Sud il clima mediterraneo con periodo estivo secco. Il mare che circonda i tre lati della nostra penisola ci dona calore e umidità mentre le catene montuose delle Alpi e degli Appennini bloccano le arie fredde invernali provenienti dall'esterno, in particolare dalle regioni artiche del Nord Europa e le arie umide che arrivano dal nord Atlantico.Nonostante le temperature medie più basse si registrino, a bassa quota, al Nord o, come è ovvio, ad alta quota in qualunque punto cardinale dello Stivale, le temperature medie di gennaio, il mese principale dell'inverno - il cui solstizio celebriamo il 21 o il 22 dicembre e la cui fine arriva con l'equinozio di primavera il 20 marzo - variano da - 3 gradi centigradi delle vette appenniniche e del Veneto a 0 gradi della Pianura Padana, passando per i 5 gradi del Lazio e gli 11 della Sardegna. In questi primi giorni di gennaio siamo, quindi, nel pieno del freddo: esaminarne il funzionamento potrà aiutarci a gestirlo meglio.La temperatura del corpo umano solitamente oscilla intorno ai 36,5 - 37 gradi centigradi ed è il risultato di un delicatissimo equilibrio tra termogenesi e termodispersione. Il nostro centro termoregolatore si trova nell'ipotalamo ed è costituito da neuroni sensibili alla variazione di temperatura rispetto a quella di riferimento. I neuroni recettivi percepiscono le variazioni sotto o sopra quella temperatura corporea, mentre gli effettori sono deputati alla termodispersione e alla termoconservazione per contrastare le variazioni. L'essere umano è omeotermo (dal greco omòs «uguale» e termos «calore»), cioè è in grado di reagire per mantenere costante la propria temperatura corporea a dispetto di quella ambientale (come altri mammiferi, dal topo alla mucca), diversamente dagli organismi viventi la cui temperatura corporea dipende in gran parte dalla temperatura dell'ambiente circostante - i cosiddetti pecilotermi - come i rettili. L'uomo è anche endotermo (dal greco endon «da dentro» e di nuovo termos «calore»), ossia è capace di produrre calore interno per mantenere costante la propria temperatura, mentre gli ectotermi (dal greco ektós «al di fuori» e ancora termos «calore»), presentano una temperatura corporea completamente dipendente dall'ambiente esterno: i rettili, per esempio, passano ore e ore al sole per aumentare la propria temperatura corporea e, per la stessa ragione, anche i pesci nell'acqua si spostano dalle correnti fredde a quelle calde. L'habitat perfetto per l'uomo è una zona a neutralità termica, cioè quella nella quale la temperatura corporea si mantiene perfetta col solo calore prodotto dal metabolismo basale e corrisponde a una temperatura ambientale tra i 27,8 e i 30 gradi centigradi, senza abiti addosso.Attenti ai termosifoniMantenere la nostra temperatura corporea ottimale è una delle principali funzioni del metabolismo corporeo. Trenta gradi senza vestiti, ma col costume indosso, sono le caratteristiche di una scena estiva. In inverno, quando quei trenta gradi ambientali sono solo un desiderio, basta comunque che la temperatura al chiuso sia compresa tra i 18 e i 22 gradi centigradi. Ma, per stare benone, l'umidità relativa deve essere tra il 40 e il 50% per evitare che l'aria diventi troppo secca: quindi, usiamo sempre gli umidificatori da termosifoni, tenendoli sempre pieni di acqua che evaporerà, oppure serviamoci di quelli elettrici. Nel caso di temperatura esterna molto bassa, inoltre, meglio prolungare l'accensione del riscaldamento mantenendolo a questi valori, piuttosto che alzarli. È importante poi cambiare l'aria per cacciare fuori polvere e microbi, riducendo così il rischio di infezioni, ed evitare le dispersioni di calore isolando bene porte e finestre. Evitare la dispersione di calore, peraltro, è un'importantissima tecnica che riguarda anche la nostra temperatura corporea. Tutto il nostro corpo agisce per mantenere la sua temperatura stabile: si capisce che conservare una temperatura corporea a 36,5 gradi centigradi in primavera, quando fuori ci sono 20 gradi, o in inverno, con appena 4 gradi fuori, è diverso. Infatti, nella stagione invernale, il nostro corpo aumenta la sua termogenesi, cioè la produzione di calore. Avrete notato che, in inverno, la differenza di temperatura tra piedi o mani e il torace è molta rispetto all'estate. Testa e torace, infatti, costituiscono il nucleo centrale della nostra temperatura corporea (circa 37 gradi) mentre tutto il resto del corpo viene chiamato «guscio periferico» e come tale si comporta. Le gambe hanno una temperatura interna più bassa rispetto ai 37 gradi centigradi del nucleo (ovvero circa 31 gradi). Anche tutta la pelle ha una temperatura più bassa (circa 21 gradi) perché il sangue viene chiamato a scaldare il nucleo centrale. Invece, al caldo, tutto ha 37 gradi di temperatura.La produzione di calore, come abbiamo visto, è una delle attività principali del metabolismo corporeo e, dovendo produrne di più per contrastare il freddo, consumiamo più calorie. Perciò, abbiamo anche più fame. Se ci pensate, la nostra dieta invernale è molto diversa da quella estiva, anche a livello di temperatura delle pietanze. Un brodo caldo, un tè bollente, un minestrone fumante sono piatti invernali, il gazpacho no. Perché mandando giù cose calde noi aiutiamo il nucleo centrale a scaldarsi (fegato, cervello, cuore e muscoli attivi sono i produttori della maggior parte del calore della termogenesi). Del resto, il nostro corpo si difende dall'attacco del freddo esterno in tanti modi: con l'attività muscolare (anche i brividi sono una risposta muscolare di riscaldamento in reazione al freddo percepito) oppure aumentando l'appetito e la secrezione di adrenalina o, ancora, con la vasocostrizione cioè chiudendo la gran parte dei capillari sottocutanei per trattenere il calore e riservarlo, per l'appunto, soprattutto al nucleo centrale (da qui, mani e piedi più freddi).Altra strategia consiste nella termoregolazione «comportamentale» o «volontaria»: la scelta del luogo (lo preferiamo caldo anziché freddo oppure lo scaldiamo), la scelta della postura (con la tendenza a raggomitolarci per diminuire l'area esposta al freddo) e l'abbigliamento. Su quest'ultimo dobbiamo aprire una lunga parentesi e dare atto che, come al solito, la tradizione era più saggia della contemporaneità. Noi acquistiamo e cediamo calore in rapporto all'ambiente esterno per irraggiamento (per esempio, in inverno ci mettiamo vicino a un camino acceso e in estate stiamo in una stanza con l'aria condizionata), per conduzione (in inverno toccando un termosifone e in estate immergendoci in acqua, per esempio facendo un bagno in mare), per convenzione (esponendoci al flusso d'aria calda in inverno e a uno d'aria fredda in estate). Nei mesi freddi, quindi, dobbiamo evitare la dispersione di calore (che, invece, ci fa bene in estate) e, per questo motivo, cade a pennello un abbigliamento che eviti al nostro corpo di cedere calore al freddo esterno.Ricorderete che, in qualche vecchio film, si vede il cappello da notte. Ricorderete anche che la maglia di lana veniva chiamata «maglia della salute». E saprete che le calze invernali classiche sono fatte di pura lana e non di cotone. Questo coprire ogni parte possibile del nostro corpo con tessuti elettivi serviva proprio a proteggere il calore del corpo stesso, cioè a evitare la termodispersione.Oggi, invece, anche in inverno si usa andare in giro senza calze e le donne indossano addirittura i sandali con il piede nudo. Si considera un indumento per carampane la maglia di lana oppure la si usa di cotone o, peggio di acrilico. Nessuno indossa il cappello da notte (poco male ora che le nostre case sono più riscaldate ma il problema è che, spesso, non lo si indossa nemmeno all'esterno).Al contrario, è importantissimo coprire bene tutto il corpo proprio per evitare di dilapidare quel calore che già fatica a produrre visto il freddo esterno. Il ragionamento per cui dobbiamo fare attenzione che la casa abbia le finestre e le porte ben chiuse ed efficienti per non disperdere il calore e non farlo «attaccare» da spifferi d'aria fredda in ingresso, ricordiamocelo, vale anche per il corpo.E quando si è fuori? Alle mani sempre i guanti, coperti bene anche testa e collo, con la sciarpa proteggete le narici, onde evitare che l'aria fredda entri nell'apparato respiratorio, e anche le orecchie per parare i colpi di freddo anche lì. Ottime per i piedi, oltre alle calze di lana, sono le solette di lana da porre tra calzatura e piede - con calza - che ora esistono anche in versione potenziata con uno strato di alluminio (riflette il calore del corpo verso l'interno). Le fibre di tutto l'abbigliamento devono essere quelle giuste: è vero che il poliestere, materiale di cui sono fatti molti abiti, oggi, ha un basso coefficiente di trasmissione del calore, ma è anche vero che la lana ha un maggior tasso di coibentazione (ovvero isola meglio) e quindi ci protegge di più dal freddo esterno.Ricordatevi di proteggere anche la pelle del viso esposta nella sua nudità con creme e burri di cacao: anche questi sono microscopici strati protettivi.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.