2025-04-17
Che pena chi tifa il flop della Meloni a Washington
Donald Trump e Giorgia Meloni
Giorgia Meloni oggi incontrerà Donald Trump, per cercare di convincerlo a rinunciare ai dazi sulle merci europee. La missione si annuncia complicata ed è stata lo stesso presidente del Consiglio ad ammetterlo, anche perché non si tratta di ottenere uno sconto sulle tariffe doganali per la sola Italia. Il premier infatti, se non vorrà essere messo in croce dai partner europei, dovrà cercare di fare gli interessi di tutta l’Unione, vale a dire anche di quella Germania che, con un surplus commerciale accumulato negli ultimi vent’anni, è il vero scoglio contro cui rischia di naufragare il rapporto con gli Stati Uniti.Ciò detto, io mi auguro che Meloni sia in grado di convincere Trump, avviando un negoziato che eviti un muro contro muro fra America e Ue, perché, come ho più volte scritto, non soltanto il danno sarebbe grave per entrambi i contendenti, ma i primi a rimetterci saremmo noi europei. Con grande soddisfazione della Cina, che otterrebbe di dividere i destini dei principali Paesi dell’Occidente e dunque di guadagnare spazio negli equilibri, politici e commerciali, del mondo. Tuttavia, mentre per quanto mi riguarda ripongo la speranza nel presidente del Consiglio, c’è invece chi per cinismo e puro calcolo elettorale si augura che l’incontro finisca male. In questi giorni ho ascoltato molte dichiarazioni di esponenti dell’opposizione, del Pd, di Avs e di Italia viva e le frasi, ma anche la mimica facciale, esprimevano un unico concetto: nonostante si impegni, Giorgia Meloni non riuscirà a convincere Trump. Più che un’analisi supportata da fatti concreti, la loro è un’aspettativa. Sognano che il premier fallisco, perché un insuccesso contribuirebbe a minarne l’autorevolezza e la credibilità, non soltanto in Italia, ma anche in Europa. Insomma, il loro è un auspicio e immagino che questa sera attendano di vedere in tv una conferenza stampa dalla Casa Bianca con una Meloni mogia o con il muso lungo. Meglio ancora sarebbe se Trump le riservasse un trattamento scortese, non dico come quello con cui ha liquidato Zelensky, ma quasi. E devo dire che l’atteggiamento di chi scommette sul fallimento per trarne guadagno non è solo della sinistra italiana, ma anche di quella europea, che ieri ha lasciato trapelare un invito a prepararsi al peggio, cioè a una rottura delle trattative fra Stati Uniti e Ue. Esiste cioè una classe politica italiana e non solo che scommette sul fallimento, sia per quanto riguarda i dazi, che per ciò che concerne la guerra. Sognano l’insuccesso di Giorgia Meloni per poter aspirare al loro successo. Che questo significhi una crisi economica che potrebbe spazzare via decine di migliaia di posti di lavoro e la prosecuzione di un conflitto che ha già fatto un milione di vittime poco importa: ciò che conta per loro è andare contro Trump e Meloni, ossia sabotare l’unica leader europea che non è scesa a compromessi con i compagni.Per quanto riguarda l’Italia, dietro ai sorrisetti di chi si augura che la visita alla Casa Bianca di Giorgia Meloni vada male, non vedo solo la strategia del caos, che porta a dire tanto peggio tanto meglio, ma scorgo anche un sentimento anti italiano. Pur di battere la leader di Fratelli d’Italia, sono pronti a tutto. Anche a tifare contro il proprio Paese. Una sinistra disperata e pericolosa, determinata a conquistare il potere con ogni mezzo, anche il più dannoso per il Paese. Anche per questo, per veder schiattare di rabbia questa banda di nullafacenti, mi auguro un’intesa. Servono agli italiani sia un buon accordo che tuteli le merci italiane sia un vaffa a chi gufa.
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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