2021-02-04
Che cosa farà Jeff Bezos da grande? Amazon non basta più, punta lo spazio
Dopo aver lasciato la guida del colosso di Seattle, il fondatore cerca nuove sfide. Si dedicherà a Blue origin, che produce razzi per il turismo in orbita e per colonizzare la Luna. E magari alla fondazione di nuove società.Svolta in Amazon. Il suo fondatore, Jeff Bezos, ha annunciato che lascerà il proprio incarico di Ceo. In una email inviata martedì ai dipendenti, ha in tal senso affermato: «Sono entusiasta di annunciare che in questo terzo trimestre passerò alla presidenza esecutiva del Consiglio di amministrazione di Amazon e Andy Jassy diventerà Ceo». Nel prosieguo della missiva, il fondatore del colosso di Seattle ha sottolineato di non volere andare in pensione e ha spiegato specificamente di che cosa ha intenzione di occuparsi nel prossimo futuro. «In qualità di presidente esecutivo», ha scritto, «rimarrò impegnato in importanti iniziative Amazon, ma avrò anche il tempo e l'energia di cui ho bisogno per concentrarmi sul Day 1 fund, il Bezos Earth fund, Blue origin, il Washington Post e altre mie passioni». Tra le iniziative qui citate, sono soprattutto due che saltano all'occhio. In primis troviamo un interesse per Blue origin: società del settore aerospaziale, fondata dallo stesso Bezos nel 2000, che -negli ultimi anni- è man mano diventata centrale nei suoi pensieri. Era maggio 2019, quando Bezos presentò pubblicamente la propria visione sulle «colonie spaziali» del futuro, annunciando - in quell'occasione - la realizzazione di un lander lunare, chiamato Blue Moon, la cui prima missione risulterebbe prevista per il 2024. Bezos si rivolse all'epoca direttamente alla Nasa e alla stessa Casa Bianca, visto che - appena due mesi prima - l'allora vicepresidente americano, Mike Pence, aveva annunciato, nell'ambito del programma Artemis, un atterraggio lunare proprio per il 2024. Tutto questo, mentre - lo scorso aprile - l'agenzia spaziale americana aveva scelto Blue origin (insieme a SpaceX di Elon Musk e a Dynetics) per progettare e realizzare tre sistemi di atterraggio lunare umano (con contratti dal valore complessivo di 967 milioni di dollari). Ciononostante, pochi giorni fa, la stessa Nasa ha posticipato - secondo The Verge - l'annuncio dei vincitori dell'appalto: una mossa che rifletterebbe il minor interesse dell'amministrazione Biden per una rapida missione lunare, oltre al fatto che il Congresso abbia fornito all'agenzia spaziale appena 850 milioni di dollari: molto meno dei 3,2 miliardi necessari per rispettare la scadenza del 2024. Come che sia, Bezos vuole continuare a essere della partita. E non è affatto escluso che, in questo suo rinnovato interesse per Blue origin, possano scorgersi anche elementi di rivalità con Musk (soprattutto adesso che il test texano del prototipo spaziale Sn9 di SpaceX si è concluso in un fallimento). La seconda iniziativa di Bezos che non passa inosservata è la volontà di concentrarsi sul Washington post: quotidiano di cui è proprietario dal 2013 e che - in questi anni - ha condotto numerose battaglie contro Donald Trump. Segno che dunque (forse) Bezos voglia comunque mantenere (per quanto indirettamente) un piede in politica. Politica, rispetto a cui lo stesso Jassy non può definirsi del tutto estraneo. L'attuale ceo di Amazon web services è difatti stato direttamente coinvolto - secondo Business insider - nella recente (e discussa) decisione, seguita all'irruzione in Campidoglio, di «tagliare fuori» l'app del social network Parler dai servizi di cloud hosting di Amazon: circostanza da cui è scaturita una causa legale. Ricordiamo, per inciso, che proprio su Parler stessero migrando i numerosi utenti trumpiani, delusi dalle piattaforme social tradizionali. Tutto questo, senza poi dimenticare che Amazon vorrà anche «difendersi» da un Congresso sempre più ostile. Da una parte, troviamo il senatore Bernie Sanders che del colosso di Seattle risulta notoriamente uno storico critico. Dall'altra, si scorge invece il deputato repubblicano Ken Buck: costui, non appena è stata resa nota la nuova nomina di Jassy, ha guarda caso twittato: «Ho alcune domande per il signor Jassy». Parole significative, visto che Buck è un componente della sottocommissione antitrust della Camera. D'altronde, secondo Cnbc, il parziale passo indietro di Bezos sarebbe dettato anche dalla volontà di stornare da sé alcuni dei principali grattacapi che il gigante di Seattle sta al momento affrontando (dagli stessi rischi in materia di antitrust alle questioni sindacali). Eppure, al di là di tutto questo, è forse possibile scorgere nel passo indietro di Bezos una strategia di più ampio respiro. L'intento del fondatore di Amazon potrebbe infatti rivelarsi particolarmente ambizioso: cercare, cioè, di spingere gli attuali vertici del colosso dell'e-commerce ad abbandonare le proprie poltrone, per fondare nuove società (magari nel settore logistico e tecnologico). Il che, a ben vedere, potrebbe avere come obiettivo quello di creare una rete di influenze considerevole: una sorta di network in espansione che, partendo dal settore strettamente aziendale, potrebbe sfociare anche in altri ambiti. Chissà: magari, prima o poi, persino in una candidatura politica.