2022-05-29
Champions League: Macron preferisce il caos, piuttosto che inimicarsi le banlieue
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La partita, finita con la vittoria 1-0 del Real Madrid sul Liverpool, è stata giocata sabato sera allo Stade de France in un clima insurrezionale. Le forze dell’ordine transalpine hanno preferito prendersela con gente magari arrabbiata, ma in generale pacifica, piuttosto che fermare delinquenti di origine maghrebina.A quasi due anni dall’apertura delle Olimpiadi di Parigi e a poco più di uno dall’inizio dei mondiali di rugby, organizzati dalla Francia, la squadra governativa scelta dal presidente rieletto Emmanuel Macron ha fatto una figuraccia in occasione della finale della Champions League. La partita - conclusasi con la vittoria 1-0 del Real Madrid sul Liverpool -, è stata giocata sabato sera allo Stade de France in un clima insurrezionale.La situazione era già molto tesa prima dell’inizio dell’incontro calcistico perché - a causa del solito sciopero selvaggio alla francese - i tifosi sono riusciti ad arrivare allo stadio stipati nei pochi treni interurbani della rete Rer ancora circolanti. Una volta usciti dai treni, i supporter hanno trovato il percorso che portava allo Stade de France bloccato da transenne disposte in maniera caotica. Un testimone anonimo citato da Le Monde ha spiegato che «la situazione era a un passo dalla catastrofe quando si è formato un blocco della circolazione [delle persone] a causa delle indicazioni di percorso sbagliate, fornite ai supporter all’uscita della Rer D”. Inoltre ci sono stati «problemi di apertura e chiusura delle porte dello stadio». Ma nonostante «la gente aspettasse da ore in modo disciplinato» ad un certo punto si sono «accentuati i movimenti della folla». Per questo, ha ricordato il testimone «alcuni - persino bambini o anziani - hanno ricevuto gas lacrimogeni o sono stati schiacciati contro le transenne». Certo, come mostrano vari video, tra i supporter bloccati da ore fuori dallo stadio, la tensione si faceva sempre più forte mano a mano che ci si avvicinava al calcio d’inizio, ma non ci sono state aggressioni o atti violenti da parte degli inglesi. Semmai qualcuno ha usato parole forti e qualche insulto per denunciare la situazione assurda che stavano vivendo.Nel frattempo - come hanno provato numerosi video pubblicati sui social dai tifosi presenti all’esterno dello stadio o trasmessi da media sportivi internazionali - gruppi di giovani delle banlieue hanno cercato di introdursi senza biglietto nello stadio. Sfruttando le falle del dispositivo di sicurezza messo in atto dalle forze dell’ordine, i giovani delle periferie hanno agito quasi indisturbati, mentre la sicurezza si accaniva sui tifosi in possesso dei biglietti della partita. Alcuni dei banlieusard - come si definiscono in francese i giovani provenienti dai quartieri difficili - hanno addirittura scavalcato tranquillamente le griglie di protezione che circondano l’arena calcistica. Invece - come ha scritto su Twitter il giornalista dell’agenzia di stampa Associated Press, Rob Harris - «il personale della Uefa è dovuto intervenire per impedire che gli uomini della sicurezza inseguissero i media per evitare di essere filmati mentre lanciavano gas lacrimogeni». Sempre su Twitter, Steve Douglas, un altro giornalista della stessa agenzia di stampa ha denunciato di essere stato portato “sotto un gazebo da un agente di sicurezza”. Qui è stato «forzato a cancellare le sequenze video relative ai problemi della folla» sotto la minaccia di «non essere autorizzato ad entrare» nello stadio. Il numero di poliziotti e di addetti alla sicurezza dello Stade de France era decisamente insufficiente ma per il ministro dell’interno, Gérald Darmanin, è stata tutta colpa dei tifosi del Liverpool. Con la tracotanza usata spesso dai membri della compagine macronista, il capo del Viminale francese ha pubblicato un tweet surreale. Mentre si trovava nella sala di controllo dello Stade de France, Darmanin ha scritto “migliaia di «supporters » britannici, senza biglietto o con biglietti falsi sono entrati con la forza e, in certi casi, hanno aggredito il personale dello stadio».Il ministro dell’interno francese stava forse guardando l’inizio di un altro match. In effetti, come ricordava ieri Le Figaro, “la stragrande maggioranza” dei 22 mila tifosi del Liverpool era in possesso di un biglietto. Gli inviati dello stesso quotidiano Baptiste Desprez e Guillaume Loisy, che seguivano il match, hanno confermato che «prima che le forze dell’ordine riuscissero a riprendere il controllo della situazione, tra i fans inglesi sono stati constatati furti di biglietti della partita e di telefoni cellulari». Inoltre, hanno aggiunto i cronisti di Le Figaro, «quasi alle due del mattino, il servizio di sicurezza dello stadio ha persino espulso degli individui che si trovavano presso l’area dei media e che cercavano di rubare del materiale ad alcuni giornalisti». In totale, le forze dell’ordine hanno fermato 105 persone e ne hanno arrestate 39. Ma al di là delle cifre, la pessima gestione della finale di Champions da parte delle autorità francesi sembra fornire la conferma di alcune tendenze. La prima è che, i tifosi che decidono di venire in Francia per assistere a grandi eventi sportivi, lo fanno a proprio rischio e pericolo. Basti ricordare che il 13 novembre 2015 - in occasione della partita Francia-Germania - dei terroristi si sono fatti esplodere allo Stade de France, mentre altri loro compagni d’armi ammazzavano centinaia di innocenti al Bataclan e in alcuni bar del centro di Parigi. La seconda è che, anche in questo caso, le forze dell’ordine transalpine hanno preferito prendersela con gente magari arrabbiata, ma in generale pacifica, piuttosto che fermare dei delinquenti. La terza è che i titolari del Viminale francese preferiscono fare figuracce a livello internazionale, piuttosto che suscitare i malumori delle periferie transalpine, dove le leggi dello Stato sono ormai un’opzione e i codici della delinquenza o la sharia, la regola. Qualcosa di simile lo si era già visto ai tempi dei Gilet Gialli, quando la polizia caricava le proteste, quasi sempre pacifiche, di cittadini comuni, mentre lasciava agire indisturbati black block e delinquenti di banlieue, intenti a sfondare le vetrine di banche, negozi di cellulari o di articoli sportivi, nel centro di Parigi. La quarta è che la Seine-Saint-Denis - la “provincia” francese a nord di Parigi, dove si trova lo Stade de France - è sempre più ingovernabile e pronta ad esplodere. Non si tratta di stigmatizzare un territorio, ma non si può trascurare il fatto che, secondo l’Istat francese, in questo dipartimento i residenti stranieri rappresentano il 24,5% della popolazione (dato del 2018, contro il 7,1% a livello nazionale, ndr). Inoltre in questa zona si registra da anni il più alto tasso di povertà e di disoccupazione di tutta la Francia. Che in questo dipartimento le cose non vadano bene, lo aveva precisato anche Thierry Henry. L’ex campione del mondo francese aveva scatenato una polemica qualche settimana fa,ricordando sul canale americano Cbs Sport, che la città di Saint-Denis (capoluogo dell’omonimo dipartimento, ndr) “non è Parigi”. L’ex calciatore aveva anche avvertito: “credetemi, non vorreste stare a Saint-Denis”.Chissà se la squadra governativa guidata da Elizabeth Borne e presieduta da Emmanuel Macron, sarà in grado di migliorare la situazione ed assicurare lo svolgimento sereno dei futuri appuntamenti sportivi in programma in Francia.