2021-02-19
Cessione Interoute, ultimo autogol di Gualteri
Niente golden power per fermare la vendita dell’autostrada strategica su cui passano i dati degli italianiL’ex ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, nel suo ultimo giorno in carica, ha scelto di non ricorrere alla golden power sull’operazione di cessione di Interoute da parte di Gtt al fondo di investimento Squared capital. Tutto è iniziato quando nel 2018 Gtt communications decise di rilevare Interoute per 2,3 miliardi di dollari, una multinazionale europea che possedeva la più estesa linea di collegamento in fibra ottica presente sul continente europeo, essendo contemporaneamente proprietaria delle infrastrutture (tubi e cavidotti) e delle fibre di trasmissione. L’operazione riguardava anche due controllate italiane Interoute spa e Easynet Italia. Oggi, però, a causa delle difficoltà finanziarie in cui versa, il colosso Gtt ha deciso di cedere Interoute. Secondo il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, responsabile del dipartimento Impresa di FdI e vicepresidente del Copasir, che da tempo segue la vicenda, si tratta di «una decisione scellerata realizzata all’ultimo momento utile, senza alcun comunicato esterno, che pregiudica l’interesse nazionale su un settore fondamentale per la competitività del Paese».Il problema è che, con la cessione di Interoute viene meno la possibilità per il nostro Paese di «ricostruire una presenza italiana nel settore delle fibre ottiche di cui Interoute, principale rete infrastrutturale a fibre ottiche europea, avrebbe potuto essere un tassello importante, accanto a quello che noi pensiamo debba essere la rete unica italiana a controllo pubblico», dice Urso.C’è poi un altro problema, quello della sicurezza dei dati. «La sicurezza dei dati e delle comunicazioni del nostro Paese», spiega da tempo il senatore, «potrebbe essere messo in pericolo dalla disastrosa situazione finanziaria in cui versa la Gtt americana».Il problema è infatti che Gtt communications gestisce la più estesa dorsale in fibra ottica sul continente europeo, nel quale transitano le reti di accesso dei più importanti operatori italiani (Fastweb, Vodafone, Tiscali, Colt, Irideos/CloudItalia, Sky e Iliad) e collegamenti di primaria strategicità come la rete militare Rifon o la rete di collegamento delle basi Nato in Italia. Si tratta, dunque, della cessione dell’autostrada su cui passano i dati degli italiani. Inoltre, la rete Interoute costituisce una delle principali infrastrutture di collegamento del nostro Paese con il resto del mondo attraverso le rotte Genova-Marsiglia-Parigi, Milano-Zurigo-Francoforte, Udine-Vienna-Francoforte, Mazara-Tunisi, Bari-Atene, Bari-Tel Aviv. Si tratta, insomma, di un asset importante per cui, però, il governo Conte bis ha scelto di non intervenire con i poteri speciali pesati per tutelare le attività di alcuni comparti definiti strategici, tra cui ad esempio la sicurezza nazionale, la difesa o, appunto, le telecomunicazioni.«Purtroppo stiamo assistendo alla svendita del patrimonio nazionale», ha concluso Urso, «uno stillicidio quotidiano di asset strategici; cosa purtroppo confermata anche dal primo atto del governo Draghi di non porre la golden power nemmeno sulla acquisizione a costo zero di Credito Valtellinese da parte di Agricole: un altro “regalo” alla finanza francese».Ora resta da capire come l’esecutivo intenda comportarsi sulla rete unica e se anche infrastrutture tecnologiche di questa rilevanza non vengano ritenute abbastanza strategiche in caso di cessione.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.