2019-10-19
Centrodestra unito in piazza ma le grane tra partiti e leader sono nel retropalco
Oggi a Roma la manifestazione di Lega, Fdi e Fi. Giorgia Meloni critica: «Male i simboli del Carroccio». Gli azzurri spaccati.Il centrodestra scende oggi in piazza contro il governo delle tasse: alle 15 è in programma la grande manifestazione di Roma, in piazza San Giovanni, luogo storico della sinistra, oggi più che mai teatro perfetto di una grande iniziativa di popolo. Già, il popolo: mentre le sinistre si rinchiudono nei palazzi, prendono ordini da Bruxelles, si avvitano alle poltrone e si aggrappano a governi Frankenstein, come quello guidato da Giuseppe Conte e sostenuto da partiti che non hanno nulla in comune a parte il terrore delle elezioni, i partiti di centrodestra rinsaldano l'unità della coalizione. Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia saranno insieme in piazza; i tre leader, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, parleranno dal palco. Il ruolo di leader del centrodestra, come hanno deciso gli elettori, è ormai saldamente nelle mani di Matteo Salvini, eppure ieri non è mancata qualche piccola polemica. Giorgia Meloni, per esempio, si è lamentata dell'allestimento del palco: «Fratelli d'Italia», ha affermato la Meloni, «su tutto il territorio nazionale, si sta mobilitando per la grande manifestazione di piazza San Giovanni. Ci saremo, con le bandiere tricolori, come avevamo promesso e come avevamo annunciato. Mi dispiace però dover scoprire, a 24 ore dal suo svolgimento, che quella che doveva essere una manifestazione di tutti avrà in realtà i simboli della Lega, addirittura sul palco. Come se fossimo ospiti in casa d'altri», ha aggiunto la Meloni, «in una piazza che, con passione, abbiamo contribuito a riempire. Peccato, un'altra occasione persa di dimostrare che siamo compatti, di mettere i sogni del nostro grande popolo prima degli interessi del singolo partito».Detto del leggero disappunto della Meloni, occorre registrare anche la presa di posizione di Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e esponente di punta di Forza Italia. La Carfagna, come aveva anticipato, non sarà in piazza, così come alcuni esponenti azzurri, perché contraria alla partecipazione di movimenti di destra radicale, come Casapound. Ieri sul Foglio è apparso un virgolettato di Matteo Renzi, che sogna Mara nel suo neonato partito: «La vorrei», ha detto Renzi, «in una prossima Leopolda e le vorrei dare nel partito un ruolo da assoluta protagonista». Niente da fare, il pressing di Renzi è destinato a restare vano: «Non intendo lasciare Forza Italia», dice Mara Carfagna alla Verità. Fin qui le inevitabili scaramucce interne alla coalizione, mentre parole di grande realismo arrivano da Silvio Berlusconi: «Nel centrodestra», ha spiegato ieri il Cav, «come in tutte le coalizioni dovrebbe essere, abbiamo sempre ripetuto che il leader è colui il cui partito ottiene più voti, quindi è logico che, se Salvini è oltre il 30%, sia lui il leader della coalizione. Noi a differenza della Lega siamo i continuatori della tradizione occidentale, cristiana, liberale, democratica, garantista, dell'Occidente. Come titolo della manifestazione», ha aggiunto Berlusconi, «direi che in piazza ci sarà l'Italia vera, concreta, che lavora, contro l'Italia ancora ideologica legata al comunismo. Quelli della Lega potranno anche avere delle reazioni tipo fischi», ha evidenziato l'ex premier, «ma non mi importa niente, io sono sicuro di quello che penso, di quello che decido, e faccio sempre quello che ritengo giusto».Da parte sua, Matteo Salvini, ieri è andato a fare un sopralluogo a piazza San Giovanni: «Non faccio pronostici», ha argomentato il leader del centrodestra, «ma domani ci saranno 100.000, 200.000 persone in piazza. Già stanno mettendo le mani avanti: dicono che ci saranno i fascisti, razzisti, nazisti, terrapiattisti... no, saranno mamme, papà, insegnanti, studenti, poliziotti tranquilli perchè non ci saranno problemi, credenti e non credenti. Una quantità simile di treni, pullman, autocolonne, non si era mai vista. Mi dicevano che ero matto», ha aggiunto Salvini, «piazza San Giovanni, la piazza storica della sinistra, la più grande di Roma, che in passato solo la sinistra riempiva... oggi ci siamo noi perché in mezzo a operai, studenti, artigiani, mamme in cerca di lavoro, ci siamo noi. Nelle sedi del Pd e nella Leopolda ci sono più banchieri che operai, vicino agli operai e ai cassintegrati ci siamo noi, non ci sono quelli del Pd. Sarà un piazza bella, pacifica ma determinata, con un'idea di futuro. Io prenderò la pillolina per la pressione alta», ha scherzato Salvini, «la mattina e la sera, mangerò un po' meno salato e pepato. Sarà una giornata memorabile. Vi chiedo di venire con i bambini, costruiamo insieme il futuro che non è la tassa sui conti correnti, sulle merendine. Un mese di governo è tasse, manette e cazzate. Sulla manovra economica faremo battaglia: la piazza degli italiani che non vogliono essere spennati per l'ennesima volta. Quello che è certo», ha garantito Salvini, «è che lasceremo la piazza più pulita di come l'abbiamo trovata. Abbiamo pagato 9.000 euro. Il problema di Roma non sono i rifiuti di piazza San Giovanni ma il sindaco Raggi».Orgoglio italiano: questo lo slogan che campeggerà sul palco della manifestazione. Roma oggi accoglierà un fiume umano festante, pacifico, in un tripudio di bandiere tricolori. Già messo in conto il rischio di provocazioni: c'è da scommettere che i giornalisti della sinistra non vedono l'ora di fotografare qualche sconsiderato con il braccio teso. «Chi fa il saluto romano», ha avvertito ieri il segretario di Casapound, Simone Di Stefano, «è una scimmia mitomane al servizio dei media».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson