2023-12-14
Il centrodestra porta in Aula i nostri scoop: «Soffiate alla Ong, il Pd vuoti il sacco»
Luca Casarini (Imagoeconomica)
Pronte le interrogazioni parlamentari di Fdi e Lega sul caso rivelato dalla «Verità». «Altro che dimissioni di Delmastro».Il sospetto di aver passato informazioni riservate della Guardia costiera alla combriccola cattocomunista di Luca Casarini potrebbe costare caro ad alcuni esponenti del Pd che erano al governo con Giuseppe Conte e M5s. Il flusso di notizie per aiutare la Ong Mediterranea a localizzare i barconi con i migranti, svelato dalla Verità, ha fatto scandalo e ieri per tutto il giorno si sono susseguite le prese di posizione di vari esponenti di Fdi e della Lega, che chiedono chiarimenti al Pd e annunciano interrogazioni al governo. È stata evocata anche una possibile, nuova, inchiesta penale, ma in fondo ce n’è già una ed è quella della Procura di Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il nostro scoop non ha invece risvegliato, almeno finora, Forza Italia, che sull’immigrazione clandestina ha tradizionalmente posizioni distratte.Che con l’immigrazione clandestina la sinistra più caritatevole faccia dei begli affari era già venuto a galla con gli scandali delle cooperative di Salvatore Buzzi, della famiglia Sumahoro e, ora, con quei flussi di denaro tra la Cei e la Ong guidata da Casarini e Giuseppe Caccia, alla sbarra a Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma adesso si apre anche il fronte delle fughe di notizie, che non è meno imbarazzante. Le chat agli atti dell’inchiesta siciliana, riassunte in un’informativa della Guardia di finanza e pubblicate ieri, svelano che la Mediterranea aveva, ai tempi del secondo governo Conte, un pugno di ottimi informatori. Tra questi, c’erano Matteo Orfini, l’ex deputata modenese Giuditta Pini, Sandro Ruotolo, l’ex ministro Paola De Micheli e Luigi Manconi. Vicino al nome dell’allora segretario del Pd Enrico Letta, invece, su un foglietto c’era un punto interrogativo.Il fatto che il Pd sia da mesi in prima linea per chiedere le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, accusato di aver passato al compagno di partito (Fdi) Giovanni Donzelli alcune notizie sul comportamento carcerario dell’anarchico Alfredo Cospito, rende le rivelazioni sulle dritte alla banda Casarini decisamente incendiarie. Insomma, questa storia dei piddini che aiutavano i «pescatori di uomini» a localizzare i barconi, una volta tanto non sembra destinata a inabissarsi come spesso accade in Italia alle notizie più scomode.Interrogazioni parlamentari sull’articolo di Giacomo Amadori e Fabio Amendolara sono state annunciate dai due capigruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Lucio Malan, e dai deputati Francesco Mura, Gianni Berrino, Raffaele Speranzon e Salvatore Sallemi. Mentre dal Carroccio è arrivata la presa di posizione di Claudio Borghi. Foti, capogruppo alla Camera del partito della Meloni, chiede che il governo faccia le «opportune verifiche» sui fatti denunciati. «Presenterò una interrogazione su un articolo della Verità su cui avrei gradito che fosse smentito il contenuto in quanto lo ritengo di gravità estrema», annuncia Foti, osservando che il rapporto della Guardia Costiera citato nel pezzo «risulterebbe non divulgabile a terzi e dovrebbe rimanere nell’ambito dello stesso perimetro della attività istituzionale di ministri e sottosegretari». L’esponente di Fdi si augura poi che i deputati del Pd coinvolti «smentiscano sulla stampa a termini di legge». Il suo parigrado a Palazzo Madama, Malan, giudica «particolarmente grave» il coinvolgimento di esponenti dell’esecutivo Conte e va dritto al cuore del problema: «Spero che nessuno parlerà di disobbedienza civile perché questo si fa pubblicamente e non in segreto, avvalendosi di informazioni ottenute grazie alla loro posizione. E soprattutto si fa quando non si è in condizione di cambiare leggi che si ritengono ingiuste». Dopo di che, il riferimento indiretto al caso Delmastro: «Attendiamo chiarimenti, soprattutto da coloro che chiedono ogni settimana dimissioni di esponenti dell’attuale governo, accusati di fatti assai meno gravi, della cui colpevolezza, come in questo caso, non c’è alcuna certezza giudiziaria». Dalla Lega si fa vivo il senatore Claudio Borghi, l’economista impegnato da mesi a scongiurare la ratifica del Mes. Per lui, «Emergono notizie scioccanti sul caso Casarini. Nessuna ambiguità: se ci sono onorevoli coinvolti in questa vicenda è necessario chiarire».Anche Francesco Mura, deputato di Fdi, annuncia un’interrogazione e parla di notizie che, se confermate, sarebbero di «gravità inaudita». Il suo auspicio è che il Pd «ci dica pubblicamente come stanno le cose». Il capogruppo di Fdi in commissione Giustizia al Senato, Gianni Berrino, ritiene che il Pd debba rispondere «con urgenza» all’inchiesta della Verità, che riporta «fatti circostanziati». Mentre Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di Fdi a Palazzo Madama, sfida il Pd sul fronte delle Procure: «Chissà se ora qualcuno a sinistra sarà solerte come è stato in passato, per chiedere alla Procura di verificare se l’intenso scambio di informazioni tra i vertici del Pd e la banda Casarini». E sempre dal Senato arriva la presa di posizione di Salvatore Sallemi, vicepresidente del gruppo di Fratelli d’Italia, per il quale siamo di fronte a rivelazioni «inquietanti». «Il Pd ha il dovere di chiarire quale sia lo stato dei fatti e lo deve fare anche alla svelta», continua Sallemi, «perché non accettiamo più lezioni e critiche da chi chiede dimissioni di rappresentanti del governo Meloni quando invece ad essere nell’occhio del mirino sono proprio coloro che si ergono giustizialisti da un pulpito che non gli si addice».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)