2022-12-03
Centro vandalizzato dai richiedenti asilo. L’ira del sindaco: «Non li voglio più»
I migranti arrivati a Prosecco (Trieste) dalla via balcanica. Roberto Dipiazza: non solo Lampedusa, siamo pure noi allo stremo.La fotografia dell’accoglienza, tanto sbandierata dalla sinistra, è un centro devastato da un gruppo di extracomunitari allo sbando. E viene dipinta bene dalle immagini penose che giungono da Trieste.È accaduto che a Prosecco, piccolo borghetto di 1349 anime, situato sull’altopiano carsico, gli ospiti del centro di accoglienza che era stato loro destinato, abbiano devastato la struttura, distrutto infissi, porte, finestre e bagni; e lasciato sporcizia e rifiuti ovunque.A diffondere le foto è stato il sindaco della città Roberto Dipiazza che si è lasciato andare in un lungo sfogo pubblicando un video nel suo profilo Facebook. Quando lo raggiungiamo è un fiume in piena.Il Comune di Trieste aveva trovato questa struttura per poter dare ospitalità ai clandestini che ogni giorno arrivano in città dopo aver percorso la rotta balcanica ma ora le immagini del centro devastato sono inqualificabili. «Hanno distrutto tutto», sbotta Dipiazza con La Verità, «e questi dovrebbero venire qui? Gli diamo i soldi, li manteniamo, gli diamo tutto e il ringraziamento è questo. Questi se prendono l’autobus si comportano male, se va il controllore a chiedere loro di esibire il biglietto lo deridono». «Vogliono fumare e hanno distrutto i rilevatori di fumo. Ma a che titolo? Questi sono soldi dello Stato. Per l’accoglienza si stanno impiegando molte risorse. Allora per me state al freddo nelle piazze. Vorrei vedere se noi facessimo una cosa così in giro per il mondo, noi eravamo un popolo di emigranti, sì certo, ma in giro per il mondo abbiamo portato lavoro».Un centro di accoglienza straordinario, questo a Campo Sacro di Prosecco, gestito dalla Caritas - alcuni operatori sono di Ics Consorzio italiano di solidarietà - allestito nel campo scout, e che ora ospita quattrocento migranti, ben oltre la sua naturale capienza prevista per cento persone. Gli ospiti dormono nelle tende. «Quando sopraggiunse il problema immigrazione», ci dice Dipiazza, «li abbiamo messi lì. Il punto è che quando metti a disposizione qualcosa, quando crei un’opportunità, poi diventa quasi un obbligo. La sinistra vuole l’accoglienza diffusa e l’accoglienza diffusa è questa roba qui. Li abbiamo dappertutto, negli alberghi, nelle piazze, ovunque, senza un minimo di organizzazione. Per i danni anche se si fa loro una contravvenzione, questi mi ridono in faccia. Poi pagano con cosa? Non hanno nemmeno i documenti. Non è nemmeno possibile mandarli via perché siamo in Italia». Voci di corridoio all’interno del centro - fa quasi ridere - riferiscono che i danni alla struttura sarebbero stati causati dalla bora, non rendendosi conto forse che la bora pare difficile entri nei bagni. E nemmeno risulta che tutti i cittadini di Trieste abbiano i water divelti. «Ma robe da pazzi», risponde Dipiazza, «questi migranti vengono qui, almeno che si comportino come si devono comportare, rispettando le regole e con un minimo di buona educazione. Si parla tanto di Lampedusa ma la rotta balcanica sta diventando un grosso problema. Io spero tanto nel nuovo governo e chissà che me li porti via. Che vengano smistati, basta, abbiamo già dato». Gli arrivi infatti non si arrestano.Noi della Verità le scorse settimane, siamo andati a documentare i percorsi fatti dai migranti che scendono attraverso i boschi per giungere a Trieste. Ed è una continua emorragia di clandestini. Un flusso inarrestabile. Gli extracomunitari arrivano a frotte di cento, duecento persone al giorno. Scendono dai boschi. Spuntano dagli alberi. Si mettono in cammino, molti dal Pakistan, ed entrano illegalmente in Italia. La sola polizia di frontiera di Trieste nel novembre di quest’anno ne ha registrati 1390, l’anno scorso erano 402.Di tutti quelli che entrano poi, la maggior parte non dovrebbe nemmeno farlo. Dati alla mano, forniti dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo, nel 2021 ci sono state 53.609 richieste. Di queste il 58% è stato respinto. I migranti poi fanno ricorso e così chi è uscito dalla porta rientra dalla finestra. «Questo 58%», ci rivelano le nostre fonti, «dovrebbe andarsene dall’Italia ma di fatto non viene espulso». La polizia è stremata. «Questo crea forte tensione per quello che potrà accadere nella prossima primavera», dice Lorenzo Tamaro segretario provinciale del Sap Trieste, «quando il clima sarà più favorevole ai nuovi arrivi. La mia preoccupazione è che si continui a non fare nulla per quando riguarda i nostri problemi ossia la mancanza di uomini e di una logistica adeguata».Il sindaco Dipiazza nel video pubblicato su Facebook fa sapere di non volersi più adoperare per trovare nuovi alloggi. «Tutti mi chiedono di fare qualcosa per questi extracomunitari che abbiamo in città: mettiamoli di qua, mettiamoli di là» ma «dove li abbiamo messi, come potete vedere dalle immagini, hanno distrutto tutto. Perché dobbiamo spendere i soldi dei cittadini italiani? Perché dobbiamo dare assistenza a questi che si comportano in questa maniera? Perché dobbiamo andare a cercare altri posti per sistemarli se poi distruggono tutto? A questo punto io non faccio più nulla per loro».
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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