2025-06-26
Basta tango pure sul celibato: per Leone va «custodito»
Il Papa blinda la regola per il clero, che sotto Francesco vacillava. Appello a stabilizzare la Siria dopo l’attentato in chiesa.Lo ha fatto con il suo stile, con un ruggito gentile, ma ieri papa Leone XIV, parlando ai seminaristi del Triveneto, ha ricordato che il celibato sacerdotale «è un carisma da riconoscere, custodire ed educare». Non è entrato direttamente nella annosa polemica sulla possibilità o meno di concedere il sacerdozio agli uomini sposati, ma ne ha sottolineato appunto un valore. Lo ha fatto citando Sant’Agostino, che nelle sue Confessioni, turbato di fronte alla scelta di donarsi completamente a Cristo, «un giorno si ritirò a riflettere nel giardino di casa; e lì gli apparve personificata la virtù della Continenza, che gli disse: “Perché ti reggi - e non ti reggi - su di te? Gettati in Dio senza timore. Non si tirerà indietro per farti cadere. Gettati tranquillo, egli ti accoglierà e ti guarirà”».Si tratta di un apprezzamento del celibato e della virtù della continenza, non scontato, inserito in un dibattito che aveva attraversato tutto il pontificato di papa Francesco, il quale aveva dichiarato in diverse occasioni che quella del celibato era una soluzione «temporanea» della Chiesa che poteva essere cambiata, sebbene lui non lo avrebbe mai fatto. Secondo il cardinale tedesco Walter Kasper, protagonista indiscusso del pontificato di Jorge Mario Bergoglio e principale mente delle aperture per l’accesso alla comunione dei divorziati risposati, «Francesco voleva sicuramente cambiare qualcosa, ma il Papa emerito Benedetto è intervenuto con successo in quel momento insieme al cardinale Robert Sarah». La dichiarazione del porporato tedesco, uscita a fine maggio, fa riferimento al sinodo sull’Amazzonia (2019), quando imperversava il dibattito sull’introduzione del celibato opzionale per i sacerdoti in determinate situazioni. In quel periodo uscì un libro, Dal profondo del nostro cuore, che sollevò un polverone; nel testo, Sarah, con un contributo dell’allora Papa emerito, forniva tesi e argomenti che si opponevano alle aperture sul celibato. Non è chiaro se effettivamente questo libro bloccò il processo; di certo poi non se ne fece nulla.Papa Leone ieri ha parlato di celibato anche nel discorso tenuto per il Giubileo dei vescovi, richiamando la virtù della continenza nel celibato tra quelle «indispensabili» per la vita del pastore. «Il vescovo», ha ricordato Robert Francis Prevost, «vive anche quella forma di povertà che è il celibato e la verginità per il Regno dei cieli (cfr. Mt 19,12). Non si tratta solo di essere celibe, ma di praticare la castità del cuore e della condotta e così vivere la sequela di Cristo e offrire a tutti la vera immagine della Chiesa, santa e casta nelle membra come nel Capo. Egli dovrà essere fermo e deciso nell’affrontare le situazioni che possono dare scandalo ed ogni caso di abuso, specialmente nei confronti di minori, attenendosi alle attuali disposizioni». Rivolgendosi ai seminaristi del Triveneto, Leone ha anche sottolineato come il candidato al sacerdozio non debba pensarsi solo e nemmeno da solo. Il nuovo Pontefice ha esortato ad avere «una sconfinata fiducia nel Signore, il Signore che vi ha chiamato, rinunciando alla pretesa di bastare a voi stessi o di potercela fare da soli. E ciò vale non solo per gli anni di seminario, ma per tutta la vita: in ogni momento, tanto più in quelli di desolazione o addirittura di peccato, ripetete a voi stessi le parole del salmista: “Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e sempre”».Ieri dopo l’udienza generale del mercoledì, l’ultima prima della pausa estiva, il Papa ha fatto anche un appello riguardo la strage di cristiani di domenica nella chiesa greco-ortodossa di Damasco. Lo ha definito «un vile attentato terroristico», rivolgendo poi un forte saluto ai cristiani del Medio Oriente: «Vi sono vicino! Tutta la Chiesa vi è vicina!». Questo tragico avvenimento, ha detto papa Leone, «richiama la profonda fragilità che ancora segna la Siria, dopo anni di conflitti e di instabilità. È quindi fondamentale che la comunità internazionale non distolga lo sguardo da questo Paese». Infine, il Papa ha detto di guardare «con attenzione e con speranza gli sviluppi della situazione in Iran, Israele e Palestina. Si scelga con determinazione la via del dialogo, della diplomazia e della pace».
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