2025-02-20
La Cei batte un colpo sul fine vita: «Sono iniziative preoccupanti»
Il presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi (Ansa)
La Conferenza dei vescovi dopo il passo in avanti della Toscana: «Assistere e curare».Dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana, finalmente sono arrivate parole chiare sulla morte a richiesta che si vorrebbe sdoganare come un diritto. «Esprimiamo preoccupazione per recenti iniziative regionali sul tema del fine vita. Da ultimo, l’approvazione nei giorni scorsi della legge sul suicidio medicalmente assistito da parte del Consiglio Regionale della Toscana», scrivono i vescovi nella nota ufficiale emanata ieri. «Ricordiamo che “primo compito della comunità civile e del sistema sanitario è assistere e curare, non anticipare la morte” (Conferenza Episcopale del Triveneto, 2023). Anche perché “procurare la morte, in forma diretta o tramite il suicidio medicalmente assistito, contrasta radicalmente con il valore della persona, con le finalità dello Stato e con la stessa professione medica” (Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, 2024)», scandisce il documento di cui domenica aveva anticipato la pubblicazione il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna. Mentre in diverse regioni, come Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, si scalpita per approvare procedure anche in assenza di una legge nazionale e in nome di un ipotetico diritto a «tutelare la dignità» del cittadino gravemente malato, i vescovi italiani raccomandano prudenza e ponderazione. L’oggetto, di una norma così invocata, è il fine vita dell’essere umano. «Invitiamo a non fare “di questo tema una questione di “schieramento” ma un’occasione per una riflessione profonda sulle basi della propria concezione del progresso e della dignità della persona umana” (Conferenza Episcopale della Toscana, 2025), avviando “un ampio confronto parlamentare che rappresenti il Paese e le reali necessità dei suoi cittadini, scevro da logiche di parte e possibili strumentalizzazioni” (Conferenza Episcopale della Puglia, 2022)», è la linea dettata dalla Cei richiamando le conclusioni di rilevanza pastorale e sociale emerse nelle diverse assemblee. «Auspichiamo, pertanto, che nell’attuale assetto giuridico-normativo si giunga, a livello nazionale, a interventi che tutelino nel miglior modo possibile la vita, favoriscano l’accompagnamento e la cura nella malattia, sostengano le famiglie nelle situazioni di sofferenza. Ribadiamo, peraltro, che la legge sulle cure palliative non ha trovato ancora completa attuazione: queste devono essere garantite a tutti, in modo efficace e uniforme in ogni regione, perché rappresentano un modo concreto per alleviare la sofferenza e per assicurare dignità fino alla fine, oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo», scandisce il documento. L’associazione Luca Coscioni utilizza come una clava la legge approvata in Toscana, ma bloccata in attesa che si pronunci il collegio di garanzia statutaria sul ricorso presentato dal centro destra, per spingere a emanare norme fai da te. Oggi, ha annunciato, farà il punto «su due lotte cruciali per i diritti civili in Italia: il fine vita e la procreazione medicalmente assistita (Pma) per donne singole». La Cei avverte: «Sulla vita non ci possono essere polarizzazioni o giochi al ribasso. La dignità non finisce con la malattia o quando viene meno l’efficienza. Non si tratta di accanimento, ma di non smarrire l’umanità».L’allora presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, intervenendo nel settembre del 2019 a un incontro sul suicidio assistito, mise in guardia: «Diverrebbe sempre più normale il togliersi la vita e ciò potrebbe avvenire di fatto per qualunque ragione e, per di più, con l’avvallo e il supporto delle strutture sanitarie dello Stato. L’eventualità di togliersi la vita rappresenterebbe in apparenza una via di fuga che assicura libertà, ma in realtà verrebbe a determinare una terribile incertezza: se sia più conveniente rinunciare all’esistenza o proseguirla».
Jose Mourinho (Getty Images)