2019-11-01
C’è un’inchiesta sui conti del Bambino Gesù
Il Vaticano indaga per corruzione sulla gestione dell'ospedale: fari accesi su consulenze per gli investimenti immobiliari fra cui uno da 32,8 milioni. Il bilancio è stato secretato e per evitare il rosso sono stati usati 50 milioni, in parte destinati ai Tfr.Si allargano le inchieste in Vaticano dopo che la polizia pontificia ha iniziato a indagare sulla gestione della segreteria di Stato e le operazioni finanziarie di monsignor Angelo Becciu, attuale presidente della Congregazione per le santificazioni. A quanto risulta alla Verità, il promotore di giustizia di San Pietro sarebbe pronto a far partire un'azione penale per corruzione (ma si ragionerebbe anche sui reati di peculato, truffa e appropriazione indebita) sulla recente gestione dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma, già travolto dalle indagini della Procura di Roma e del Vaticano quattro anni fa quando finì alla sbarra l'ex presidente Giuseppe Profiti, condannato poi per abuso d'ufficio per la ristrutturazione dell'attico dell'ex numero uno della segreteria di Stato, Tarcisio Bertone. Proprio nel 2015 papa Bergoglio decise insieme all'attuale segretario Pietro Parolin di nominare alla presidenza dell'ospedale pediatrico romano Mariella Enoc, molto stimata non solo oltre Tevere, ma anche nelle stanze del potere economico italiano, in particolare dall'ex presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti. Da più di un anno, però, la situazione al Bambino Gesù ha iniziato a destare preoccupazioni negli uffici della Santa Sede, sia per alcuni investimenti immobiliari non così lungimiranti sia per i conti sempre più traballanti. E questa nuova inchiesta metterebbe nel mirino la gestione del direttore generale Ruggero Parrotto, uscito alla fine di luglio, e considerato molto vicino a Parolin. Non a caso dall'inizio dell'anno sia Il Fatto Quotidiano sia Il Tempo hanno pubblicato diversi articoli, puntando il dito contro la segretezza dei bilanci e diverse operazioni opache, tra cui quelle fatte dall'Apsa per conto dell'Ospedale. Tra queste ci sarebbero un complesso immobiliare in viale di Villa Pamphili (per 32,8 milioni di euro) e la casa di cura Villa Luisa (15,2 milioni di euro). A questo si aggiunge la decisione di prendere in affitto Palazzo Alicorni, edificio rinascimentale e lussuosissimo, dove si dovrebbe trasferire parte dell'amministrazione dell'ospedale. Non solo. L'anno scorso - sempre restando in tema di investimenti immobiliari - se ne deve segnalare un altro, quello a Marina di Palidoro, dove dovrebbe sorgere un nuovo padiglione ospedaliero di 5 piani contro cui si sono scagliate le associazioni ambientaliste, anche perché all'interno di una riserva naturale e a pochi metri dal mare. La presidente Enoc ha sempre difeso le sue scelte in questi anni, ma lo scorso 24 luglio, in occasione del consiglio di amministrazione per la chiusura del bilancio, qualcosa si è incrinato. Il bilancio consolidato non è stato reso pubblico, sul sito c'è solo quello sociale e - secondo indiscrezioni - il saldo positivo sarebbe stato raggiunto solo dopo aver attinto 50 milioni di euro da un tesoretto dove ci sarebbero i Tfr dei dipendenti dell'ospedale: senza questa operazione il rosso sarebbe stato di 33 milioni di euro. Del resto dopo quel cda è saltata la poltrona di Parrotto, che era diventato direttore generale nel 2017, proprio sotto la presidenza Enoc, che ora ha preso in mano la gestione di tutto l'ospedale e cerca di prendere le distanze dal dirigente uscita. I guai non finiscono qui perché, sempre in assoluto silenzio, Parrotto è stato rimosso anche dall'Idi il 27 settembre, insieme con il suo braccio destro e direttore amministrativo Alessandro Zurzolo. A quanto pare gli investigatori del Vaticano stanno cercando di fare chiarezza non solo sulle relazioni tra Becciu e il Bambino Gesù, ma anche sulle società di consulenza usate dall'Apsa per le operazioni immobiliari. Come ha riportato anche Il Fatto Quotidiano, risultano tre fatture da 1,5 milioni di euro pagate dall'ospedale alla Ad Tesciuba, società di consulenza dove amministratore unico è Elio Tesciuba. A questo si aggiunge un altro dettaglio su cui le indagini stanno cercando di fare luce. I rapporti che sono intercorsi tra il ministero della Sanità a trazione Pd - quando era diretto da Beatrice Lorenzin - e proprio il Bambin Gesù. Il punto di collegamento è Emanuele Calvario, ex segretario particolare del ministro e ora responsabile partnership e programmi di innovazione sociale presso ospedale pediatrico, dato anche lui in uscita. Del resto ogni anno piovono sul Bambino Gesù 193 milioni di euro dalle regioni come rimborso per le prestazioni sanitarie in convenzione. A questi se ne aggiungono altri, sempre di stanziamento statale. Eppure il bilancio consolidato non c'è e il direttore amministrativo Giuseppe Melone si è rifiutato di firmarlo. Ora papa Francesco vuole fare chiarezza, evitando che a rimetterci sia uno dei fiori all'occhiello del sistema ospedaliero italiano.
Thierry Sabine (primo da sinistra) e la Yamaha Ténéré alla Dakar 1985. La sua moto sarà tra quelle esposte a Eicma 2025 (Getty Images)
La Dakar sbarca a Milano. L’edizione numero 82 dell’esposizione internazionale delle due ruote, in programma dal 6 al 9 novembre a Fiera Milano Rho, ospiterà la mostra «Desert Queens», un percorso espositivo interamente dedicato alle moto e alle persone che hanno scritto la storia della leggendaria competizione rallystica.
La mostra «Desert Queens» sarà un tributo agli oltre quarant’anni di storia della Dakar, che gli organizzatori racconteranno attraverso l’esposizione di più di trenta moto, ma anche con memorabilia, foto e video. Ospitato nell’area esterna MotoLive di Eicma, il progetto non si limiterà all’esposizione dei veicoli più iconici, ma offrirà al pubblico anche esperienze interattive, come l’incontro diretto con i piloti e gli approfondimenti divulgativi su navigazione, sicurezza e l’evoluzione dell’equipaggiamento tecnico.
«Dopo il successo della mostra celebrativa organizzata l’anno scorso per il 110° anniversario del nostro evento espositivo – ha dichiarato Paolo Magri, ad di Eicma – abbiamo deciso di rendere ricorrente la realizzazione di un contenuto tematico attrattivo. E questo fa parte di una prospettiva strategica che configura il pieno passaggio di Eicma da fiera a evento espositivo ricco anche di iniziative speciali e contenuti extra. La scelta è caduta in modo naturale sulla Dakar, una gara unica al mondo che fa battere ancora forte il cuore degli appassionati. Grazie alla preziosa collaborazione con Aso (Amaury Sport Organisation organizzatore della Dakar e partner ufficiale dell’iniziativa, ndr.) la mostra «Desert Queens» assume un valore ancora più importante e sono certo che sarà una proposta molto apprezzata dal nostro pubblico, oltre a costituire un’ulteriore occasione di visibilità e comunicazione per l’industria motociclistica».
«Eicma - spiega David Castera, direttore della Dakar - non è solo una fiera ma anche un palcoscenico leggendario, un moderno campo base dove si riuniscono coloro che vivono il motociclismo come un'avventura. Qui, la storia della Dakar prende davvero vita: dalle prime tracce lasciate sulla sabbia dai pionieri agli incredibili risultati di oggi. È una vetrina di passioni, un luogo dove questa storia risuona, ma anche un punto d'incontro dove è possibile dialogare con una comunità di appassionati che vivono la Dakar come un viaggio epico. È con questo spirito che abbiamo scelto di sostenere il progetto «Desert Queens» e di contribuire pienamente alla narrazione della mostra. Partecipiamo condividendo immagini, ricordi ricchi di emozioni e persino oggetti iconici, tra cui la moto di Thierry Sabine, l'uomo che ha osato lanciare la Parigi-Dakar non solo come una gara, ma come un'avventura umana alla scala del deserto».
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