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Cattivi noi? Madrid minaccia multe stellari

Cattivi noi? Madrid minaccia multe stellari
Ansa
Nessuno in Europa ha criticato la Spagna, che ha diffidato Open Arms dal salvare gli immigrati, pena sanzioni fino a 900.000 euro. Per le ammende da 50.000 euro al massimo previste dal Decreto sicurezza bis di Matteo Salvini, invece, l'Italia è stata messa in croce.
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L’imam Shahin lascia il CPR: per i giudici non sarebbe una minaccia tale da giustificare la detenzione, nonostante le sue parole sul 7 ottobre e un passato già segnalato dal Viminale. Il provvedimento di espulsione resta, ma la decisione riapre una questione cruciale: fino a che punto la sicurezza nazionale può essere messa in secondo piano rispetto ai ricorsi e alle interpretazioni giudiziarie?

Il deficit commerciale con Pechino tocca i 73 miliardi nei primi dieci mesi dell’anno. L’industria (divisa) chiede tutele, ma Merz dovrebbe stravolgere il modello tedesco.

Ogni stagione ha il suo «Fate presto!». Questa volta, l’esortazione non è rivolta all’Italia ma alla Germania, e non per tagliare il debito pubblico bensì per tagliare i legami con la Cina. Il lamento degli industriali tedeschi, sempre più in difficoltà di fronte alla potenza industriale cinese, risuona potente nei corridoi della cancelleria di Berlino.

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Gli Usa: «Risolto il 90% dei problemi». Ma Zelensky tergiversa sui territori
Volodymyr Zelensky e Friedric Merz (Ansa)
Ottimismo degli States dopo i colloqui a Berlino: «Garanzie di sicurezza molto forti per Kiev». I leader Ue plaudono ai passi avanti fatti grazie a Trump: «Sostegno al presidente ucraino se consulterà il suo popolo».

Le trattative tra la Casa Bianca e Kiev sul piano di pace sono state segnate da importanti «progressi». Questo è il fil rouge che accomuna le dichiarazioni della delegazione ucraina e di quella americana, dopo il faccia a faccia a Berlino tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il suo negoziatore, Rustem Umerov, l’inviato americano, Steve Witkoff e il genero di Donald Trump, Jared Kushner.

Dopo otto ore di negoziati tra ieri e domenica, Volodymyr Zelensky, ha reso noto che «i colloqui non sono stati facili, ma molto produttivi». Da Oltreoceano, la reazione del presidente americano è stata positiva: secondo gli alti dirigenti americani «Trump è soddisfatto di dove siamo arrivati».

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Il giudice rigetta l’archiviazione di John. «Nascose la nonna per prendersi i soldi»
John Elkann (Ansa)
Il gip Borretta chiede al pm l’imputazione coatta per Elkann e il commercialista Ferrero per le dichiarazioni di Marella.

Natale amaro per John Elkann. L’erede di casa Agnelli, impegnato nella cessione dei suoi giornali, La Stampa e La Repubblica (ma non della Juventus, da lui smentita con forza), nonostante la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Torino, si è ritrovato sul capo la richiesta di imputazione coatta ordinata dal gip agli inquirenti.

A fine estate, con un sintetico comunicato stampa, la Procura aveva annunciato la fine delle indagini sull’eredità di Marella Caracciolo (deceduta nel febbraio 2019). I reati contestati erano di dichiarazione infedele (inizialmente i pm avevano contestato la più grave dichiarazione fraudolenta) e di truffa ai danni dello Stato.

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