2021-12-03
Addio alla cassa Covid per il turismo. E arriva pure la stangata sulla casa
Il decreto fiscale cancella la Cig straordinaria per il settore. Senza paracadute oltre 2 milioni di operatori. L’esenzione Imu varrà per un solo immobile, anche se marito e moglie vivono e lavorano in Comuni diversi.I contagi aumentano, le disdette per le vacanze anche (pure per colpa del super green pass) e il governo pensa bene di eliminare la proroga della Cig per i settori più colpiti dalla pandemia, come quello del turismo organizzato. È una delle maggiori novità in arrivo con il decreto fiscale su cui si attende la fiducia in Senato e che ha innescato lo sdegno delle associazioni di categoria anche perché il mondo delle vacanze è un comparto che dà da mangiare a circa 2 milioni di lavoratori in Italia. L’anno scorso, per offrire un salvagente ai professionisti del turismo in difficoltà, sono stati spesi circa 188 milioni di euro. «Siamo allibiti per la sostanziale scomparsa della proroga Cig a beneficio dei settori più colpiti dalla pandemia dal decreto Fisco Lavoro, approvato in commissione e ora in Aula al Senato», fanno sapere una nota congiunta diffusa ieri Fto - Federazione turismo organizzato di Confcommercio, Aidit Federturismo Confindustria, Astoi Confindustria viaggi, Assoviaggi Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi Conflavoro. In aggiunta alla scomparsa della cassaintegrazione, all’interno del dl Fisco è previsto anche un importante giro di vite sul mercato immobiliare. A partire dal prossimo anno, infatti, l'esenzione dell’Imu sulla prima casa sarà valida solo per un’abitazione a famiglia, anche se i coniugi risiedono in due Comuni diversi. La stretta sulle prime case decisa da Parlamento e governo rappresenta un compromesso che parzialmente risponde a una sentenza della Cassazione ancora più restrittiva e che stabiliva il pagamento dell’Imu per entrambe le abitazioni qualora i coniugi fossero residenti in due immobili differenti. Compromesso che non soddisfa Confedilizia, che avrebbe preferito rimanesse la possibilità di esentare entrambe le abitazioni nei casi in cui siano motivi di lavoro a dividere le famiglie. Difficile dire con precisione quanto peserà questo provvedimento sulle tasche degli italiani ma, come spiega il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa alla Verità, «se si include anche la quota di chi faceva il furbo spostando la residenza nella casa al mare per non pagare l’Imu, allora l’incidenza della norma potrebbe essere rilevante».C’è poi il tema del caro bollette che spaventa non poco molti italiani. L’argomento è stato al centro di un incontro che si è tenuto ieri sulla manovra a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e i sindacati. Insieme al premier c’erano il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. Per i sindacati erano presenti i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Da quello che si apprende da fonti sindacali, i circa 2 miliardi di avanzo sul 2022 in arrivo dal minor costo del taglio dell’Irpef e dell’Irap andranno in parte al taglio delle bollette, in parte a una decontribuzione una tantum. D’altronde, molti esperti prevedono che i prezzi dell’energia non smetteranno di galoppare fino a marzo 2022 e questo potrebbe portare ad aumenti annuali medi superiori a 1.000 euro a famiglia per il prossimo anno. Sul tema l’ad dell’Enel, Francesco Starace, ha proposto di puntare sul fotovoltaico e sullo stoccaggio dell’energia per contenere gli aumenti del prezzo dell’elettricità. Il senatore Paolo Arrigoni, responsabile energia della Lega, ieri ha rimandato la proposta al mittente. «Starace risponda a questa domanda: come si propone di garantire la sicurezza del sistema energetico, che peraltro vorrebbe elettrificato al massimo, con la non programmabilità del fotovoltaico, a cui anche il premier Draghi riconosce dei limiti? Con sistemi di stoccaggio ancora da sviluppare?», si domanda il senatore, «Non si tratta solo di avere batterie che coprano il giorno e la notte, ma di megasistemi irrealizzabili che dovrebbero coprire l’estate e l’inverno, quando il fotovoltaico cala drasticamente la propria produzione». Intanto, l’incontro di ieri ha lasciato i sindacati ancora una volta insoddisfatti. Il numero uno della Cgil Maurizio Landini ha mostrato il suo disappunto perché non è stato affrontato il tema della riforma dell’Irpef e ha fatto notare che i 2 miliardi in più reperiti dall’esecutivo non saranno sufficienti contro la corsa dell’energia. Secondo quanto ha riferito Landini, inoltre, prima che il tema del taglio delle tasse in manovra oggi finisca in Consiglio dei ministri Draghi tornerà a parlare con i sindacati confederali per trovare una soluzione. Intanto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ieri a margine di un incontro a Milano sulla storia economica italiana, ha detto di essere «deluso dall’approccio dei partiti sulla manovra. «Quando vedo i partiti», ha detto, «che presentano più di 6.000 emendamenti per la gestione del fondo di 8 miliardi su cui dicevano di aver trovato un accordo politico, francamente rimango colpito».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)