2023-07-18
Caccia al «secondo uomo». Si stringe il cerchio sul dj che lavora in Inghilterra
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Caso La Russa, il giovane Tommy sarebbe l’amico che ha dormito a casa di Apache nella «notte folle». Il legale di uno dei musicisti: «Picerno avrebbe evitato lo stupro».Continua la caccia al «secondo uomo» che ha dormito a casa di Leonardo Apache La Russa e che avrebbe abusato insieme con il figlio del presidente del Senato della ventiduenne conosciuta quella notte. Nei giorni scorsi la seconda carica della Stato aveva spiegato che nell’appartamento «erano ospiti altri due amici» di suo figlio e che il contesto era sereno, trattandosi di «italiani che studiano e lavorano a Londra». Quanto al ragazzo presente in casa aveva sottolineato che «dormiva in un altro piano» e che «era uno dei due ospiti» che studiano con suo figlio, mentre l’altro non c’era e «non ne sa niente».La presunta vittima, a proposito del secondo ipotetico stupratore, ha riferito che Leonardo gli aveva detto che si chiamava «Nico». «Mi confermo’ che sia lui e sia il suo amico di nome Nico avevano avuto un rapporto con me a mia insaputa. Leonardo mi dichiarò che Nico si era fermato a dormire in un’altra stanza in medesimo appartamento. Mi avevano spogliato».In realtà dj Nico non esisterebbe. In casa La Russa c’era, invece, uno dei tre dj che hanno animato la serata che si è svolta tra il 18 e il 19 maggio all’ Apophis club di Milano. Verranno presto convocati dagli inquirenti. Uno di loro, però, probabilmente si dovrà presentare accompagnato da un legale. Per la serata al quale era stato dato come titolo «Eclipse», eclissi,in consolle c’erano Tommy Gilardoni, Luca Valenti e Roy Ventura, alias di Andrea Picerno. Quest’ultimo, classe 1996, si presenta come un «giovane dj italiano di base a Firenze». Sui social si mostra con capelli lunghi, foto davanti alle boutique del lusso e con una Vespa rossa vintage. Orologi classici al polso e pantaloni sorretti dalle bretelle. Alla consolle, però, è sempre in t-shirt. Valenti, nato nel 2000, milanese, è un giovane bocconiano, anche se, a dispetto dell’età, vanta una lunga esperienza ai piatti: sul suo sito Web afferma di aver cominciato a smanettare con i dischi «all’età di dieci anni». «Le mie chiavette», sostiene, avrebbero animato «molti dei più esclusivi eventi milanesi, italiani ed esteri» da Zurigo a Saint Moritz, da Forte dei Marmi, alla Costa Smeralda.Il terzo uomo è Tommy Gilardoni da Como, classe 1999. È l’unico che su Internet risulta lavorare a Londra, in particolare all’Omeara club. È quello su cui si trovano meno notizie, ma, a quanto ci risulta, sarebbe proprio lui l’uomo che ha dormito insieme con La Russa jr e la presunta vittima. Ieri abbiamo provato a contattarlo ripetutamente e gli abbiamo chiesto di confermarci o negarci la sua presenza nell’abitazione del presidente del Senato a metà maggio, ma il giovane, dopo aver sentito che eravamo giornalisti ha sempre rifiutato la chiamata.Ieri abbiamo contattato anche Picerno, il quale, al contrario del collega, ci ha rinviato al suo avvocato. E la conversazione con il legale, Tommaso Signorini, è risultata molto interessante. Ecco che cosa ha detto alla Verità.Il suo cliente era a casa di La Russa? «No» è stata la prima risposta.Abbiamo insistito: quindi era Tommasoni? «È uno di quelli che erano a Londra» ha tagliato corto l’avvocato.Ma perché Picerno ha un difensore? «Lo sono per altre cose e mi ha chiesto di gestire questa situazione perché l’hanno subissato di chiamate per questa cosa, perché era uno dei dj della serata. Ma lui di questa storia sa poco e la ragazza non la conosceva... ha, invece, conosciuto La Russa». Quella sera o precedentemente? «Credo quella sera, perché è stato ingaggiato per questa festa che ha organizzato La Russa, credo...».Che cos’altro sa? «Per esempio che a Picerno avevano offerto di andare a dormire da La Russa, ma che lui non c’è andato, perché era da un altro suo amico... quindi ha fatto bene, però, forse, per la ragazza è stato un male... se ci fosse stato lui, conoscendo il ragazzo, non sarebbe successo quello che è successo... perché Picerno è molto serio. Fa il dj, ma ha anche una società, una partita Iva, credo come geometra, è una persona per bene».Picerno ci può aiutare ad avere informazioni sul «secondo uomo»? «Penso che lui non voglia dare dettagli di questa cosa, perché dice che questo di Londra lo conosce...». Adesso il giovane dj d’Oltremanica rischia di essere iscritto sul registro degli indagati per violenza sessuale. Occorrerà vedere se singola o di gruppo.Sono attese per i prossimi giorni, probabilmente tra domani e dopodomani, le operazioni tecniche per effettuare la copia forense del telefono sequestrato venerdì scorso a Leonardo Apache. Come hanno riferito fonti qualificate, le verifiche riguarderanno solo il cellulare, che è stato accertato essere nella disponibilità del giovane, e non la sim, che è stata restituita in quanto non oggetto di sequestro perché intestata alla società che gestisce lo studio legale del padre, che in quanto parlamentare gode delle garanzie previste dalla legge.Fonti della Procura confermano che «a breve» la copia forense del telefonino sarà a disposizione. Il cellulare verrà analizzato tramite un accertamento irripetibile con le massime garanzie previste dalla legge ed è stato garantito che «l’accertamento richiesto riguarderà solo il dispositivo». «Posso tranquillamente confermare che Leonardo La Russa alla richiesta di esibire e consegnare il cellulare, benché detenuto in quel momento dalla mamma, si è attivato per poterlo consegnare immediatamente alla mia presenza», ha spiegato ieri in una nota l’avvocato Adriano Bazzoni, che difende Leonardo Apache e che ha aggiunto: «Di sicuro la collaborazione del ragazzo e della famiglia è stata totale ed esplicitamente apprezzata. È scelta dei pm in questo come in ogni altro caso, invece, decidere cosa acquisire». Da quanto si sa al momento gli accertamenti verranno effettuati «con esclusione nella successiva analisi di comunicazioni», coperte dall’articolo 68 della Costituzione: riguarderanno immagini rimaste impresse nella memoria e conversazioni o telefonate avvenute attraverso i social che abbiano pertinenza con le indagini. Come la chiamata che Leonardo avrebbe fatto alla presunta vittima il 20 maggio, è riportato nella querela, «utilizzando Instagram» poiché i due non si erano scambiati il numero di cellulare. La ragazza ha riferito di non aver risposto per paura. Ieri le indagini sono proseguite con le audizioni di alcuni dei giovani che la sera tra il 18 e il 19 maggio scorsi erano nel locale milanese dove Leonardo ha rivisto, dopo anni, la ex compagna di scuola che lo ha poi denunciato sostenendo di essersi svegliata la mattina dopo a casa La Russa, senza ricordare nulla di quello che sarebbe accaduto dopo aver bevuto un drink.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)