2025-03-08
Caso Diciotti, Meloni: «Decisione opinabile e frustrante»
Dura reazione del premier per la sentenza della Cassazione sul caso Diciotti, cui si associa tutto il centrodestra. Matteo Salvini: «Paghino i magistrati». Elly Schlein: «Esecutivo alimenta lo scontro per nascondere i fallimenti».Una decisione «frustrante». La premier Giorgia Meloni non nasconde sorpresa e ira per la sentenza della Cassazione sul caso Diciotti. «È una sentenza che non avvicina i cittadini alle istituzioni e che colpisce perché obbliga a dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare. Le sezioni unite della corte di Cassazione hanno condannato il governo a risarcire un gruppo di immigrati illegali trasportati dalla nave Diciotti perché il governo di allora, con ministro dell’Interno Matteo Salvini, non li fece sbarcare immediatamente in Italia. Lo fanno affermando un principio risarcitorio assai opinabile, quello della presunzione del danno, in contrasto con la giurisprudenza consolidata e con le conclusioni del procuratore generale. In sostanza il governo dovrà risarcire, con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse, persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano. Confesso che dover spendere soldi per questo è molto frustrante», ha concluso Meloni. Infuriata la Lega, con il leader Matteo Salvini che dice: «Quella della Cassazione sul caso Diciotti è una sentenza, e lo dico con rispetto, vergognosa, perché mi sembra un’altra invasione di campo indebita. Se quel governo come altri governi riteneva che la difesa dei confini, il contrasto all’immigrazione clandestina, il contrasto ai trafficanti di esseri umani era una priorità, ritengo che ad anni di distanza chiedere che siano i cittadini italiani a pagare per la difesa dei confini, di cui ero orgogliosamente protagonista, sia indegno. Pagassero i giudici, se amano particolarmente i clandestini, ne accolgano un po’ a casa loro». Anche il vicepremier Antonio Tajani si è detto contrariato dalla decisione: «Credo che il dovere del governo sia di difendere i confini nazionali, ma se tutti gli immigrati irregolari chiedessero un risarcimento così facciamo fallire le casse dello Stato. È una sentenza che non condivido, non ne condivido le basi giuridiche». Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio: «Molte volte la magistratura non guarda oltre il significato né il risultato delle proprie decisioni. Certo, prima di tutto il diritto, ma aldilà del rigore della legge formale e della sua applicazione bisogna stare attenti ai risultati, che possono essere devastanti in altri settori», perché «garantire un risarcimento anche a chi entra in modo illegale confligge con il principio di legalità e può provocare conseguenze che vanno aldilà dei casi specifici». «Gli italiani pagano il prezzo dei fallimenti di Giorgia Meloni», attacca la segretaria del Pd Elly Schlein, dimenticando che nel 2018 Fdi non era nel governo ma stava all’opposizione. «Meloni continua ad alimentare lo scontro con la magistratura per coprire i fallimenti del suo governo. Ma la Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, come stabilito dalla Costituzione, che non cambia in base al suo umore. Non è possibile che ogni giorno il governo attacchi le sentenze. Ciò che allontana i cittadini dalle istituzioni è una sanità pubblica presa a picconate dai tagli del suo governo, con quasi 5 milioni di cittadini che rinunciano alle cure. Ciò che allontana i cittadini dalle istituzioni sono salari da fame mentre Meloni affossa il salario minimo mentre ha scialacquato quasi un miliardo di euro dei contribuenti per costruire prigioni vuote in Albania». Le fa eco il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: «Attacco sguaiato».
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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