2023-06-07
Casa green, la Svezia passa la palla a Madrid
Iniziato il Trilogo: decisi solo i dettagli sui controlli. Prossime mosse alla Spagna, che prenderà la presidenza.Si è tenuta ieri a Bruxelles la prima riunione dei delegati alla trattativa sulla direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici EpBd, più nota alle cronache come direttiva «case green». Il trilogo, così si chiama la attuale fase di discussione tra Commissione, Parlamento e Consiglio europeo, discute sulla base del testo proposto dalla Commissione, su cui il Parlamento ha già espresso due mesi fa una propria posizione negoziale.A capeggiare il pacchetto di mischia per il Parlamento europeo vi era il pittoresco architetto irlandese Ciarán Cuffe, esponente dei Verdi. Per la presidenza di turno del Consiglio era presente lo svedese Torbjörn Haak e per la Commissione la commissaria per l’energia Kadri Simson. La direttiva in discussione è parte assai rilevante del maxi pacchetto di norme denominato Fit for 55, a sua volta porzione del cosiddetto Green deal, ovvero quell’orientamento socioeconomico lanciato da Bruxelles che vorrebbe assomigliare a una politica industriale europea. La Epbd fornirà agli Stati membri obiettivi di efficientamento energetico dello stock di edifici presenti sul territorio, nonché indicazioni per le nuove costruzioni. L’idea generale è che abbassando i consumi energetici delle abitazioni tramite l’efficientamento delle strutture si riducano le emissioni di CO2.Nel dettaglio, il provvedimento a oggi prevede che un certo numero di edifici entro il 2030 dovrà rientrare almeno nella classe energetica E, mentre entro il 2033 sarà obbligatorio raggiungere la classe D. Obiettivo minimo è riqualificare almeno il 15% degli edifici meno efficienti appartenenti alla categoria G, la più bassa. La posizione del Parlamento è più spinta di quella del Consiglio: mentre l’assemblea chiede un maggior numero di edifici interessati, minori esenzioni e più alte performance energetiche, il Consiglio è disposto a maggiori esenzioni e a un approccio più graduale anche nelle tempistiche. È ben chiaro ai governi, infatti, l’effetto pesante delle ristrutturazioni sul portafoglio dei cittadini, considerando anche il fatto che il panorama economico, con una persistente inflazione, non lascia intravedere nulla di buono.La discussione che si è aperta ieri deve sciogliere diversi nodi importanti. Il primo e più rilevante è quello relativo alla classe di destinazione delle ristrutturazioni al 2033. La posizione del Parlamento è per la classe D, mentre i governi sarebbero inclini a un atteggiamento più cauto, sia sulla classe di destinazione (E) sia sui tempi per adempiere. Trattandosi di direttiva, qualunque forma assumerà il testo non entrerà in vigore senza un formale atto di recepimento dei singoli Stati membri. Sarà quindi necessaria una legge del Parlamento italiano per rendere efficace la direttiva, la cui entrata in vigore è prevista nel 2025.La prima riunione di questo trilogo è stata soprattutto occasione di presentazione dei negoziatori e delle rispettive posizioni, peraltro già note. Nulla di concreto è stato deciso, per il momento, ma si è convenuto almeno sulla metodologia con cui affrontare i primi argomenti, quelli meno spinosi e discussi, come ad esempio il tema della titolarità dei controlli sulle ristrutturazioni. Non molto altro è emerso dalla discussione, mentre si possono fare alcune considerazioni relative al quadro politico di contorno. La presidenza di turno svedese del Consiglio, che guida i lavori del trilogo e il cui mandato terminerà tra tre settimane, ha dato l’impressione di non volersi intestare la conclusione di questo negoziato proprio negli ultimi giorni della propria presidenza. È ben chiaro al governo svedese, infatti, che questo è uno dei dossier più caldi e controversi tra i vari pacchetti del Fit for 55. Sembra quindi molto probabile che la Svezia possa allungare i tempi della trattativa in modo da lasciare il dossier aperto sul tavolo della Spagna, che succederà alla Svezia nella presidenza di turno dal 1° luglio prossimo.La Spagna però, dopo la sconfitta dei socialisti alle elezioni amministrative, va incontro a elezioni politiche il 23 di luglio. Dunque il governo dimissionario di Pedro Sánchez gestirà la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea fino alla formazione di un nuovo governo a Madrid. Difficile che in quel frangente un governo dimissionario voglia procedere comunque alla chiusura di questo come di altri dossier importanti. Allo stesso tempo, occorrerà qualche tempo dopo le elezioni spagnole per avere un nuovo governo con mandato pieno. Dunque, si può prospettare una ipotesi minima di uno slittamento dei tempi della discussione, magari a settembre. In più, occorre capire quale maggioranza uscirà dalle urne iberiche. Nel caso di una vittoria dei Popolari non è eresia pensare a una ulteriore dilazione dei tempi per cercare di arrivare più vicino possibile alle elezioni europee del 2024, così da rimandare la partita a una nuova legislatura, con una nuova Commissione e un nuovo Parlamento. Difficile ma non impossibile.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.