2021-03-01
Gentile Cingolani, non sia troppo Mite
Caro Roberto Cingolani, caro ministro di un ministero che ancora non abbiamo ben capito che cosa sia...Mi scusi se la disturbo mentre sta cominciando il suo lavoro e contando le sue competenze, che mi raccontano sconfinate. Ma le sarei grato se, fin dall'inizio, volesse evitare di prenderci per i fondelli con le parole. Già ci è stato difficile digerire il «ministero della transizione ecologica», che con quel nome sembra più vicino alla supercazzola che all'efficienza. In più, appena le hanno sdoganato l'acronimo ufficiale (Mite), lei si è messo pure a giocare con la melassa dichiarando che: «La mitezza è la virtù che va recuperata e che indica il modo in cui intendiamo operare: puntare sulla forza degli argomenti e sulla consapevolezza della sfida ambientale, avendo a cuore le future generazioni». Non le pare troppo? Cos'è? La transizione ecologica o la transizione ai Baci Perugina? Lo so che lei è stato abituato alla Leopolda di Renzi, mitica università della supercazzola incorporata. Ma in questo modo altro che green: lei rischia soltanto di aumentare la quantità di veleno nell'ambiente. O, almeno, nel sangue degli italiani.Che vuol dire infatti «puntare sulla forza degli argomenti»? S'è mai visto qualcuno che arrivando a un ministero abbia dichiarato di puntare sulla debolezza degli argomenti? O qualcuno che abbia proclamato con forza di non avere a cuore le future generazioni? Avete mai sentito affermare: giuro di essere fedele alla Repubblica e di affossare i nostri nipoti? E la «consapevolezza della sfida»? C'è qualcuno che si è preso una poltrona senza garantire di essere consapevole della sfida? Per altro, ci scusi se ci permettiamo: più che mitezza nel campo ambientale servirebbe un po' di decisione. Come sappiamo tutti, infatti, il problema in questo settore non sono tanto i soldi (quanti fondi europei sono rimasti inutilizzati?) quanto la capacità di spenderli. Di superare i vincoli. Le pastoie burocratiche. I veti incrociati. Le assurdità italiche. Che andrebbero tagliate via con lo spadone. Altro che con la mitezza.Per altro anche di lei si dice che sia molto bravo a ricevere i finanziamenti, un po' meno a spenderli. È stato infatti per 15 anni presidente dell'Istituto italiano di tecnologia, uno dei pochi centri di ricerca del nostro Paese che non aveva problemi a recuperare risorse dallo Stato. Però, qualche tempo, fa la Corte dei Conti l'aveva bacchettata perché quei soldi (430 milioni, anzi per l'esattezza 430.106.416) erano fermi su un conto corrente infruttifero. Ma come, hanno obiettato i contabili dello Stato, ti diamo soldi per fare ricerca e tu li tieni a dormire sul conto corrente? Siamo sicuri che da ministro saprà fare meglio. Anche perché, come ha raccontato il Fatto quotidiano, lei quando vuole spendere sa come fare: nel 2006, per dire, girò con generosità 3,5 milioni di euro a un laboratorio, il Laboratorio nazionale di nanotecnologie di Lecce. Un vero gesto di altruismo. Vabbè, il laboratorio era diretto da sua moglie, ma non si può andare troppo per il sottile, no? Perciò, caro Cingolani, noi abbiamo piena fiducia in lei. E siamo pronti ad accogliere con entusiasmo il bene che farà all'ambiente. Purché lei non si troppo Mite. Nemmeno con sé stesso.
Il presidente colombiano Gustavo Petro (Ansa)
L'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro (Ansa)