2021-01-04
Cara Azzolina, come fa a dirsi «soddisfatta»?
Sia realista, apra gli occhi: con tutto il tempo che avevamo a disposizione siamo arrivati alla vigilia della sbandierata riapertura delle scuole senza un minimo di certezza.Cara Lucia Azzolina, caro ministro dell'Istruzione, ogni volta che la sento parlare mi domando se accanto a lei non ci sia qualcuno che le voglia davvero bene. Qualche settimana fa, in una lunga intervista in stile libro Cuore, in cui raccontava la sua infanzia povera, in una casa senza libri, la sua adolescenza con l'acne e i compagni che la sfottevano chiamandola «Cazzolina», mi ero quasi intenerito e mi ero ripromesso di non citare più, almeno per un po', le sue mirabolanti gaffe, i suoi tour in tv sui banchi a rotelle, le sue litigate con il vocabolario (come quando ha confuso le parole «infrazione» ed «effrazione»), la scarsa conoscenza della lingua italiana, dei tamponi e persino degli oggetti di uso domestico, come quando disse che gli studenti «non sono imbuti da riempire», come se gli imbuti si potessero in qualche modo riempire.Prendere in giro la Azzolina è come sparare sulla Croce Rossa, mi ero detto dopo aver letto l'intervista, e soprattutto dopo aver visto le imitazioni che le hanno dedicato Maurizio Crozza e Striscia la Notizia. Le quali imitazioni, per altro, con tutto il rispetto per i comici in questione, fanno assai meno ridere dell'originale. Complice anche la prolungata chiusura delle scuole (com'è che aveva detto caro ministro, il 17 luglio scorso? «Le scuole riapriranno a settembre e non chiuderanno più». Ecco, appunto), mi ero persino dimenticato della sua esistenza, anche per evitare la lagna tardofemminista con cui accoglie ogni critica («Mi attaccano perché sono donna», dice sempre dimenticando che l'essere donna è una delle poche cose realmente apprezzabili in lei). Però l'altro giorno ho letto che ha annunciato «grande soddisfazione», per le decisioni prese intorno alla riapertura della scuola il prossimo 7 gennaio, inneggiando pure al «lavoro di squadra di cui andare fieri». E mi sono detto: a' Azzolina, ma che fai? Provochi?Sia realista, apra gli occhi: con tutto il tempo che avevamo a disposizione siamo arrivati alla vigilia della sbandierata riapertura delle scuole senza un minimo di certezza. La riapertura doveva essere al 75 per cento, è al 50 per cento, ma alcune Regioni già si dissociano (Campania), altre esprimono dubbi (Veneto e Puglia), altre lanciano drammatici appelli per fermarsi (Lazio). Sui trasporti non è stato fatto praticamente nulla, i mezzi non sono aumentati nonostante ci fosse il tempo per farlo. L'unica decisione presa, per evitare l'affollamento è stata quella di differenziare i turni: alcuni studenti entreranno prima, altri dopo, con enormi complicazioni sul piano organizzativo (tempi di studio, orari del personale, mense…) e senza che i presidi abbiano i mezzi per farvi fronte. Insomma, si va di nuovo verso il caos annunciato, senza nessuna chiarezza per le famiglie che ormai sono rassegnate al peggio. E in tutto ciò lei, cara Azzolina, esprime «grande soddisfazione»? Elogia il «lavoro di squadra»? Ma, per l'appunto, non ce l'ha qualcuno vicino che le voglia bene? E che le dia un consiglio? Che le suggerisca, per esempio, dopo aver messo evidenziato per tanti mesi le sue labbra, di mettere per una volta, una volta sola, in risalto un luccichio di cervello?
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