2025-02-12
L’uomo della Meloni dagli 007 privati per sapere delle spiate ai suoi danni
Gaetano Caputi (Imagoeconomica)
Gaetano Caputi, capo di gabinetto del premier, si è rivolto a un’agenzia milanese per conoscere quali fossero le notizie in mano ai cronisti di Carlo De Benedetti ottenute con accessi abusivi. Si va dal mutuo di 1,6 milioni alle consulenze.Il pasticciaccio della velina firmata dalla nostra intelligence e consegnata (sembra per errore) a quattro giornalisti (del quotidiano Domani) indagati per rivelazione di segreto, ha un nuovo, inedito, capitolo e riguarda le indagini di un’agenzia di investigazioni private commissionate dal capo di gabinetto di Giorgia Meloni, Gaetano Caputi, sui presunti accessi abusivi ai suoi danni. Un episodio che aggiunge un po’ di pepe a una vicenda già molto sapida.Alla Procura di Franco Lo Voi si era affidato, nell’autunno del 2022, Guido Crosetto, quando sospettò di essere stato spiato dai cronisti di Carlo De Benedetti. Il risultato fu l’iscrizione sul registro degli indagati del tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano. Ma per avere completa soddisfazione, il ministro della Difesa ha dovuto attendere il passaggio del fascicolo a Perugia, dove Raffaele Cantone ha messo sotto inchiesta non solo l’ufficiale, ma anche i cronisti che avevano scritto gli articoli incriminati.Ha puntato forte su Lo Voi anche Caputi che, dopo essere stato preso di mira sempre da Domani in alcuni articoli del febbraio 2024, ha presentato denuncia per le informazioni sul suo conto che riteneva non disponibili negli archivi compulsabili dai cronisti. Il 26 marzo lo stesso alto funzionario, attraverso il suo avvocato Giorgio Perroni, ha dato l’incarico all’agenzia milanese Axerta (il cui motto è «Indaga documenta accerta») di scoprire quali fossero le informazioni effettivamente sensibili contenute nei servizi di Domani. Il 29 aprile l’agenzia ha risposto con una relazione di 30 pagine firmata da Stefano Martinazzo, partner e responsabile del forensic accounting, internal e litigation di Axerta, lo stesso che si era occupato per conto di Alitalia dello spreco di denaro pubblico causato dall’acquisto del celebre Air force Renzi.Nelle conclusioni si legge: «Alcune informazioni non risultano ottenibili mediante interrogazioni di fonti o banche dati pubblicamente disponibili. Pertanto, è ragionevole ritenere che le stesse, se veritiere, siano state ottenute attraverso accessi abusivi a sistemi telematici o banche dati riservate, accessibili soltanto da parte di pubblici ufficiali per doveri d’ufficio, quali Serpico». Pubblici ufficiali che la Procura di Roma, all’esito delle investigazioni, non ha individuato. O, almeno, così risulta nell’avviso di chiusura delle indagini inviato ai cronisti accusati di rivelazione di segreto, ma non di accesso abusivo.Secondo Martinazzo, le informazioni non ricavabili in modo lecito, contenute negli articoli, riguardano «il mutuo ipotecario acceso dai coniugi Caputi»; la notizia che la gestione delle dichiarazioni fiscali di società in cui i coniugi Caputi detengono o hanno detenuto partecipazioni fosse affidata al commercialista P.P.; il ruolo rivestito presso il Consiglio nazionale del notariato nel 2023 dal dottor G.I. (di cui, su Internet, si troverebbe solo un curriculum del 2021); il numero di consulenze fornite da Caputi allo stesso Notariato; la storia dei «numerosi affidamenti ottenuti da Spin consulting (società riferibile alla famiglia Caputi, ndr) nel periodo 2015-2023»; infine, «il ruolo di segretario» del già citato G.I. «nelle assemblee dei soci di Spin consulting (informazione, al massimo, solo parzialmente rintracciabile)».Ci sarebbero, poi, le informazioni contenute negli articoli che «presentano delle discordanze rispetto a quanto pubblicamente disponibile» e che, quindi, nella versione comparsa sul giornale, potrebbero essere state tratte da Serpico o database simili. Eccole: indirizzo della sede di Spin consulting; tipologia dell’affidamento a favore della stessa società e mese di ottenimento dell’incarico da parte di Invitalia; ammontare dell’affidamento avuto dal Garante della privacy e data dello stesso; mese di ottenimento dell’affidamento assegnato dall’Istituto italiano di tecnologia. La relazione è stata consegnata anche alla Procura di Roma ma, nell’avviso di chiusura delle indagini, sono contestate ai giornalisti solo alcune delle informazioni sopra citate.In particolare i cronisti sono accusati di aver pubblicato la notizia di un finanziamento da 1,6 milioni di euro che Caputi e signora avrebbero «prestato» a una propria società e ottenuto «grazie a un mutuo bancario». Un’altra informazione considerata riservata è quella relativa al ruolo di manager nelle ditte di Caputi del sopra citato commercialista. Infine, sarebbe stata coperta da segreto la storia della gara da 180.000 euro indetta dal Consiglio nazionale del notariato e vinta da una società di famiglia di Caputi nello stesso periodo in cui il capo di gabinetto, già a Palazzo Chigi, firmava due consulenze proprio con il notariato. Nell’avviso di chiusura delle indagini i pm non contestano reati alle fonti dei giornalisti, evidentemente non individuate.In conclusione, secondo le toghe, l’elenco delle notizie coperte da segreto sarebbe più scarno rispetto a quello stilato da Martinazzo.Ma la gaffe fatta dalla Procura sarebbe stata un’altra. Dopo aver scoperto che alcune interrogazioni alle banche dati erano state eseguite da utenze riconducibili ai servizi segreti, Lo Voi ha chiesto delucidazioni al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, la struttura di coordinamento della nostra intelligence. La risposta, dettagliata, degli 007, con tanto di nomi degli agenti e indicazione delle operazioni che hanno portato a quegli accessi, è finita nel fascicolo del pm Maurizio Arcuri ed è stata messa a disposizione delle parti. Una scelta che ha convinto il Dis a presentare un esposto, firmato dal direttore Vittorio Rizzi, alla Procura di Perugia, competente per gli eventuali reati commessi dalle toghe capitoline. Il fascicolo, per ora, è stato aperto a modello 45, ovvero senza ipotesi di reato, né indagati, anche se, in filigrana, c’è il nome di Lo Voi. Su cui, in Umbria, avevano provato a indagare già in passato, quando alcuni faccendieri aveva messo in dubbio la regolarità della sua nomina a procuratore di Palermo.Infatti, nei loro interrogatori, gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, oggi condannati per numerosi reati, hanno fatto riferimento a una registrazione del consigliere di Stato, Nicola Russo, che era stato relatore della sentenza che aveva ribaltato il ricorso di Guido Lo Forte, concorrente di Lo Voi.Per questo, nel dicembre del 2018 il pm Gemma Miliani aveva chiesto gli atti relativi alle proposte della commissione del Csm che si occupa di scegliere i candidati per i posti direttivi e semidirettivi, oltre che i verbali delle sedute della commissione e del plenum che hanno portato all’incoronazione di Lo Voi e di altri suoi due colleghi. Peccato che la procedura sensibile non fosse direttamente l’iter della nomina, ma l’impugnazione davanti al Consiglio di Stato della decisione favorevole a Lo Forte e contraria a Lo Voi.Di ciò ha parlato anche Luca Palamara in uno dei suoi due libri, facendo riferimento a un incontro che l’ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, aveva avuto con Riccardo Virgilio, presidente della sezione del Cds che avrebbe dato ragione a Lo Voi. Lo stesso ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, in un’intercettazione, si era sfogato con un collega: «Lo Voi lo fa Pignatone… il ricorso di Lo Forte… c’è pure Pignatone in mezzo… vabbè… è meglio che non ti racconti… loro sono dei matti…».Quindi, nonostante oggi ci sia chi ricorda che a 15 anni (sic) Lo Voi sarebbe stato un ragazzino di destra, in realtà il capo dei pm di Roma è stato portato in alto dalla sinistra e, già nel 2014 (quando era cinquantasettenne e non uno sbarbato), veniva sponsorizzato per la poltrona di procuratore dai centristi (con sguardo a babordo) Pignatone e Palamara e, nel 2019, dalla corrente Area (in commissione gli diede il suo voto solo il progressista Mario Suriano), sostegno confermato nel 2021.Ma, come detto, sulla nomina palermitana le indagini sono durate pochissimo, anche perché i pm perugini pare che abbiano chiesto le carte sbagliate. Ma siamo certi che Cantone indagherà con maggiore attenzione.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.