2022-04-28
Capolavori della fotografia moderna in mostra allo spazio Camera di Torino
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Negli spazi del prestigioso Centro Italiano per la Fotografia di Torino, in mostra (sino al 26 giugno 2022) una straordinaria raccolta di più di 230 immagini provenienti dalla collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art di New York. Un’esposizione davvero unica, che raccoglie il meglio della fotografia moderna dal 1900 al 1940.Il tutto parte dal tedesco Thomas Walther, avvocato di professione e collezionista fotografico per diletto (ma dall’intuito eccezionale), che, lasciata la Germania e trasferitosi a New York, tra il 1977 e il 1997 riesce a raccogliere e a riunire in una collezione davvero inusuale e unica al mondo le più significative opere fotografiche prodotte nella prima metà del XX°secolo. Non necessariamente di artisti che hanno fatto la storia della fotografia ( penso, per esempio, a Henri Cartier-Bresson, Edward Weston o Man Ray), ma anche di fotografi meno noti o addirittura sconosciuti: importante, per Walther, non era tanto il chi, ma il come e il perché quell’immagine era stata scattata (a volte creata) proprio così. Con quella luce, quella tecnica, quella prospettiva. Ciò che a Walther interessava era la storia delle immagini che a poco a poco andava collezionando, le sperimentazioni linguistiche e all’avanguardia realizzate grazie a tecniche nuove, rivoluzionarie per quegli anni: il fotogramma per esempio, oppure i collages, le doppie esposizioni e i fotomontaggi. In una parola, tutto ciò che era indice di una nuova libertà di intendere e usare la fotografia. Per questo la collezione di Walther è straordinaria e unica nel suo genere: perché ha saputo cogliere (e raccogliere) il nuovo, l’innovazione, la voglia di uscire dagli schemi e - soprattutto - quel fermento creativo che, partito dall’ Europa, arrivò negli Stati Uniti, negli anni Quaranta il principale centro di produzione artistica mondiale e nuova casa e Patria degli intellettuali del Vecchio Continente in fuga dalla guerra. Ad interessarsi a questo patrimonio fotografico niente meno che il Museum of Modern Art di New York - forse meglio noto con l’acronimo MoMA – che lo acquistò in due diversi periodi (2000 e 2017), per ampliare e dare ulteriore prestigio alla sua già spettacolare collezione permanente di arte moderna e contemporanea. La mostra torineseSino al 26 giugno, questi grandi capolavori della fotografia si trovano in Italia, esposti al Centro Italiano per la Fotografia di Torino, ultima tappa di una mostra itinerante che, prima di tornare a New York, da dove è partita, è passata per le Jeu de Paume di Parigi e il MASI di Lugano, riscuotendo sempre e comunque un grande successo di pubblico .Appuntamento davvero imperdibile per gli amanti della fotografia e dell’arte in genere, la mostra allo spazio Camera è suddivisa in diverse aree tematiche, che spaziano dalla ritrattistica alla fotografia industriale, dal surrealismo al « pittorialismo», laddove arte e fotografia si intrecciano per diventare un unicum. Ampiamente presenti nel percorso espositivo le artiste donne, con opere di Berenice Abbott, Marianne Breslauer, Claude Cahun, Lore Feininger, Florence Henri, Irene Hoffmann, Lotte Jocobi, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull, Lucia Moholy, Leni Riefenstahl e alttre fotografe meno conosciute, ma altrettanto degne di appartenere alla collezione Walther. Particolarmente interessanti, oltre alle immagini iconiche di fotografi americani del calibro di Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand o Walker Evans ed europei – per esempio André Kertész e August Sande - le sperimentazioni futuriste di Anton Giulio Bragaglia e le composizioni astratte di Luigi Veronesi, due fra gli italiani presenti in mostra insieme alla triestina Wanda Wulz e alla già ricordata Tina Modotti, fotografa e attivista politica di fama mondiale.Chi visita quest’esposizione si trova immerso in un ovattato mondo in bianco e nero, a tratti misterioso, che non sorprende il visitatore con enormi gigantografie , ma lo intriga e lo invita ad avvicinarsi alle singole immagini. E più piccole sono, più ti costringono ad avvicinarti. E la sorpresa è sempre grande…
Jose Mourinho (Getty Images)