2021-05-21
Chi cambia sesso è affidato ai seguaci dei guru inglesi indagati a Londra
Nel Regno Unito il caso deflagrò nel 2019, e vale la pena di ripercorrerne le tappe perché oggi scopriamo che in parte quella storia riguarda anche l'Italia. E, soprattutto, riguarda i minorenni con «varianza di genere», quelli intenzionati a incamminarsi lungo il difficile percorso per il cambiamento di sesso. Ma partiamo da lì, dal Regno Unito, e precisamente dal Gender identity development service (Gids), che ha sede a Londra, all'interno del Tavistock Centre. Questo centro dipende dall'Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico. È l'unica struttura inglese a occuparsi dei bambini e ragazzi decisi a cambiare genere. I pazienti sono tutti minorenni, e vengono ovviamente accompagnati dai genitori.Dal 2014 al 2019, il numero di richieste pervenute al Gids ha registrato una crescita esponenziale, passando da 468 a 2.519 all'anno: un aumento del 400%. Già questi dati avevano scatenato sui giornali britannici un focoso dibattito. Ma nulla di paragonabile al pandemonio suscitato dalle dichiarazioni di uno studioso di nome David Bell.Bell è stato presidente della Società psicanalitica britannica, è considerato un luminare nel suo campo e, soprattutto, è stato a capo del personale clinico del Gids. La stampa inglese si è accorta di lui per via di un ponderoso rapporto che portava la sua firma. In quel testo, si raccontava ciò che accadeva all'interno del Tavistock Centre. Bell ha spiegato, in buona sostanza, che il servizio per il cambio di sesso dei minorenni non era in grado di valutare adeguatamente i suoi giovanissimi pazienti. Non solo: ha detto che il Gids riceveva parecchie pressioni «politiche», in particolare da parte degli attivisti trans (cosa poi confermata dalla dottoressa Polly Carmichael, direttrice del Gids). Pochi giorni dopo l'uscita del rapporto di Bell, uno dei vertici del Tavistock & Portman Nhs foundation trust, Marcus Evans, ha dato le dimissioni. Evans, stimato psicoterapeuta, faceva parte della fondazione che guida il Gids. Le motivazioni del suo addio le ha spiegate in un lungo articolo pubblicato dal quotidiano Daily Mail. «Il Gender identity developmente service», ha scritto Evans, «è stato accusato di essere troppo veloce nell'offrire cure mediche a bambini e ragazzi (farmaci che bloccano gli ormoni). Trattamenti che hanno conseguenze di vasta portata sconosciute e che, senza una sufficiente esplorazione dei sentimenti e delle motivazioni del bambino, possono avere effetti devastanti sulla sua vita, la sua identità e il suo sviluppo». Secondo Evans, i medici che si occupavano del cambio di sesso dei minorenni subivano troppe pressioni, e prendevano decisioni affrettate e pericolose. «C'è pressione da parte del bambino che si trova in stato di angoscia», spiegava Evans. «C'è pressione da parte della famiglia e degli amici, c'è pressione da parte delle lobby pro-trans. E tutto questo mette sotto pressione il medico, che vorrebbe aiutare il paziente a risolvere il suo stato d'angoscia fornendo una soluzione rapida». A parere dello stimato terapeuta, molti dipendenti del Tavistock Centre evitavano di denunciare i problemi interni perché temevano di essere accusati di «essere transfobici o di avere visioni bigotte».Quando però i principali media inglesi e internazionali iniziarono a occuparsi del caso, il clima cambiò. Gli ex dipendenti cominciarono a parlare. Come ha ricostruito Caterina Giojelli su Tempi, 18 medici si dimisero per ragioni di coscienza, alcuni rilasciarono dichiarazioni, tra cui quella che segue: «Questo trattamento sperimentale viene effettuato non solo sui bambini, bensì su bambini molto vulnerabili, che hanno avuto problemi di salute mentale, abusi, traumi familiari. Ma a volte questi fattori vengono semplicemente insabbiati». Il Times pubblicò una inchiesta esplosiva con un titolo cristallino: «È in corso un esperimento di massa sui bambini, i più vulnerabili». Alcuni ex pazienti decisero di andare per vie legali. Tra questi Keira Bell che - come ha raccontato su queste pagine Laura Della Pasqua - si affidò agli esperti del Tavistock, i quali la indirizzarono frettolosamente verso il cambio di sesso. A 16 anni la Bell iniziò ad assumere testosterone, a 20 subì la mastectomia, a 23 si rese conto di aver commesso un tragico errore.La Bell, in parte, alla fine del 2020 ha ottenuto ragione. Una corte britannica ha stabilito che i minori di 16 anni con disforia di genere non possono dare pieno consenso al trattamento con bloccanti della pubertà (farmaci che in Italia sono a carico dello Stato dal 2019). Motivo per cui serve l'approvazione di un tribunale prima di trattare con terapie mediche i minori di 18 anni con disforia. Certo, la battaglia non è ancora finita. A giugno si discuterà il ricorso in appello del Tavistock, e intanto il dottor David Bell ha dovuto affrontare la durissima risposta dei vertici della clinica. In un'intervista rilasciata al Guardian ha detto di essere rimasto sorpreso dallo scarso effetto che la decisione del tribunale ha avuto sul Gids: «In una situazione normale sarebbero cadute delle teste. La struttura gestionale è leggermente cambiata, ma sembra che si siano limitati a rifare la vetrina».Direte: ma che c'entra l'Italia in tutto questo? Spieghiamo. Quando lo scandalo arrivò sui giornali inglesi, il Tavistock pubblicò un comunicato stampa (ancora visibile sul sito ufficiale) in cui difendeva il suo operato. «Il Gids è stato fondato nel 1989 ed è uno dei servizi più longevi per bambini e giovani con diversità di genere nel mondo», si legge nel testo. «Domenico Di Ceglie, fondatore del servizio, ha scritto una serie di indicazioni terapeutiche a cui ci atteniamo ancora oggi».Interessante. Come fondatore del suo servizio gender il Tavistock indica un esperto italiano. In effetti, una biografia pubblicata dalla radio svizzera nel 2017 così recitava: «Primario in Psichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza nel dipartimento adolescenti della Tavistock Clinic di Londra, Di Ceglie nel 1989 ha fondato la Gender Identity Development Clinic presso il St George's Hospital di Londra». Oggi il professore risulta consulente onorario a vita del Tavistock. Ed eccoci al punto. Nei giorni scorsi ci siamo occupati del Saifip, ovvero il Servizio adeguamento tra identità fisica e identità psichica che opera all'interno dell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma. Alcuni dei responsabili di questo servizio sono stati indicati come gli autori delle «linee guida trans» inviate a tutte le scuole del Lazio e poi ritirate dopo aspre polemiche. Come abbiamo mostrato ieri, questi esperti che si occupano di seguire i minorenni intenzionati a cambiare sesso (e che ne denunciano da tempo l'aumento) si fanno spesso portabandiera delle istanze Lgbt e appaiono piuttosto schierati a livello ideologico e politico. Ci siamo chiesti - proprio come si chiesero gli inglesi - se le «pressioni» delle «associazioni Trans e Lgbt» non rischino di pregiudicare il lavoro di cura dei minori, magari contribuendo a spingere qualcuno su una strada sbagliata da cui non c'è ritorno.Ci torniamo a porre oggi le medesime domande. Anche perché abbiamo scoperto che tra il Tavistock e il Saifip esiste un legame. Sentite che dice Luca Chianura, uno dei responsabili del Saifip, a proposito del servizio per i minori con varianza di genere: «Quest'area del Saifip nasce nel 2005 in seguito alle molteplici richieste d'aiuto da parte di famiglie con minori con varianza di genere e disforia di genere. […] È stata determinante nella strutturazione del servizio per i minori la presenza, per diversi anni come supervisore clinico dell'equipe, di Domenico Di Ceglie, che ha fondato e diretto per anni il Gender Identity Development Service presso la Tavistock and Portman Clinic di Londra, uno dei più importanti centri a livello internazionale sulla varianza di genere in età evolutiva». Sul sito dell'Istituto Metafora (produttore delle linee guida trans e diretto dal dottor Chianura) si legge: «Il Saifip collabora da febbraio 2005 con la Tavistock & Portman Clinic di Londra, e precisamente con il prof. Domenico Di Ceglie, uno dei più autorevoli esperti internazionali in tema di disturbi dell'identità di genere in età evolutiva. Attraverso tale collaborazione, sono state organizzate e vengono offerte all'utenza attività di tipo clinico e diagnostico rivolte in modo specifico ai disturbi dell'identità di genere in bambini e adolescenti e ai figli di utenti del servizio».Riepiloghiamo. Il Saifip di Roma - a cui anche l'Istituto superiore di sanità (attraverso il portale Infotrans) invia i ragazzini con disturbi dell'identità di genere - collabora e segue l'approccio del professore che ha fondato il servizio gender del Tavistock di Londra. Il quale, da anni, è nell'occhio del ciclone per - così li definì una fonte del Times - «esperimenti sui bambini». Considerando questi fatti e il tasso di ideologia presente nelle linee guida laziali e nelle esternazioni pubbliche di alcuni componenti dell'equipe del Saifip, forse è il caso che qualcuno - nelle istituzioni - si prenda la briga di esaminare seriamente la faccenda.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)
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L’area tra Varese, Como e Canton Ticino punta a diventare un laboratorio europeo di eccellenza per innovazione, finanza, sviluppo sostenibile e legalità. Il progetto, promosso dall’associazione Concretamente con Fabio Lunghi e Roberto Andreoli, prevede un bond trans-frontaliero per finanziare infrastrutture e sostenere un ecosistema imprenditoriale innovativo. La Banca Europea per gli Investimenti potrebbe giocare un ruolo chiave, rendendo l’iniziativa un modello replicabile in altre regioni d’Europa.