2022-03-15
Caccia alle streghe Ue a russi e bielorussi. Le banche italiane bloccano i loro conti
Con la scusa del «controllo scrupoloso» fermati mutui e bonifici anche a chi ha la nostra cittadinanza o un permesso di soggiorno.Non solo oligarchi o fiancheggiatori di Putin. Da fine febbraio anche i russi e i bielorussi che vivono in Italia sono finiti nel tritacarne delle sanzioni imposte dall’Unione europea.Una norma voluta da Bruxelles, infatti, prevede che i trasferimenti di denaro verso conti appartenenti a banche italiane e intestati a cittadini russi debbano essere tutti controllati scrupolosamente. «Il bonifico, in pratica, non è più automatico e deve essere controllato», spiega alla Verità la portavoce di una banca italiana. L’unica via d’uscita spiega la norma, è che il correntista dimostri di avere la cittadinanza italiana o un permesso di soggiorno in corso di validità.La regola di Bruxelles specifica che «è vietato accettare depositi di cittadini russi (o bielorussi, ndr) o di persone fisiche residenti in Russia (o in Bielorussia, ndr), o di persone giuridiche, entità od organismi stabiliti in Russia (o Bielorussia, ndr), se il valore totale dei depositi della persona fisica o giuridica, dell’entità o dell’organismo per ente creditizio è superiore a 100.000 euro». La norma, continua Bruxelles, «non si applica ai cittadini di uno Stato membro, di un Paese membro dello Spazio economico europeo o della Svizzera, né alle persone fisiche titolari di un permesso di soggiorno temporaneo o permanente in uno Stato membro, in un Paese membro dello Spazio economico europeo o in Svizzera».La caccia alle streghe voluta dall’Ue, insomma, è partita. Anche perché questi controlli portano i correntisti ad avere un conto nella sostanza bloccato.Nella maggior parte dei casi, infatti il conto è stato aperto ben prima di due settimane fa, quando cittadinanza o permesso di soggiorno non erano richiesti. Il risultato di tutto questo è che in molti si sono trovati davanti al fatto compiuto, con il conto «in pausa». «Ho fatto un bonifico da un mio conto nazionale a un altro sempre italiano e i soldi non sono mai arrivati», dice Olga, alla Verità, che spiega come si è accorta di avere l’operabilità limitata. «Sono cittadina italiana da tre anni, ma il conto l’ho aperto più di dieci anni fa. Inoltre, la banca non mi ha mai chiesto questo documento», dice. «Ho un mutuo e la rata della macchina da pagare, se non mi arrivano i fondi rischio di finire tra i cattivi pagatori». Ora, insomma, molte persone di nazionalità russa o bielorussa che vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia si trovano con il conto sotto controllo, anche solo perché non hanno presentato la documentazione richiesta. Si tratta di persone che hanno un mutuo, un lavoro a tempo indeterminato o che hanno una famiglia in Italia. Persone, insomma, che con la crisi russo-ucraina hanno ben poco a che fare. D’altro canto, le banche eseguono quanto imposto dall’Ue. La norma è entrata in vigore dal 25 febbraio per i russi e dal 9 marzo per i bielorussi. «La normativa Ue impone di controllare i fondi in ingresso a tutti i conti intestati a cittadini russi e bielorussi che abbiamo in anagrafica», spiegano da una banca italiana. Per dirla in parole povere, se all’interno del database bancario non sei in regola, parte la graticola. Niente trasferimenti di fondi. Poi, certamente, è possibile presentare la cittadinanza italiana o il permesso di soggiorno e l’operatività del conto torna normale. Ma è più facile a dirsi che a farsi. «Ho un mutuo con questa banca di cui sono correntista da 20 anni», spiega Ludmilla. «Come avrei potuto avere un mutuo senza un lavoro o un permesso di vivere in Italia?», si chiede. «Però il mio istituto non mi ha detto nulla e mi ha congelato il trasferimento di soldi. Per fortuna, mio figlio è italiano e dal suo conto posso pagare e trasferire denaro», dice. «Io sono anche cittadina italiana ma, all’epoca del Covid, andare in banca non è facile. Serve l’appuntamento. Ho sentito il call center della banca e mi hanno detto che mi faranno sapere. Intanto, però, il mio conto è inutilizzabile. Non mi sono mai sentita tanto umiliata in vita mia», spiega la correntista. Insomma, i controlli imposti dal regolamento 328 (quello che blocca i trasferimenti per i russi) e 396 (quello per i bielorussi) stanno portando grandi disagi ai russi che hanno conti in Italia. La Verità ha contattato diversi istituti bancari che, però, fanno tutti muro di gomma. Stiamo eseguendo le norme dall’Unione europea, dicono. Intanto, però, ci sono già diversi russi e bielorussi che hanno scelto le vie legali sostenendo di essere in regola e di avere comunque il conto bloccato. «La mia banca sa benissimo che ho la cittadinanza italiana, gli ho fatto vedere il passaporto italiano, ma non è bastato», dice Anna. «Loro non hanno nemmeno visto il mio passaporto russo, eppure il conto è comunque congelato. Come è possibile? Ne parleranno con i miei avvocati», spiega.La rabbia di queste persone, va detto, è comprensibile. Non si capisce perché le stesse sanzioni non siano state applicate anche agli afgani, ai siriani, ai libici (la lista è lunga) che hanno un conto in Italia? Saranno meno dei russi o dei bielorussi, ma ce ne sono sicuramente.