2021-12-06
Caccia ai «no vax», mentre sui treni si stupra
Agenti sulle tracce dei manifestanti di Torino con la «prova tv». Intanto, nel Varesotto, violentate due ragazze«Adesso ci hanno dato questa priorità, vuol dire che molleremo su altri fronti». Qualche giorno fa, il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, si era fatto sfuggire l’amara verità: il Viminale, e prima ancora Mario Draghi in persona, hanno chiesto impegno massimo sul fronte green pass. Servono verifiche a tappeto e, come ricordava La Verità di ieri, meticolosi resoconti del numero dei controllati e dei multati da inviare sulla scrivania di Luciana Lamorgese ogni giorno. Con le carenze croniche di personale da anni lamentate dalle forze dell’ordine, venire incontro a queste disposizioni significa necessariamente istituire una balzana e innaturale gerarchia di priorità. Bisogna, insomma, «mollare su altri fronti». Come per esempio il fronte della sicurezza. Ne sanno qualcosa le due ventiduenni che nella notte di venerdì 3 dicembre hanno subito due aggressioni sessuali da parte di due ragazzi, un italiano e un marocchino irregolare, catturati ieri in serata. Una delle due ragazze è stata bloccata e violentata dai due balordi a bordo del treno Milano - Varese, all’altezza di Tradate. Il secondo episodio a Venegono Inferiore, dove i due uomini sarebbero scesi dal treno: nella sala d’attesa hanno avvicinato e tentato di stuprare un’altra giovane, che però è riuscita a divincolarsi e fuggire. Il tutto è avvenuto tra le 22 e le 22.15 di venerdì scorso. La polizia ha esaminato le tracce biologiche lasciate sul luogo dell’aggressione, oltre che i tabulati delle celle telefoniche e i filmati delle telecamere della zona, per arrivare infine all’individuazione dei due. Il tema della sicurezza sui treni notturni, in Lombardia e non solo, ovviamente è di ben più antica data rispetto alla questione green pass. Proprio per questo fa ancor più riflettere il fatto che una mobilitazione in grande stile delle forze dell’ordine, anche sui mezzi di trasporto, avvenga per verificare se gli utenti hanno fatto un tampone e non se stanno aggredendo qualcuno. Una società in cui alcuni ambienti di uso quotidiano, come appunto i vagoni dei treni, diventano off limits per gente che non ha violato alcuna legge, mentre se ci si sale dopo un certo orario non si è sicuri di poter scendere senza essere stuprati, ha decisamente qualcosa che non va. Così come stupisce l’ingente spiegamento di forze che ha portato addirittura a utilizzare la «prova tv» per identificare i manifestanti che sabato, a Torino, hanno protestato contro il green pass. Gli operatori della questura stanno infatti identificando le persone che erano in piazza senza mascherina (diventata obbligatoria in centro) grazie alle immagini della polizia scientifica, dopo aver proceduto ad alcune identificazioni sul posto. Una risposta alla Csi, con uso di tecnologia e uomini che sembrerebbero francamente degni di miglior causa. Colpiscono anche le immagini che, sempre sabato, sono arrivate da Milano, dove alcuni dei manifestanti hanno tentato di srotolare uno striscione in piazza del Duomo, provando a usare il megafono ma sono stati subito bloccati, strattonati e identificati. In tutto sono state identificate 202 persone, di cui 7 saranno denunciate per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto a fornire le proprie generalità. Trentaquattro persone sono state sanzionate per occupazione di aree urbane e 6 per il mancato utilizzo della mascherina. Emessi 30 ordini di allontanamento e notificati 4 avvisi di avvio procedimento per l’emissione di altrettanti daspo urbani. Il braccio violento della legge non ha pietà. A meno che non si sia delinquenti veri, ovviamente.
Crollano le forniture di rame, mercato in deficit. Trump annuncia: l’India non comprerà più petrolio russo. Bruxelles mette i dazi sull’acciaio, Bruegel frena. Cina e India litigano per l’acqua del Tibet.
Elly Schlein (Imagoeconomica)