2020-03-06
Buoni tata e più congedi: nebbia sugli aiuti ai genitori lasciati a piedi dalla scuola
Roberto Gualtieri stanzia 7,5 miliardi per famiglie e imprese, ma non si sa come verranno divisi: cruciale il nodo degli autonomi. La serrata può proseguire oltre il 15 marzo.Sulla situazione di genitori e famiglie, divenuta pesantissima dopo la chiusura delle scuole, il governo dichiara di essere al lavoro, ma per il momento si ferma ai «titoli», senza entrare nel merito. E una fonte governativa, rispondendo alla Verità, non ha potuto indicare né le risorse che - nell'ambito dello stanziamento complessivo di 7,5 miliardi annunciato ieri da Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri - saranno destinate alle famiglie, né il dosaggio tra lavoratori dipendenti e autonomi. «Abbiamo deciso di stanziare l'importo di 7,5 miliardi di euro a supporto delle famiglie e delle imprese che stanno affrontando l'emergenza coronavirus. Questa operazione ha bisogno dell'approvazione da parte del Parlamento», ha spiegato Conte. Gualtieri ha aggiunto: «Lo scostamento è di 7,5 miliardi in termini di saldo netto, 6,35 miliardi in termini di indebitamento netto» e «nessuno deve perdere il lavoro a causa del coronaviru». «Ci sarà una misura per sostenere una moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario».Ma concentriamoci sulle famiglie. Interpellata sui voucher per baby sitter e sul congedo parentale, Elena Bonetti, ministro per le Pari opportunità, ha dichiarato a Radio Capital: «Stiamo studiando alcune di queste misure. Siamo al lavoro per adottare le migliori misure per il Paese. Le mie proposte le ho portate e le riporterò. C'è la volontà di accompagnare le famiglie in questa emergenza». Ma per il momento nessun dettaglio: «Sto pensando a possibilità di sostegno per i costi delle baby sitter, con i voucher, si tratta di proposte per le quali ci sono in corso valutazioni economiche. Anche i nonni che sono così preziosi nel welfare della nostra società e oggi vanno tutelati, quindi occorre dare anche la possibilità di evitare troppo contagio tra i bambini e i nonni, con congedi straordinari per i genitori».Il nodo sono le risorse e la loro ripartizione. Quanto, in che misura, con quale platea e con quali limiti anche gli autonomi potranno beneficiare dei voucher? A quanto ammonterà il fondo? Come sarà suddiviso tra lavoratori dipendenti e autonomi? Tutte domande poste dalla Verità e rimaste senza risposta, fino a ieri sera. Non si può dimenticare la campagna del Conte bis ai danni delle partite Iva, con il rifiuto dell'estensione della flat tax fino a 100.000 euro e il ripristino dei paletti che hanno reso per moltissimi impraticabile quel regime anche entro i 65.000 euro. E anche per i dipendenti il nodo sono i soldi. Lo strumento del congedo parentale già esiste, ma per evidenti ragioni è penalizzante dal punto di vista economico. In condizioni ordinarie, il genitore che ne usufruisce ha un'indennità pari al 30% della retribuzione giornaliera se il bimbo è entro gli 8 anni d'età, e nessuna indennità oltre quel limite di età. Anche in questo caso La Verità ha chiesto se si intenda andare oltre quella soglia, ma senza ottenere una risposta precisa. Non esce dall'incertezza nemmeno la grillina Laura Castelli, viceministro dell'Economia, sul Blog delle Stelle: «La norma è in corso di definizione: si tratta di consentire a uno dei due genitori di assentarsi dal lavoro, senza perdere un euro di stipendio, per assistere i figli minorenni a casa da scuola. Se entrambi i genitori fossero costretti a lavorare, potrebbe rendersi necessaria pagare una baby sitter. La norma che abbiamo in mente va a risolvere questo problema, senza scaricare i giorni non lavorati sul datore di lavoro. Ci penserà lo Stato a pagare il genitore che rimane a casa». Di autonomi non si parla proprio.Intanto, una soluzione adeguata è sollecitata dalle opposizioni. Il primo a porre il tema è stato il governatore della Lombardia Attilio Fontana (Lega): «Abbiamo avanzato al governo la richiesta per consentire ad almeno uno dei due genitori di poter stare accanto ai bambini». Sulla stessa linea, la leader di Fdi Giorgia Meloni, con alcune proposte puntuali: congedo parentale al 70% (non al 30%), oppure 500 euro di contributo baby sitter per le famiglie con entrambi i genitori al lavoro e figli fino a 14 anni di età, più sospensione e ricalcolo delle rette scolastiche. C'è anche il tema degli asili nido. Già nei giorni scorsi Assonidi (che rappresenta 1.400 gestori privati) aveva descritto la condizione degli operatori come una sorta di «zona rossa allargata», con effetti devastanti. Secondo il direttore Paolo Uniti, «con il prolungarsi delle misure restrittive, molte strutture potrebbero non avere le risorse economiche per coprire i costi di gestione, in particolare quelli relativi al personale dipendente e ai canoni di locazione». Ricapitolando. Quanto al merito, l'incognita sono i soldi: quante risorse saranno stanziate, e quanto saranno in grado di coprire le esigenze non solo dei lavoratori dipendenti, ma pure degli autonomi. Quanto alla procedura, la consecutio è quella annunciata: interlocuzione con l'Ue, relazione e voto parlamentare (richiesta la maggioranza assoluta) per autorizzare lo scostamento dagli obiettivi di finanza pubblica originariamente fissati (in Aula l'11 marzo) e poi i provvedimenti veri e propri. Tutto la prossima settimana.