2023-06-02
Quante bugie per difendere l’utero in affitto
La sinistra politica e mediatica si schiera contro la proposta di rendere la surrogata reato universale con argomenti grotteschi. Dallo sfruttamento come «rischio» evitabile (quando è la ragion d’essere stessa della Gpa) al solito uso strumentale dei bambini. Sono venuti allo scoperto, alla fine. Ieri, all’improvviso, ci siamo resi conto che per una bella fetta della sinistra italiana l’utero in affitto è un diritto che solo una destra bigotta e feroce può insistere a negare. I principali quotidiani di area progressista si sono schierati in fila perfetta, tutti pronti a sostenere la necessità di sdoganare la cosiddetta gestazione per altri. Da Repubblica alla Stampa passando per il Manifesto sono tutti concordi: rendere l’utero in affitto reato universale è una discriminazione. La faccenda, se ci pensate, è ben curiosa per varie ragioni. Tanto per cominciare, non risulta che la sinistra che ha governato fino all’altro giorno abbia presentato proposte di legge per modificare la legislazione vigente, con l’eccezione di +Europa e di qualche cespuglio estremista. Questi ultimi hanno in effetti avanzato progetti di legge allo scopo di rendere legale la cosiddetta surrogata altruistica, e anche mercoledì alla commissione Giustizia della Camera hanno proposto emendamenti per sterilizzare il testo voluto da Fratelli d’Italia sul reato universale. Emendamenti che però sono stati respinti anche con il voto del Pd. In sostanza, sembra che i cari progressisti si siano svegliati soltanto adesso, e solo perché la destra di governo vuole (giustamente) intervenire sulla materia. La seconda ragione che rende surreale le uscite indignate dei giornali militanti è forse la più banale ma pure la più inquietante. A leggere certi articoli sembra che si stia discutendo in Parlamento sull’opportunità o meno di consentire il ricorso alla surrogazione. Le cose, tuttavia, stanno in maniera piuttosto diversa. La surrogata è già proibita in Italia, da parecchio tempo e con pene piuttosto dure. Tutte le corti di ogni ordine e grado l’hanno condannata ritenendola gravemente lesiva dei diritti delle donne, tanto da proibirne persino la propaganda. Significa che la sinistra sta cercando di spalancare oltre ogni limite la consueta finestra di Overton. Una pratica che fino all’altro giorno era considerata ripugnante da tutti, nel giro di pochi mesi è divenuta prima discutibile (grazie al contributo dei suddetti giornali e di alcune delle allucinanti idee dei radicali) e poi addirittura «umanitaria». Rileggere ciò che ieri hanno scritto a riguardo due firme di rilievo come Concita De Gregorio e Michela Marzano mette i brividi. Entrambe hanno affastellato una serie di bugie e mistificazioni davvero impressionante, ma del resto è così che opera la propaganda. Dice ad esempio Concita che «vietare la Gpa perché esiste il rischio di sfruttamento (esiste, certo che esiste) è come decidere di vietare gli appalti, la costruzione di opere pubbliche, le Olimpiadi e i Mondiali perché c’è il rischio di corruzione. C’è sempre, sì, la possibilità di commettere illeciti. Lo sappiamo bene. Servono quindi leggi chiare a prevenzione e pene severe a punizione. Servono regole, e il loro rispetto». Scrivere cose del genere significa ignorare del tutto ciò di cui si ragiona. La surrogata è sempre uno sfruttamento, anche quando lo sfruttato è consenziente (altrimenti dovremmo permettere il lavoro in nero nei campi quando il clandestino è favorevole perché vuole incassare due lire). Esiste sempre una transazione economica, anche nei casi di presunta «maternità solidale»: che la si chiami compenso o rimborso non fa differenza. Infine, ogni Gpa è regolata da un contratto, ed è lì che sta il problema. Se la gestante cambia idea, non può tenersi il figlio, non è libera di decidere sulla interruzione di gravidanza (cosa che dovrebbe indignare le femministe) e sta comunque trasformando un gesto gratuito e amorevole in un business. Ci vogliono regole, sostiene Concita: ebbene, sono proprio quelle che la maggioranza intende creare per evitare che qualche furbo, etero o gay, aggiri le norme vigenti. E qui arriviamo alla più spaventosa e vigliacca menzogna che i presunti difensori dei diritti diffondono da fin troppo tempo, e cioè quella riguardante le «discriminazioni» che colpirebbero i cosiddetti «bambini arcobaleno», una parte dei quali (per fortuna minoritaria) è venuta al mondo proprio tramite Gpa. Scrive a riguardo Michela Marzano: «Già oggi a questi bambini è negato il diritto di essere sicuri che non accadrà mai che una maestra possa rifiutare di farli tornare a casa con colui o con colei il cui nome è assente dai documenti ufficiali. Ebbene, se la gestazione per altri dovesse davvero diventare reato universale (che poi lo sarebbe solo nel nostro Paese, altro che universale, mica negli altri Paesi varrebbe una tale norma!), questi bambini perderebbero anche quel poco che hanno, reietti da una società che dice di voler agire per il loro bene, ma a cui, di fatto, di loro non importa nulla. Perderebbero i padri e le madri, sbattuti in galera come volgari assassini; perderebbero la propria famiglia; perderebbero tutto». Queste stupidaggini, purtroppo, vanno per la maggiore nei dibattiti, motivo per cui vale la pena di prendersi un minuto per smentirle. Già oggi - grazie al cielo e per legge - i bambini non hanno un diritto in meno degli altri. Al massimo possono avere qualche difficoltà in più i loro «padri intenzionali», difficoltà che per altro si sono procurate da soli scegliendo di violare consapevolmente la legge. In ogni caso, per andare a prendere un bambino a scuola basta un modulo firmato presso l’istituto, lo stesso che firmano tutti gli altri genitori non biologici, compagni, partner eccetera che compongono il variegato mosaico delle odierne relazioni sentimentali. Per altro, i «genitori intenzionali» dei bambini già nati possono richiedere l’adozione per casi speciali, e ottenerla senza particolari problemi. Il punto è che gli attivisti non vogliono l’adozione (dopo averne chiesto l’inserimento nella legge sulle unioni civili): vogliono equiparare genitorialità biologica e intenzionale, cosa che in futuro potrebbe persino privare padri e madri naturali dei loro diritti. Ultima osservazione: nessun genitore finirà in galera quando verrà approvata la legge sul reato universale. Come la Marzano dovrebbe sapere, le norme italiane non sono retroattive, dunque chi abbia fatto ricorso alla Gpa in passato non rischia niente. Non solo: chi decidesse in futuro di violare la legge difficilmente finirebbe davvero in carcere visto che le pene detentive sono tutto sommato lievi, proprio perché si è deciso di puntare sulla deterrenza e alzare molto le sanzioni in denaro. Tolte di mezzo le balle, vediamo i fatti. Il primo è che della liceità della surrogata non si dovrebbe nemmeno discutere: è già vietata qui e nella maggioranza degli Stati del mondo. Sul piano dei diritti, poi, dovrebbe valere una sola regola: i bambini non vanno separati dalle madri, per nessun motivo. I bambini - che non sono organi ma altre persone - non si vendono e non si regalano. Fine. Comunque sia, la legge sul reato universale procede per ora spedita, e se nella maggioranza non ci saranno defezioni (che, nel caso, andrebbero duramente punite), verrà approvata. E si tratterà di una cosa buona e giusta, poiché una larghissima maggioranza di italiani è contraria alla surrogata, compresa una ampia fetta di elettori e militanti di sinistra. Di fronte a queste evidenze, i progressisti hanno due possibilità: contribuire a far passare la legge in discussione - magari con qualche miglioria - e far cessare gli abusi. Oppure difendere l’abominio della surrogazione. A quanto risulta i più hanno scelto la seconda strada, inclusi coloro che sono ostili alla Gpa, soltanto per motivi di scontro politico. Beh, peggio per loro. Ne dovranno rispondere agli elettori e, soprattutto, alla loro coscienza, sempre che ne riescano a ritrovare le tracce
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.