2022-12-20
Bruxelles suda freddo e molla Avramopoulos
Dimitris Avramopoulos (Ansa)
L’ex responsabile degli Affari interni era membro dell’Ong Fight impunity e riceveva uno stipendio: «Un solo anno per 5.000 euro mensili, con il permesso della Commissione». Che però, dopo gli imbarazzi per Margaritis Schinas, lo gela: «Vedremo se era tutto in regola». L’inchiesta sul Qatar avanza spedita e il cerchio degli inquirenti si stringe intorno alla Commissione Ue. Dopo il caso del vicepresidente Margaritis Schinas, che ha la delega alla promozione dello stile di vita europeo, e che ha pubblicato su Twitter dei post a favore del Qatar, tocca ora a un altro esponente della politica ellenica, l’ex commissario europeo Dimitris Avramopoulos, finire al centro della bufera. Avramopoulos, dal 2014 al 2019, sotto la presidenza di Jean-Claude Juncker, è stato commissario europeo per le Migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza, ma è stato anche componente del consiglio dei membri onorari di Fight impunity, la Ong fondata da Antonio Panzeri nel 2019 e finita nel mirino della magistratura belga, percependo anche un lauto emolumento. «La mia partecipazione all’organizzazione Fight impunity», si difende Avramopoulos parlando con l’agenzia di stampa greca Ana-Mpa, «è stata fin dall’inizio senza responsabilità esecutive o manageriali. Il comitato a cui ho partecipato, con personalità come Federica Mogherini, l’ex premier francese Bernard Cazeneuve e la senatrice Emma Bonino, era del tutto onorario. Per la mia partecipazione ho chiesto l’approvazione della Commissione europea, che mi è stata data per iscritto dalla presidente Ursula von der Leyen. Un corrispondente parere di assenso per la mia partecipazione al comitato onorario dell’organizzazione», sottolinea Avramopoulos, «è stato rilasciato dal Comitato etico indipendente dell’Unione europea, il 10 dicembre 2020. Il compenso era di un anno, da febbraio 2021 a febbraio 2022, con la somma di 5.000 euro al mese, dichiarati e tassati in Grecia, a norma di legge. Dopo un anno, nel febbraio 2022, poiché l’attività dell’organizzazione greca era notevolmente diminuita, ho chiesto la fine del risarcimento. Dopo marzo, la mia partecipazione era sostanzialmente finita», argomenta Avramopoulos, «non appena informato dei fatti di Bruxelles, ho presentato immediatamente e irrevocabilmente le mie dimissioni e ho chiesto che il mio nome fosse rimosso dal sito». La Commissione scarica platealmente l’ex commissario europeo agli Affari interni: «Avramopoulos è membro del consiglio dei membri onorari di Fight Impunity», dice il portavoce capo dell’esecutivo europeo, Eric Mamer, «per questo ha ricevuto una autorizzazione il 3 febbraio 2021, dopo una opinione del comitato etico del 10 dicembre 2020. Non possiamo confermare le cifre, non sta a noi dire quale possa essere stata la sua remunerazione: raccomanderei fortemente di chiedere a lui. Stiamo conducendo verifiche interne, siamo di fronte a una decisione presa dalla Commissione, nel rispetto delle regole. Stiamo verificando se le condizioni previste dalla decisione sono state rispettate», aggiunge Mamer, «al momento non abbiamo indicazioni in contrario». Avramopoulos, secondo le regole europee, non poteva contattare la Commissione europea a nome di Fight impunity. Al portavoce della Commissione è stato anche chiesto quale sia stata la natura di due incontri che Avramopoulos ha avuto nei mesi scorsi come riportato dal suo account twitter. Il 3 ottobre scorso Avramopoulos ha incontrato a cena la vicepresidente della Commissione, Vera Jourova, mentre il 3 luglio ha pubblicato sul profilo Twitter una foto che lo ritrae in Grecia con il commissario al Bilancio, Johannes Hahn. «Stiamo verificando», ha risposto il portavoce della Commissione, «se se si sia attenuto alle restrizioni previste nell’autorizzazione che erano di non contattare la Commissione per conto della Ong». Avramopoulos è in corsa per l’incarico di inviato Ue per il Golfo, al quale ambisce anche Luigi Di Maio: «La procedura è in corso e non possiamo fare commenti», ha risposto il portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione Ue, Peter Stano, a chi gli ha chiesto se la partecipazione a Fight impunity possa avere ripercussioni sulla nomina e alla domande se l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell abbia chiesto chiarimenti all’ex commissario. A proposito di Borrell: l’avvocato di Eva Kaili, Michalis Dimitrakopoulos, secondo Reuters, ha detto che la ex vicepresidente del Parlamento europeo si sente tradita dai colleghi che martedì hanno deciso di farla decadere dal suo ruolo. «Ho parlato con la signora Kaili e lei ha rotto il silenzio. La sua decisione di visitare il Qatar non è stata personale, è stata una decisione del Parlamento europeo, con l’accordo» della Commissione europea e del capo della politica estera della Ue, Josep Borrell. Il quale Borrell, il 1 ottobre 2021, ha elogiato le relazioni con lo Stato del Qatar, annunciando che l’apertura di una rappresentanza Ue e descrivendo questa iniziativa come «un evento importante per rafforzare i nostri legami», come si legge nel comunicato pubblicato sul sito web del ministero degli Esteri del Qatar riportato dall’Ansa, nel corso di una conferenza stampa congiunta a Doha con il vice premier e ministro degli Affari esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani.
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