2022-01-27
Briatore innocente, lo Stato dà via il suo yacht
Il «Force Blue» e nel riquadro Flavio Briatore (Ansa)
Surreale vicenda di malagiustizia: dopo 11 anni e due sentenze favorevoli in Cassazione, il manager è stato assolto per la terza volta in Appello dall’accusa di evasione per il suo panfilo da 63 metri. Piccolo particolare, il gioiello dei mari è già stato assegnato all’asta. Finisce con un kappaò per la magistratura italiana l’incredibile caso del «Force Blue» di Flavio Briatore. È innocente: affittando il suo yacht, non ha compiuto alcuna evasione fiscale. Lo ha stabilito ieri la corte d’appello di Genova, che finalmente ha mandato assolto il manager-imprenditore (e altre tre persone) «perché il fatto non costituisce reato». Per arrivare a questo nulla di fatto, però, sono serviti sei diversi passaggi giudiziari e quasi 11 anni di gogna mediatica per Briatore, mille volte definito evasore fiscale. Un prezzo altissimo, cui si aggiunge la perdita di credibilità della giustizia. Senza parlare del costo del lavoro svolto per 11 anni da schiere di agenti di polizia giudiziaria, e dell’impegno e del tempo (perso) di un numero imprecisato di magistrati dell’accusa, giudici, periti e consulenti vari. Nella contabilità sgangherata della nostra paradossale giustizia, il prezzo finale pagato per l’Operazione Force Blue sicuramente è altissimo e folle. Non sapremo mai quanti milioni sia costato questo processo, ma non è improbabile che il valore superi la stessa multa, peraltro iperbolica, che la giustizia avrebbe voluto ingiustamente affibbiare a Briatore. Viene davvero lo sconforto a pensare che nessuno pagherà per questo ennesimo errore. La vicenda comincia per l’esattezza il 20 maggio 2010, quando lo yacht viene sequestrato al largo di La Spezia, mentre Briatore è a bordo con Elisabetta Gregoraci e con il figlio Nathan Falco, ancora bambino. Il Force Blue, che è lungo 63 metri, è stato importato in Italia nel 2006, è stato intestato a una società di Briatore, la Autumn Sailing, e batte bandiera delle Isole Cayman. L’imprenditore viene accusato di aver simulato un’inesistente attività di noleggio al solo scopo di utilizzare lo yacht, evadendo così l’Iva all’importazione per 3,6 milioni. Il processo di primo grado parte dopo molto tempo. Il 10 luglio 2015 il tribunale di Genova condanna Briatore a un anno e 11 mesi di reclusione per evasione dell’Iva e falsa fatturazione. I giudici stabiliscono una multa di 7,2 milioni di euro e dispongono la confisca del Force Blue. In secondo grado, il 10 febbraio 2018, la Corte d’appello di Genova riduce la pena a un anno e 6 mesi ma conferma la confisca. Si arriva in Cassazione: il 28 settembre 2018 la terza sezione penale annulla la condanna per falsa fatturazione «perché il fatto non sussiste». La Cassazione revoca la parte di confisca dello yacth per questo solo reato, e rinvia alla Corte d’appello il processo per l’evasione dell’Iva, ritenendo non sia stata bene motivata quella parte di condanna. Il 4 ottobre 2019 la Corte d’appello di Genova dichiara estinto per prescrizione il reato di evasione fiscale, però conferma la confisca del Force Blue: questo allo scopo di consentire all’Agenzia delle entrate d’incassare i 3,6 milioni dell’Iva che non sarebbe stata versata.A quel punto, però, scoppia il Covid. La Cassazione dovrebbe concludere il processo, ma le udienze passano di rinvio in rinvio: nel dicembre 2020 ne viene calendarizzata una per il febbraio 2021. A quel punto, forse, la Corte d’appello di Genova dovrebbe attendere la sentenza dei supremi giudici, e invece decide di vendere lo yacht. Coinvolge così due case di brokeraggio, che lo valutano 19 milioni. I broker, gente seria e competente, segnalano però che per vendere un’imbarcazione di quelle dimensioni la fretta è molto dannosa: per trovare gli acquirenti giusti, infatti, servono 12-18 mesi, altrimenti si rischia di svendere. La Corte d’appello fa a modo suo: il 27 gennaio 2021 il Force Blue viene posto all’asta, con una base di 7 milioni. Inutilmente Briatore si oppone. L’asta si fa. Bernie Ecclestone, ex patron della Formula 1, si aggiudica lo yacht per 7 milioni e 490.000 euro. Trascorrono quattro mesi e il 9 giugno 2021 la Cassazione annulla la confisca del Force Blue e rinvia per la seconda volta il processo alla Corte d’appello di Genova. Nelle motivazioni i supremi giudici contestano ai colleghi genovesi di non aver fatto nulla di quanto avevano loro prescritto nel settembre 2018: scrivono che la Corte d’appello si è comportata «come se tutto ciò che è scritto nella sentenza d’annullamento non la riguardasse», e che ha ripetuto «pedissequamente» argomentazioni già ritenute «non convincenti o esplicitamente errate». La Corte di Genova, soprattutto, non ha sciolto il nodo fondamentale della Autumn Sailing: non è stata in grado di dimostrare, cioè, che quella società sia stata davvero lo «schermo fittizio» che avrebbe permesso a Briatore di evadere l’Iva. A quel punto il processo torna per la terza volta alla corte d’appello di Genova, che ieri, finalmente, s’è degnata di dare ragione alla Cassazione. Subito dopo l’assoluzione, Briatore ha ringraziato i suoi bravi e tenaci avvocati: Franco Coppi, Massimo Pellicciotta, Fabio Lattanzi, Giuseppe Sciacchitano, Andrea Vernazza e Andrea Parolini. Poi, come tanti altri poveri imputati innocenti, s’è detto «felice di essere uscito da un calvario». Certo, ora resta un problemino. Perché il Force Blue, che è legittimamente di Briatore, è stato svenduto all’asta. Se esistesse una giustizia, il suo proprietario dovrebbe essere almeno risarcito. Certo, ci vorrebbe uno Stato serio. Ci vorrebbe, diciamolo, una giustizia degna di questo nome.