2023-08-26
Breton lo confessa: la censura in Rete serve a controllare le elezioni europee
Il commissario ammette: col Digital services act l’Ue sorveglierà le notizie sotto il voto. Ed eliminerà in fretta quelle ritenute false.Nemmeno 24 dopo l’entrata in vigore del regolamento europeo sul Digital services act (Dsa) un commissario Ue ha già iniziato a promettere «vigilanza» sulle prossime elezioni europee del 2024. Si tratta del francese Thierry Breton, responsabile del Mercato interno che, in un’intervista concessa al francese Le Figaro è rimasto evasivo sui punti più critici del Dsa, ma non ha rinunciato a parlare di un controllo della Commissione di Bruxelles sulla Rete durante i periodi elettorali. Per trovare le dichiarazioni di Breton su questo tema bisogna arrivare all’ultima domanda dell’intervista. L’autore dell’articolo gli ha ricordato che lui stesso ha dichiarato che il Dsa permetterà di lottare contro la disinformazione e, in particolare, contro la propaganda pro-russa durante le elezioni europee. Poi gli ha chiesto se temesse o meno delle ingerenze straniere durante questo scrutinio continentale. La risposta di Breton è stata chiara. «Certi Paesi utilizzano abbondantemente la disinformazione per indebolire la nostra democrazia. L’abbiamo vissuto e lo viviamo ogni giorno in Europa, soprattutto in occasione di elezioni nazionali». Poi il commissario Ue è stato ancora più chiaro e ha affermato che «saremo molto attenti durante le elezioni europee» visto che «il Dsa ci aiuterà a controllare meglio questo punto». Breton ha concluso dicendo che «possiamo rallegrarci che (il Dsa) entri in vigore il 25 agosto 2023. Ossia praticamente un anno prima delle elezioni europee».Leggendo tra le righe, le dichiarazioni del commissario Ue lasciano perplessi. Innanzitutto perché parla della «nostra democrazia» come se fosse un capo di Stato o di governo, mentre è il rappresentante di un organismo che è espressione di 27 democrazie nazionali, ma che funziona più per nomina che per elezioni. L’unica istituzione Ue eletta a suffragio universale è il Parlamento europeo. Inoltre se esistesse effettivamente una democrazia europea, i cittadini Ue potrebbero anche confermare o ritirare la loro fiducia alla Commissione. Invece questa istituzione non risponde praticamente a nessuno. Come accennato, Breton ha anche detto chiaramente che il Digital services act sarà uno strumento molto utile nel periodo delle europee. Viene da pensare che, come ai tempi del Covid, la Commissione Ue mantenga un atteggiamento infantilizzante nei confronti dei cittadini europei. Come se gli uomini e le donne del Vecchio Continente non fossero in grado di usare la propria testa, soprattutto qualora decidano di votare dei candidati «non graditi». Come detto, nella stessa intervista Breton ha anche contestato le critiche di chi ritiene che il Dsa possa limitare la libertà di espressione. Ma nella sua risposta è rimasto vago. «Il Dsa punta a proteggere realmente la libertà di espressione contro le decisioni arbitrarie» questo perché, sempre secondo il commissario «le piattaforme non decideranno più da sole le restrizioni applicate». Per Breton la «moderazione non è sinonimo di censura» e «non ci sarà un ministero della verità in Europa» soprattutto perché la parola d’ordine del Dsa è «trasparenza. Trasparenza sui processi, sugli algoritmi, sui bot, sulla pubblicità mirata, sui contenuti».Nonostante la serenità ostentata dal commissario Ue, i problemi restano. Ad esempio , come ha spiegato in questi giorni La Verità - la vigilanza su internet sarà affidata al «Comitato europeo per i servizi digitali» che potrà stabilire ciò che è «vero» e ciò che è «falso» utilizzando una regola banale: quello che per le istituzioni Ue è «vero» lo sarà effettivamente, il resto no. Inoltre, il Dsa obbligherà le piattaforme di internet ad agire «rapidamente» per bloccare informazioni «non vere». Così delle opinioni non ufficiali non diventeranno virali. Non va dimenticato inoltre che il Dsa è pieno di clausole che possono essere interpretate non in maniera univoca. Basti pensare al concetto di informazione «affidabile» di cui parla il regolamento.Tornando all’entrata in vigore del Dsa, va ricordato che l’annuncio fatto su X da parte di Thierry Breton ha suscitato la reazione del patron dello stesso social network, Elon Musk. Il commissario Ue ha pubblicato ieri un video accompagnato da questo testo: «Oggi la legge sui servizi digitali diventa legalmente applicabile per le piattaforme online di grandi dimensioni e i motori di ricerca. Queste piattaforme sistemiche svolgono un ruolo molto importante nella nostra vita quotidiana, quindi era tempo che l’Ue stabilisse le proprie regole. Un Internet più sicuro per tutti nell’Ue». Il leader di X, dal canto suo, ha risposto telegrafico «stiamo lavorando duro su questo». Da ieri, il Dsa si applica a diciannove piattaforme online: Aliexpress, Amazon store, App store, Bing, Booking, Facebook, Google maps, Google play, Google search, Google shopping, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, TikTok, X, l’ex Twitter, Wikipedia, Youtube e Zalando. A partire dal prossimo febbraio il regolamento Ue interesserà anche tutte le altre piattaforme online europee.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 16 settembre con Carlo Cambi
Il killer di Charlie Kirk, Tyler Robinson (Ansa)