
Sì dell’assemblea: Gae Aulenti potrebbe rinunciare all’Opa. Orcel vedrà il governo.I soci di Banco Bpm approvano a larghissima maggioranza le modifiche all’Opa su Anima. Il corrispettivo sale così da 6,2 a 7 euro e ora l’operazione potrà avere inizio. Probabilmente già entro marzo, ha annunciato il presidente Massimo Tononi.All’assemblea, a cui ha partecipato il 56,7% del capitale, la proposta è passata col sostegno del 97,6% degli intervenuti, lo 0,5% contrario e l’1,9% astenuto. Al fronte del sì è unito il Crédit agricole con il suo 9,9% «in qualità di azionista di riferimento e partner chiave» della banca, hanno fatto sapere fonti vicine ai francesi, che con Piazza Meda condividono le attività di bancassicurazione e credito al consumo. Il gruppo transalpino è in attesa dell’ok della Bce per superare il 10% e spingersi fino al 19,9%. A ora dispone di derivati sul 5,2%, da convertire in azioni non appena arriverà il via libera della vigilanza. Una quota che potrebbe esserle consegnata da Deutsche bank, spuntata nel libro soci con una partecipazione del 5,18% detenuta «per conto» di un cliente. Se questa sia una scelta di campo rispetto all’offerta di Unicredit, che dei francesi è partner chiave nella distribuzione dei fondi di Amundi, è presto per dirlo ma certamente si tratta di un punto a favore di Giuseppe Castagna. Prima di trarre conclusioni occorrerà attendere le mosse di Andrea Orcel: fonti vicine alla banca hanno ribadito che con l’aumento del prezzo dell’Opa e senza esenzioni regolamentari il gruppo ha diritto di ritirarsi anche se «allo stato» non ha «assunto alcuna determinazione».Tutto lascia pensare, però, che la partita si giochi su un doppio binario. Da una parte la Borsa e dall’altro Palazzo Chigi. Proprio mentre da Unicredit ribadivano la possibilità di lasciare il tavolo Bpm, l’agenzia Bloomberg faceva sapere che già lunedì Andrea Orcel potrebbe volare a Roma. È la prima volta che si parla di contatti diretti fra la banca milanese e il governo. Finora i rapporti sono stati conflittuali per non dire di guerra dichiarata. Come dimenticare Matteo Salvini che ha definito Unicredit «banca straniera» e quindi sottoposta al golden power.All’incontro - a cui non saranno presenti né Giorgia Meloni né Giancarlo Giorgetti - si dovrebbe parlare dell'offerta ostile su Banco Bpm e sulla partecipazione che Unicredit ha costruito in Generali, obiettivo ultimo dell’Ops su Mediobanca lanciata da Mps, con il sostengo dei suoi principali azionisti. Vale a dire il Mef, Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone che proprio in queste ore è salito all’8%. Sul tavolo un possibile scambio. Orcel potrebbe abbandonare la partita Bpm aprendo la strada al matrimonio con Mps molto gradito al governo. In cambio potrebbe chiedere l’appoggio politico e diplomatico alla campagna di Germania dove il percorso è sempre più accidentato. In un’intervista a una emittente tedesca Sascha Uebel, vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Commerzbank e capo della rappresentanza sindacale interna è andato giù duro. «Stiamo rendendo la strada che Orcel deve percorrere nella lotta con noi il più fangosa e profonda possibile». E anche nelle trattative, di fronte a una eventuale acquisizione, «avrà filo da torcere», assicura Uebel che già in passato ha mostrato le sue perplessità di fronte alla possibile scalata da parte di Unicredit. Allo stesso tempo, è rimasto realista: «Se Orcel apre le sue casse, non possiamo impedire un’acquisizione come comitato aziendale. Ma possiamo ottenere», sottolinea, «molto per i dipendenti e le sedi».In questo senso diventa utile anche un interessamento di Giorgia Meloni sul futuro cancelliere considerando che il governo tedesco possiede ancora l’11% della banca.
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Parla Gaetano Trivelli, uno dei leader del team Recap, il gruppo che dà la caccia ai trafficanti che cercano di fuggire dalla legge.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Su un testo riservato appare il nome del partito creato da Grillo. Dietro a questi finanziamenti una vera internazionale di sinistra.
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Nel 1937 l’archeologo francese Fernand Benoit fece una scoperta clamorosa. Durante gli scavi archeologici nei pressi dell’acquedotto romano di Arles, la sua città, riportò alla luce un sito straordinario. Lungo un crinale ripido e roccioso, scoprì quello che probabilmente è stato il primo impianto industriale della storia, un complesso che anticipò di oltre un millennio la prima rivoluzione industriale, quella della forza idraulica.
L'articolo contiene una gallery fotografica.
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
Continua a leggereRiduci











