2018-12-18
Botte, borseggi e furti di elemosine: in chiesa scatta l’allarme sicurezza
Preti e sindaci corrono ai ripari davanti all'emergenza attacchi nei luoghi di culto: messe annullate e pattugliamenti sul sagrato. Durante le festività ladri e vandali approfittano infatti del maggiore afflusso di gente, della confusione e anche del super lavoro che impegna i sacerdoti per mettere a segno borseggi e furti. Strade invase, negozi stracolmi, chiese affollate di fedeli che, in questo periodo, sono più generosi con le offerte. Con l'avvicinarsi del Natale cresce anche l'allarme sicurezza, soprattutto per quanto riguarda i luoghi di culto. E così Comuni, questure e prefetture stanno mettendo a punto piani per aumentare la sorveglianza, mentre qualcuno ricorre persino ai vigilantes privati. Durante le festività ladri e vandali approfittano infatti del maggiore afflusso di gente, della confusione e anche del super lavoro che impegna i sacerdoti. Le razzie si moltiplicano, così come gli appelli da parte dei parroci perché lo Stato li protegga. Sono all'ordine del giorno sia i furti nelle cassette dell'elemosina, che quelli di oggetti sacri. Ma si teme soprattutto per l'incolumità dei fedeli, spesso borseggiati o molestati proprio mentre entrano o escono dalle chiese. Succede quindi che, se non c'è risposta, siano i curati stessi a correre ai ripari: a Bari, don Vincenzo Auciello, parroco della chiesa di Santa Cecilia, nel popolare e ad alto tasso multietnico quartiere Libertà, e don Marco Simone, della vicina chiesa di San Carlo, hanno deciso di anticipare la messa di mezzanotte al tardo pomeriggio. Questo per non far correre rischi ai parrocchiani, per la maggior parte anziani e indifesi.«Sono già cinque anni che scelgo di celebrare prima la funzione», spiega don Marco, «e ci sono altre parrocchie che seguono l'esempio. Alla messa di mezzanotte viene poca gente, soprattutto perché in questa zona ha paura, non a torto, di uscire di casa a quell'ora. Ecco perché anticipo l'orario alle 17.30, in modo che alle 19 sia tutto concluso». L'allarme è alto anche a Roma dove, nelle basiliche di San Pietro in Vincoli e di Santa Maria degli Angeli, sono stati appesi dei manifesti: «Fate attenzione ai borseggiatori». Qui sono soprattutto i nomadi a farla da padroni, vittime preferite i turisti. Pare che approfittino del momento della comunione, quando le donne lasciano la borsa sulla panca, per mettere a segno i colpi. Insomma, fedeli e parroci hanno sempre più paura. Basti pensare che nel corso del 2016, ultimo dato disponibile, dai luoghi di culto del nostro Paese sono state sottratte 1.772 opere fra reliquie, quadri, statue e oggetti in oro. Il ritmo, calcolato dal Nucleo tutela patrimonio culturale dei carabinieri, è stato di quattro incursioni per ogni domenica. Ma questa è solo la punta dell'iceberg perché la maggior parte dei preti subisce piccoli furti, che riguardano soprattutto le elemosine destinate ai poveri. Ci sono bande specializzate che si ingegnano con le calamite per pescare all'interno degli offertori.Non mancano aggressioni e atti di vandalismo. Come accaduto pochi giorni fa a Verona. In sole 24 ore sono stati tre i luoghi di culto presi di mira: prima le chiese di Santa Maria alla Scala e delle Stimmate, dove un uomo ha tentato di rubare e danneggiare alcune statue, poi la chiesa di San Giovanni Battista, dove un rumeno è stato bloccato mentre scappava con la cassetta delle offerte sottobraccio. L'elenco è lungo: la scorsa settimana è stato arrestato un malvivente che nei mesi precedenti aveva razziato le parrocchie delle province di Padova e Vicenza. Mettendo a segno anche 15 colpi in un solo giorno, ancora una volta per sottrarre le donazioni. Nella chiesa di San Giuseppe a Villabate, in provincia di Palermo, un gruppo di giovani, ripreso dalle telecamere, ha saccheggiato il deposito del banco alimentare, portando via decine di sacchetti di cibo, che nei prossimi giorni sarebbero stati distribuiti ai bisognosi per il cenone di Natale. A Perugia invece sono stati spaccati tutti i vetri dell'auto di padre Fernando Sulpizi, della parrocchia di Sant'Agostino: il sacerdote aveva denunciato gli spacciatori della zona, che gli chiedevano il pizzo per lasciare in pace lui e il suo gregge.Tornando a Padova, qualche giorno fa bersaglio dei malviventi è stata la canonica della Madonna Pellegrina. I ladri hanno approfittato dell'assenza del prete, impegnato a celebrare la messa, e hanno sfondato un vetro per portare via un crocifisso. Episodi simili sono avvenuti anche a Piacenza dove, grazie all'appello del sacerdote esasperato, ora la chiesa di Santa Maria di Campagna viene controllata, giorno e notte, dai vigilantes tramite un impianto di video sorveglianza. Come accade a Trento: da qualche settimana i credenti che frequentano la chiesa di Santa Maria sono scortati, all'entrata e all'uscita, dalla vigilanza privata. Una misura decisa dalla Provincia autonoma per aumentare la sicurezza e che, quindi, potrebbe essere presto estesa anche ad altri luoghi di culto del territorio. I predoni delle chiese non si fermano neanche davanti al dolore: la parrocchia di San Giuseppe a Torre del Lago, in provincia di Lucca, è stata violata per l'ennesima volta in poche settimane durante la celebrazione di un funerale. In alcuni casi i ladri sono anche violenti: don Mirco Bianchi, della parrocchia di Gatteo Villamarina, vicino a Cesena, è stato brutalmente picchiato mentre tentava di bloccare il malfattore in fuga con la cassetta delle offerte. Lo hanno dovuto ricoverare in ospedale.Preoccupati dalla situazione, molti Comuni stanno predisponendo le operazioni «Natale sicuro». Succede per esempio a Como, dove si è deliberato d'intensificare pattugliamenti e presidi dei vigili, nelle vie dello shopping e soprattutto davanti alle chiese. Ma lo stesso sta accadendo a Torino, Padova, Vasto, Avellino, Cesena... Tutti hanno lo stesso obiettivo: che i giorni di festa non facciano più paura.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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