2020-03-14
Borrelli gela Milano: niente ospedale in Fiera
La Protezione civile si rimangia le promesse fatte alla Lombardia. I 500 letti per la terapia intensiva non ci sono. La rabbia di Fontana: «Ci arrangiamo, li compriamo dai tedeschi». Piacenza riconverte le strutture, Toti lancia la clinica traghettoTerapia intensiva nei padiglioni della Fiera di Milano: sì, no, forse. L’allestimento dello spazio sanitario di complemento per fronteggiare l’epidemia di Codiv-19, ipotizzato nei giorni scorsi dalla Regione Lombardia, non è possibile allo stato attuale. A meno che non vada in porto la trattativa che il Pirellone sta conducendo con alcuni produttori tedeschi. Di buon mattino, è stato il governatore, Attilio Fontana, a spiegare che «la Protezione civile non è in condizione di fornirci quanto promesso». E questo perché non è in grado di trovare i 500 letti di terapia intensiva da sistemare nei padiglioni del Portello a Milano. «Inizialmente era: “Voi trovate il sito e noi mettiamo i presidi e i dipendenti”. Noi abbiamo detto: “Va bene”. Oggi la Protezione civile ci ha detto che non ci può mettere a disposizione né una cosa né l’altra». Subito dopo, il presidente della giunta regionale ha aggiunto: «I beni della Protezione civile sono purtroppo piccole quantità per cui vengono assorbiti dagli ospedali e non sono tali da consentire di realizzare una struttura come quella che avevamo pensato alla Fiera di Milano». La replica della struttura di governo è in realtà una mezza ammissione. «Al momento non sono disponibili sul mercato le attrezzature sanitarie necessarie al funzionamento della struttura», hanno ribattuto. «Vista l’assenza di materiale, l’ipotesi sul tavolo, che tra l’altro è stata condivisa dalla Regione Lombardia, è dunque quella di potenziare i posti di terapia intensiva nei vari ospedali lombardi», hanno cercato di stemperare le polemiche da Palazzo Chigi. Fontana non si è arreso, comunque. Tant’è che in una lettera inviata ad alcuni fornitori esteri ha scritto che «la Regione Lombardia è pronta fin da ora ad acquistare questo materiale presso i produttori e i rivenditori tedeschi, perché ciò avvenga è necessario che il governo tedesco conceda le autorizzazioni legate alle licenze di esportazione previste in Germania».Secondo le stime del Mario Negri, «potrebbero essere necessari fino a 4.000 posti letto di terapia intensiva nel periodo peggiore dell’infezione, che sarà verosimilmente tra circa quattro settimane». Eppure nessun dispositivo medico integrativo è previsto nemmeno nell’altra regione-focolaio, il Veneto. Il presidente, Luca Zaia, ha spiegato che «in questo momento non abbiamo in programma la creazione di padiglioni esterni agli ospedali, campi base, caserme o altre cose». Per aumentare il contrasto al coronavirus, è stato deciso lo stop alle attività di intramoenia e di specialistica ambulatoriale in tutti gli ospedali del territorio. Stessa filosofia in Sicilia dove il governoatore ha deciso di fermare le operazioni chirurgiche, non necessarie, in ospedali pubblici e privati, e in Puglia dove la sospensione riguarda le attività ambulatoriali di medicina generale e di pediatria di base. Da ieri, inoltre, le farmacie del Tacco d’Italia potranno lavorare a porte chiuse. Sul fronte delle farmacie in trincea, il grido di dolore arriva pure da Brescia, dove una giovane impiegata ha deciso di licenziarsi perché costretta a lavorare senza mascherine e guanti in lattice . «Il comportamento della gente, soprattutto degli anziani, è irresponsabile. Essendo chiusi gli studi dei medici e inaccessibili gli ospedali, la gente vede nel farmacista il suo punto di riferimento. Ho clienti che invece di restare a casa vengono a comprare creme solari, solette delle scarpe o dentifrici tre volte al giorno, pur di farmi sentire la loro tosse», è il suo sfogo.Salgono a 1.397 i posti letto allestiti in Emilia Romagna per i pazienti colpiti dal coronavirus: 100 in più rispetto a giovedì. Inoltre, nelle ultime 24 ore sono stati allestiti due nuovi «ospedali Covid-19» nel Piacentino: la Casa di Cura Sant’Antonino e San Giacomo. Anche l’ospedale di Bobbio, sempre nel Piacentino, è dedicato al Covid-19. Situazione in bilico allo Spallanzani di Roma, dove i pazienti positivi sono 99 e 15 quelli che hanno bisogno di un supporto respiratorio. Quelli in osservazione sono 11. Nelle Marche numeri preoccupanti in crescita: su 725 casi, 85 sono in terapia intensiva e ben 337 in terapia non intensiva. A soffrire di più sono gli ospedali di Pesaro (27 ricoverati), Ancona (21) e Camerino (17), trasformati in un Covid-hospital. Andiamo a ponente, adesso. A Genova, per la precisione. Dove si sta studiando il progetto di un ospedale galleggiante. Il governatore ligure, Giovanni Toti, ha annunciato che, nel giro di una settimana, un traghetto della Gnv accoglierà i pazienti stubati in via di guarigione. «È una buona notizia, ma non è la panacea di tutti i mali», ha detto Toti. «Sul traghetto cominceremo con moduli da 25 posti per salire fino a 200, perché la nave ha 400 cabine, ma vanno mantenute le distanze di sicurezza».L’ultima notizia arriva da Napoli dove tre pazienti intubati dell’ospedale Pascale, trattati col tocilizumab, l’anticorpo monoclonale usato per l’artrite reumatoide, stanno reagendo alla cura e migliorano. Il protocollo ora lo stanno adottando anche a Fano e a Modena. C’è tutto lo spazio per la speranza.