2024-11-06
Francesco in visita a casa Bonino: «Un esempio di libertà e resistenza»
Emma Bonino e Papa Francesco (da Instagram @emmabonino_official)
Il Papa dalla leader radicale, incensata nonostante sia pro aborto e pro eutanasia.Si conoscono da tempo e tra loro, si dice, corre una certa cortesia, qualcuno osa dire che si tratti di stima reciproca. Così ieri mattina papa Francesco, di ritorno dalla Pontificia Università Gregoriana dove aveva incontrato la comunità accademica, ha allungato un po’ la strada per fermarsi a casa di Emma Bonino, di recente dimessa da una struttura privata di Roma dopo il ricovero dell’ottobre scorso presso l’ospedale Santo Spirito della capitale. La storica leader radicale ha parlato, poco dopo su X, di «graditissima visita», aggiungendo che il Papa le ha regalato rose, cioccolatini e l’ avrebbe definita «un esempio di libertà e resistenza». All’uscita da casa Bonino hanno chiesto al Papa come l’avesse trovata e Francesco ha risposto: «Benissimo».La loro frequentazione appunto non è nuova, una prima volta il Papa si era interessato alla leader di +Europa quando nove anni fa si era ammalata di tumore ai polmoni. Con una telefonata che la stessa Bonino raccontò a Radio Radicale, il pontefice si era informato sulle sue condizioni di salute incoraggiandola «a tenere duro». Anche in quella prima telefonata si era parlato di migranti e povertà, cosa che sarebbe avvenuta anche nell’incontro di ieri, tema su cui i due trovano molti punti in comune. Non a caso nel novembre 2016, quando Emma Bonino fu ricevuta da papa Bergoglio in udienza privata il comunicato della Sala stampa vaticana registrò che «il colloquio si è focalizzato soprattutto sui temi dei flussi migratori, dell’accoglienza ai migranti e della loro integrazione» (ieri il Tg3 ipotizzava addirittura un dialogo, ieri, sul referendum per la cittadinanza, ma non ci sono conferme). Papa Francesco ha comunque un’idea chiara su Emma Bonino: lei, disse, «ha offerto il miglior servizio all’Italia per conoscere l’Africa». La frase uscì nel febbraio 2016 quando Francesco incluse la leader radicale, insieme a Giorgio Napolitano, «tra i grandi dell’Italia di oggi». Il fatto che la Bonino possa essere considerata un’icona storica dell’abortismo in Italia (persino famigerata per aver praticato aborti con una pompa di bicicletta), e che il Papa sul tema aborto abbia più volte tuonato parlando di «sicari» e di «omicidio», non sembra impedire a Francesco di considerarla appunto una «grande». Disse, sempre nel 2016, che se non la pensa come la Chiesa, «pazienza, bisogna guardare alle persone, a quello che fanno».Francesco ama molto ripetere che nella Chiesa devono entrare «todos, todos, todos», così la visita di ieri può di certo rientrare nell’azione del pastore che si rivolge alla pecorella (più o meno smarrita), ma non si può negare che allo stesso tempo la visita a casa Bonino abbia una innegabile valenza politica. Agli occhi del fedele, ma anche del meno fedele con interessi di bottega, la visita del Papa di ieri potrebbe apparire come una approvazione di una storia politica che si è sempre svolta dalla parte opposta della dottrina della Chiesa. Non tanto il fatto che i radicali simpatizzassero con i No Vat, movimento che voleva «più autodeterminazione e meno Vaticano», quanto alle storiche battaglie su divorzio, aborto, fecondazione artificiale e ora anche eutanasia. Bisogna riconoscere che papa Francesco su questi temi certamente è in disaccordo con la Bonino, ma dopo averla considerata come «tra i grandi d’Italia di oggi» è difficile distinguere. Peraltro la visione della società che propone +Europa, che non fa mistero di ricevere contributi dal grande magnate George Soros, ha diversi punti di contrasto con la dottrina sociale della Chiesa cattolica e si avvicina di più a quella della Open society dello stesso Soros. Anche in materia di migranti e politiche migratorie.La visita del Papa alla Bonino da una parte ci ricorda che per tutti c’è una possibilità di salvezza e di conversione, il rischio appunto è quello che il gesto di misericordia verso la persona si perda un po’ nelle nebbie di un giudizio politico.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)