2023-12-18
Bollette in alto per il buco di Draghi e per pagare gli extra costi tedeschi
Con gli aumenti copriremo il deficit relativo agli stoccaggi 2022-2023. Anche per Berlino.L’Autorità per l’energia ha intenzione di cambiare la bolletta del gas introducendo una nuova componente di 2,32 centesimi a metro cubo, per recuperare il buco da 4 miliardi di euro relativo al riempimento degli stoccaggi nel 2022. Con un documento di consultazione, prassi usuale per molti atti, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) chiede agli operatori e agli interessati un parere sulla modifica della componente tariffaria CRVos, che era già destinata alla copertura dei costi di stoccaggio cosiddetto di ultima istanza, e l’introduzione di una nuova voce in bolletta, il neutrality charge. Stiamo parlando degli oltre 4 miliardi che Snam e il Gse (Gestore servizi energetici) devono ancora ricevere. Nella primavera-estate del 2022, infatti, il governo di Mario Draghi ordinò di riempire gli stoccaggi ad ogni costo, sulla scia di quanto tutta Europa stava facendo nel timore che il gas venisse a mancare. La corsa agli acquisti provocò una salita iperbolica dei prezzi, che arrivarono all’incredibile cifra di 350 euro a megawattora nell’agosto del 2022. Snam e Gse comprarono il gas a prezzi altissimi e il successivo recupero dalla vendita del gas sul mercato nell’inverno 2022-2023 non è stato sufficiente. Così, la differenza negativa tra costi e ricavi è di oltre 4 miliardi, che né Snam né il Gse si accolleranno.La Verità aveva segnalato subito, già a fine estate 2022, che i costi straordinari sostenuti per riempire gli stoccaggi a tappe forzate (appunto, ad ogni costo) non sarebbero mai stati recuperati tramite il mercato e che quindi questi oneri sarebbero finiti in bolletta. Infatti, ad aprile 2023, l’Arera aveva già deciso che tale differenza andava recuperata tramite la componente CRVos, che però si applica solo da ottobre a marzo. Ora l’Arera propone di recuperare gli extracosti con una nuova componente, che intende battezzare neutrality charge e che si applicherebbe su tutti e dodici i mesi dell’anno. La stima dell’Arera è di applicare questo aumento (che pagheranno tutti i consumatori indistintamente) per tre anni, recuperando circa 1,5 miliardi all’anno a partire dal primo aprile 2024.La vera novità è però che questa nuova componente si applicherebbe non solo al gas che entra in Italia dai gasdotti, ma anche al gas esportato. Perché questo cambiamento? È presto detto: per rispondere a quanto ha fatto la Germania. La questione è un po’ tecnica, ma di sostanza. In pratica, il regolatore tedesco ha stabilito che il gas esportato dalla Germania debba sostenere un onere per ripagare i costi del riempimento degli stoccaggi tedeschi. Questo perché del gas tedesco usufruiscono anche i Paesi in cui il gas è esportato, dunque anche gli importatori di gas dalla Germania gravano sul sistema degli stoccaggi tedeschi e per questa ragione è giusto che contribuiscano a sostenerne i costi.L’Arera non era tenuta ad emettere un documento di consultazione prima di deliberare su questo. Peraltro, essa sta adempiendo a obblighi di legge, nel cercare di recuperare i famigerati 4 miliardi. Il fatto che abbia optato per la consultazione fa pensare che l’intenzione (lodevole) del regolatore italiano sia quella di segnalare una anomalia che la politica deve risolvere. La politica europea in special modo. Il tema è infatti che Bruxelles fa le pentole ma non i coperchi. Nella primavera 2022 ha lanciato il programma RePower Eu, in cui rinuncia al gas proveniente dalla Russia e ordina a tutti i Paesi obiettivi stringenti di riempimento degli stoccaggi. Ma poi non si è curata dei disastri che queste decisioni hanno provocato, sia nella sicurezza del sistema energetico (mai così a rischio nella storia) sia nei costi esorbitanti che ha generato.Il regolatore tedesco ha pensato bene di recuperare i costi che la Germania ha sostenuto per riempire i propri stoccaggi, scaricando una componente tariffaria sui Paesi nei quali il gas viene poi esportato, tra cui anche l’Italia. In questo modo, in pratica, il prezzo all’ingrosso del gas in uscita dalla Germania e in entrata in Italia viene aumentato di quel costo imposto dal regolatore tedesco. Spesso il prezzo del gas all’ingrosso in Italia è collegato al prezzo dei Paesi del Nord. Di fatto quindi il prezzo all’ingrosso del gas in Italia è più alto anche per via della componente che il regolatore tedesco ha imposto sul gas esportato dalla Germania. Alla faccia del mercato unico e delle condizioni non discriminatorie. Una distorsione del mercato inaccettabile, un assurdo totale di cui gli apprendisti stregoni di Bruxelles non si curano. Bene fa quindi l’Arera a sollevare il caso.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.