2024-08-02
Boldrini & C. agitano le carte contro il corpo delle donne
Per Boldrini e & C. Khelif deve sfidare le femmine poiché i documenti attestano che lo è lui stesso. Ma l’atleta è usato pure per sostenere che i sessi sono fluidi. Invece, la vicenda dimostra proprio che le differenze esistono.Certo, come no: poteva vincere. Angela Carini avrebbe potuto abbattere Imane Khelif, sostengono alcuni fenomeni. Magari con un pugno fortunato al momento giusto, o resistendo ai ganci oltre ogni umana sopportazione fino a sfinire l’avversaria. Avrebbe potuto farcela: invece, pensa un po', è crollata perché i colpi in faccia le hanno fatto malissimo. Dunque - così ci dicono i migliori commentatori sulla piazza - è colpa della nostra pugile: non ha avuto tempra, non è stata all’altezza, non è una donna d’acciaio in grado di infischiarsene del testosterone altrui.Oddio, magari ha ragione Tommaso Labate del Corriere della Sera quando immagina che un’altra atleta possa sconfiggere Imane: «Se Imane Khelif perde al prossimo giro, cosa che personalmente non le auguro, molti di quelli che stanno scrivendo colossali scemenze e bugie sul suo conto potrebbero dover andare a nascondersi. Una roba vergognosa!», scrive il noto cronista politico. Come a dire: vedrete che arriverà una più brava della Carini capace di fare quel che lei vigliaccamente non fatto. Se fossimo progressisti diremmo che Labate sta facendo victim blaming, cioè se la prende con la vittima. Un po’ come fa, inaspettatamente, Laura Boldrini, un’altra secondo cui la nostra Angela avrebbe potuto uscire dal match vittoriosa. «Se il Comitato olimpico internazionale ha detto che sono stati rispettati i criteri di ammissione, basterebbe questo per porre fine a ogni polemica», sostiene la Boldrini. «Ma se non bastasse c’è stato anche il Coni, Malagò il presidente, che è intervenuto e anche lui ha detto chiaramente che sono state fatte tutte le verifiche, sia ormonali che scientifiche». Meraviglioso. Anni a parlare di autodeterminazione delle donne, anni a scrivere (specie durante il Me too) che bisogna «credere alle donne». Poi una donna ci parla e dice che è stata picchiata troppo forte, e che non ce la faceva più, e noi non le crediamo, perché ci fidiamo di più di un parere del Comitato olimpico, per altro basato su criteri discutibilissimi. L’autodeterminazione, a quanto risulta, vale solo se conferma l’ideologia dominante. Perché, se non ve ne siete resi conto, il problema sta tutto lì: nel fatto che conta più un documento di identità di un corpo, conta più una teoria della realtà. E il paradosso è che sono soprattutto le esponenti politiche donne a portare avanti questa visione del tutto burocratica e ottusa. Alessandra Majorino del Movimento 5 stelle, ad esempio, si improvvisa filosofa: «Se c’è una cosa che la vicenda Khelif-Carini dimostra è che la divisione manichea uomo/donna, maschio/femmina come coppia di opposti predicata dalla destra, non esiste. È un’astrazione di comodo in cui, per convenzione, abbiamo deciso di dividere l’essere umano e interpretare il mondo, ma la natura se ne infischia delle nostre convenzioni, ed è molto più complessa dell’elementare binarismo in cui la destra vorrebbe costringerla. Tra i due opposti maschio e femmina», continua la pentastellata, «esistono infinite varietà e variazioni, e non sono ideologia, sono previste dalla natura umana. E Imane Khelif è evidentemente una di queste variazioni. Proprio quelle di cui la destra becera si rifiuta di accettare l’esistenza, bollandole come ideologia». Secondo la Majorino, «gli atteggiamenti possibili sono due: o facciamo finta di niente come hanno sempre fatto i cosiddetti conservatori, e continuiamo a incappare in errori e possibili ingiustizie, o apriamo gli occhi e capiamo che in natura queste persone non solo esistono, ma hanno diritto di esistere anche dal punto di vista normativo e delle competizioni sportive». In realtà, Imane Khelif non è affatto la dimostrazione vivente della fluidità sessuale. Semmai è l’eccezione che conferma la norma binaria, la minima variazione che rende impossibile la parità. Che sia intersex, che abbia una disfunzione fisica o che sia transgender poco rileva. Poco o nulla rileva, poi (almeno ai fini di una competizione sportiva, che è ciò di cui stiamo parlando qui) quel che sta scritto sui suoi documenti. Rilevano però il suo corpo e i suoi pugni. Se le sue soglie di testosterone sono al limite e talvolta oltre i limiti, le sue membra sono più forti, e lei risulta favorita: succede perché le donne, normalmente e mediamente, hanno altre caratteristiche fisiche. Nel momento in cui, però, non si tiene conto del corpo ma soltanto delle carte bollate e delle dichiarazioni ufficiali; nel momento in cui vale soltanto l’ideologia secondo cui la differenza sessuale non esiste; nel momento in cui chiunque può competere con le donne se la burocrazia lo stabilisce, beh, allora ci si infila in un gorgo da cui è impossibile uscire. Un gorgo fatto di cavilli e mezzucci, di impalcature mentali e impuntature politiche. A queste condizioni, il corpo non vale più: la donna è cancellata, sostituita da un simulacro. Alla faccia della dignità, del rispetto e della protezione. Ecco il dramma: si pretende, con gli alambicchi della teoria, di sostenere che la regola non esista. Poiché sulla carta il corpo non conta, allora sulla stessa carta anche un corpo di donna può stendere un altro corpo fisicamente più potente. Il problema, però, è che la regola esiste eccome: attributi maschili rendono fisicamente più forti, tutto lì. Non è razzismo, non è una offesa, ma la banale realtà. Certo, può anche darsi che qualche volta vinca una donna: si chiama, appunto, eccezione. E le eccezioni, è noto, esistono sempre, tranne in un caso. Sul fatto che un corpo maschile non debba colpire un corpo femminile, le eccezioni non dovrebbero esserci.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.