2024-10-15
Un ex della Boccia: «Simulava la gravidanza»
Maria Rosaria Boccia (Ansa)
Parla un uomo che ha avuto in passato una breve relazione con l’imprenditrice: «Si metteva un cuscino sopra la pancia, tutti lo sapevamo ma la assecondavamo. A me diceva che voleva entrare in politica, destra o sinistra per lei era uguale». Gli investigatori vogliono verificare quanto ha scritto Gennaro Sangiuliano nel suo esposto. Lo speciale contiene due articoli. Benvenuti a Scafati, dove il confine tra realtà e fiction sembra sfumare in continuazione, specialmente quando si parla di Maria Rosaria Boccia, la bionda pompeiana diventata protagonista delle cronache giudiziarie e, a quanto pare, di alcune vicende sentimentali che rischiano di finire nella storia da fotoromanzo giudiziario dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Ma andiamo con ordine. Tra gli ex della Boccia, la maggior parte dei quali risiede proprio a Scafati, c’è N.A., uno degli uomini che, dopo aver interrotto la breve liaison con la pompeiana, ammette di aver tirato un sospiro di sollievo.«Me la presentò un’amica comune», racconta col tono di chi, da quando la Boccia ha cominciato a riempire i feuilleton dei quotidiani, si è visto, suo malgrado, costretto a rivangare quella vicenda con i conoscenti. «Voleva uscire con me, ci siamo sentiti qualche volta con dei messaggi. Lei si pavoneggiava, diceva che organizzava la Notte bianca a Scafati e che voleva entrare nel mondo della politica. O destra o sinistra, per lei era uguale», ricorda N.A., attivista molto vicino a un politico. La Notte bianca è una importante manifestazione pubblica estiva che attira un bel po’ di curiosi anche dal circondario dell’Agro nocerino sarnese, tutti paesoni zeppi di abitanti. Ed è convinzione comune che per gli organizzatori della Notte bianca quella sia anche una buona vetrina politica. Dunque, eccoci alla loro unica uscita. «Ci siamo visti una volta sola», continua N.A., «e il giorno seguente fui obbligato a farla scendere dalla macchina in autostrada». Fermare qualcuno in autostrada non è certo il modo più delicato per concludere un appuntamento, ma quando N.A. racconta la scena, sembra quasi divertito dal grottesco dell’intera situazione. Che non deve essere stata l’unica. «Siccome sono separato e sto a casa con mia madre, lei un giorno voleva entrare a tutti i costi. Per non incontrarla ho chiuso il portone di casa e l’ho lasciata nel giardino, aprii il cancello e andai via da una seconda uscita. Mia madre scese per dirle che non c’ero, ma non se ne andava».È facile immaginare la scena: la madre che cerca di convincere la bionda pompeiana ad abbandonare il giardino di casa, mentre il principe azzurro se la dà a gambe come in una commedia degli equivoci. Poi, con un po’ di malizia, marcando una certa distanza dall’ex ministro, rivendica: «Io dopo due ore con lei avevo già capito tutto». Infatti, il passaggio successivo del suo discorso riguarda proprio Sangiuliano: «Ma come ha fatto a non valutarla subito? Se penso che l’avevano anche messo in guardia amici comuni...».Allo sventurato, almeno così si presenta con La Verità, sembra quasi assurdo che «uno colto come Sangiuliano» possa essere rimasto vittima di una donna che non faceva certo mistero delle sue ambizioni. E se «per la scappatella» lo assolve, per l’errore di valutazione «no». «Parliamo di un laureato», rincara la dose, «di un giornalista». Le storie incredibili, però, non finiscono qui. Dopo la rottura del rapporto, la Boccia non sparì dalla vita di N.A.. Si presentò nuovamente, per caso, con una notizia bomba: «Mi disse che era incinta». Non di lui, che con la pompeiana avrebbe avuto una fugace relazione, e a quanto pare neppure di qualche altro uomo. Perché la faccenda, per come la racconta N.A., diventa ancora più surreale. «La incontro di nuovo dopo alcuni mesi e lei mi racconta che aveva perso il bambino e che aveva donato gli organi». A questo punto la storia sembra trasformarsi in una telenovela di pessima qualità. «Sapevamo tutti che indossava un cuscino per simulare la pancia... e noi la assecondavamo», afferma N.A., che quasi incredulo di fronte ai suoi stessi ricordi aggiunge: «Voleva che si sapesse che era incinta di qualcuno, ma era una palla». Argomento che la Boccia avrebbe già utilizzato nelle precedenti relazioni per far valere le proprie ragioni. In un caso, come aveva già raccontato La Verità, un politico locale si era visto costretto a far diffidare la pompeiana dal suo legale perché tra le leve «usate» dalla donna c’era proprio quella della gravidanza. E una presunta gravidanza compare anche nelle chat con l’ex ministro, subito dopo che lei gli aveva proposto di firmare un patto di riservatezza, col quale lui si sarebbe impegnato a non cercarla più e lei a non rivelare la loro relazione intima. «Sei incinta?», le chiede l’ex ministro nella chat. Lei non risponde, ma assicura di essere «disposta ad andare anche all’estero». Sangiuliano ribadisce: «Non farò nulla di nulla». La Boccia insiste: «Allora firma». Sangiuliano: «Ma che devo firmare?». Boccia: «Che starai lontano e che non farai mai nulla». Sangiuliano: «Non firmo nulla perché lo faccio a prescindere. Cioè ti starò lontanissimo». E lo stesso deve aver pensato N.A. dopo aver tagliato i ponti. «Raccontava storie per farmi litigare con i miei amici», rammenta, snocciolando altre relazioni della Boccia nel giro delle sue conoscenze: «Dopo di me c’è stato uno che aveva un’agenzia di scommesse, poi il figlio di un consigliere comunale, un bravo ragazzo che dopo si è sposato». E qui la faccenda ovviamente si riempie di dicerie: in giro si raccontava addirittura che quando i due si sono lasciati, la mamma di lui è andata scalza da Scafati al Santuario della Madonna di Pompei. E di storielle di questo tipo, a Scafati, ce n’è a bizzeffe. Aneddoti sul matrimonio finito in frantumi. «Si diceva che si era sposata con un rappresentante del settore dell’abbigliamento per debiti», rimesta N.A.. La vicenda di Sangiuliano non avrebbe fatto altro che ravvivare la memoria. Non di tutti, però. P.S., la donna che aveva presentato N.A. alla Boccia, taglia corto: «Ci siamo frequentati per tre mesi, poi l’ho cacciata da casa mia, ma non eravamo amiche e non ho voglia di perdere il mio tempo a parlare di Maria Rosaria Boccia». E così la storia finisce com’è iniziata: con un paesone che continua a raccontare e a raccontarsi. Con qualcuno, però, che molto probabilmente finirà tra i testimoni dell’inchiesta.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/boccia-simulava-la-gravidanza-2669399292.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-carabinieri-vanno-al-ministero-per-acquisire-documenti-sul-caso" data-post-id="2669399292" data-published-at="1728979373" data-use-pagination="False"> I carabinieri vanno al ministero per acquisire documenti sul caso È al ministero della Cultura una delle tappe dell’inchiesta che vede Maria Rosaria Boccia indagata per minaccia a corpo politico e lesioni. Ieri mattina i carabinieri del nucleo investigativo di Roma su delega della Procura si sono presentati per acquisire documentazione e sono stati ricevuti dal ministro Alessandro Giuli, che ha garantito «massima collaborazione». Gli investigatori stanno cercando di ricostruire gli aspetti potenzialmente rilevanti sul piano istituzionale in base ai riferimenti presenti nell’esposto presentato dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano dopo la chiusura della relazione con la Boccia (risalente alla fine del mese di luglio) che ha portato alle sue dimissioni. «Al netto della relazione», ha spiegato Sangiuliano nell’esposto, la Boccia «aveva comunque mostrato capacità organizzative e mi aveva chiesto di dare seguito alla promessa nomina a consigliere a titolo gratuito. Nella speranza e mal riposta convinzione che l’ormai interrotta relazione intima potesse non compromettere il piano professionale, l’1 agosto ho firmato una bozza di decreto di nomina». Un documento che secondo il ministro non sarebbe mai stato inviato all’Ufficio centrale di bilancio e alla Corte dei conti, come testimonierebbe l’assenza di un protocollo. La nomina, insomma, sarebbe stata ancora nella sua fase istruttoria. «Le mie perplessità», aggiunge Sangiuliano, «sono dimostrate da un messaggio inoltrato il 9 agosto a mezzo Whatsapp al capo di gabinetto Francesco Gilioli (rimosso venerdì scorso con questa motivazione: «Incompatibile con l’incarico», ndr). «Per quel consigliere da nominare tieni fermo. Ne parliamo a fine agosto», scrive Sangiuliano. Che ricorda anche le «incongruenze nel curriculum» che proprio il capo di gabinetto gli aveva evidenziato, oltre ai «conflitti d’interesse». E quando la Boccia avrebbe intuito la sua «riserva mentale», stando al racconto di Sangiuliano, sui social della pompeiana sarebbero cominciate a comparire le foto col ministro. Finché, il 6 agosto, la Boccia, sostiene Sangiuliano, pubblica «una storia su Instagram con scritto “Ricordati che la vita è come un ristorante, nessuno se ne va senza pagare”». E quella frase Sangiuliano l’ha presa «come una minaccia diretta». Il 15 agosto la vicenda vive un altro momento clou. «Ho organizzato una riunione operativa, pubblicizzando la circostanza sui social», ricorda il ministro. La pompeiana, che non era invitata, avrebbe capito che la nomina era saltata. A quel punto, secondo il ministro, avrebbe cominciato a tampinare la moglie. Il 26 agosto Sangiuliano decide di ufficializzare tutto e manda una mail al capo di gabinetto: «In merito alla nomina, accogliendo le perplessità circa potenziali situazioni di conflitto d’interesse, ti prego di non procedere e di non perfezionare gli atti». Proprio quelli acquisiti dai carabinieri.
Marco Risi (Getty Images)
Nel riquadro, la stilista Giuliana Cella
Eugenia Roccella (Imagoeconomica)