2021-08-18
Bob Dylan fa il record del Metoo. Accusato di stupro dopo 56 anni
Il leggendario cantautore rock incriminato per un presunto abuso sessuale del 1965. A tanti decenni di distanza il lavoro della difesa sarà complicatissimo: voi sareste in grado di ricordare esattamente i fatti?Che cosa stavate facendo fra aprile e maggio del 1965? Dove eravate? Con chi? Per quanto tempo? Dove avete cenato? Avete bevuto? Cosa? Vino? Cocktail? Alcolico o analcolico? E poi che cosa avete fatto? Potete discolparvi? Avete un alibi? Io sto tranquillo perché, ai tempi, non ero ancora nato. E salvo un reato di leso arcangelo o di molestie al cherubino (lassù nell'alto dei cieli mentre attendevo il momento del mio concepimento terreno) non posso essere accusato di nulla. Ma se voi avete qualche anno di più, fate attenzione: vi potrebbe capitare ciò che è capitato a Bob Dylan, leggendario cantautore, menestrello del rock nonché premio Nobel per la letteratura, il quale si trova a dover rispondere di una violenza sessuale avvenuta, per l'appunto, fra aprile e maggio del 1965. Cioè, esattamente, 56 anni fa. Ora si capisce, l'abbiamo ripetuto molte volte, la denuncia in ritardo non cancella il reato. Tanto più se il reato è odioso come quello dello stupro. Se, per dire, come è accaduto nel caso del figlio di Grillo, la ragazza fa passare qualche giorno per sporgere denuncia, non per questo può essere immediatamente bollata come consenziente. Nemmeno se passa qualche settimana. O qualche mese. Ma qui stiamo parlando di 56 anni… Cinquantasei anni, dico: non sono un po' troppi per accorgersi di aver subito «gravi danni psicologici ed emotivi»? Soprattutto: non sono troppi per dare modo a chi viene accusato di difendersi in modo accettabile? Naturalmente auguriamo all'ottantenne Bob Dylan di aver conservato attraverso la sua rutilante vita una memoria di ferro. Siamo sicuri che ricorda tutto: il colore dei calzini che indossava il 13 marzo del 1967, la marca di whisky che comprò il 4 giugno del 1972, l'ora esatta in cui telefonò alla sua fidanzata il 20 ottobre 1969. Ma, ecco, può anche darsi che di fronte a un magistrato particolarmente incalzante, persino un cervello come il suo possa andare in difficoltà: che cosa fece fra aprile e maggio del 1965? E' vero che era al Chelsea Hotel di New York? E con chi? Per quanto? Chi può testimoniare a suo favore? Ordinò da bere? Che cosa? Chi glielo portò? Voi capite che non è facile rispondere a domande simili neppure per uno che nella sua vita ha venduto 125 milioni di dischi. Figurarsi se capita a qualcun altro che non sia Dylan. Per carità, lo dicevamo e lo ripetiamo, anche per non incorrere nell'ira funesta delle femministe in servizio permanente ed effettivo: le donne hanno tutto il tempo che vogliono per prendere coscienza della violenza subita. Ci mancherebbe. In fondo pure Asia Argento, come è noto, ci ha messo vent'anni per accorgersi che quel potente produttore cui si accompagnava in realtà era un orco. Dunque perché J.C., oggi 68enne, non può ricordare all'improvviso che 56 anni fa, quando lei aveva appena 12 anni, al Chelsea Hotel di New York fu stordita con alcol e droghe e poi violentata ripetutamente da un cantautore già allora famoso per il suo impegno nei diritti civili? Certo, stupisce un po' che questo sussulto di memoria giunga in extremis, il 13 agosto, proprio alla vigilia della scadenza dei termini previsti dal Child Victims Act per poter denunciare il presunto reato. Ma tant'è: forse anche i «gravi danni psicologici e emotivi», prima di manifestarsi, si informano sulle date del calendario giudiziario. Dylan fa sapere, tramite un suo portavoce, che «questa accusa è falsa». Resta solo da capire come lo dimostrerà. Produrrà in aula una testimonianza decisiva di Joan Baez («Non è vero che era con la dodicenne, Bob stava con me a parlare di Martin Luther King»)? O del suo chitarrista («Non è vero che era con la dodicenne, Bob stava con me a comporre Like a Rolling Stone»). Non invidiamo gli avvocati. Che dovranno essere bravissimi. Ma soprattutto non invidiamo chi quegli avvocati bravissimi non potrà permetterseli. Se prende piede l'accusa postuma di mezzo secolo, infatti, non sarà facile trovare alibi e prove che scagionino tutta la nostra vita, giorno per giorno, sera per sera. Io, per non perdere tempo, comincio a cercare su Facebook i miei compagni dell'asilo.
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.