2018-09-12
Blocchi gli sbarchi? Finisci indagato. Se fai il tassista per i migranti, no
Paradosso italiano: gli attivisti di Baobab portano i profughi fuggitivi in bus fino alla frontiera, ma è tutto regolare. E in agosto hanno perfino denunciato Matteo Salvini per odio razziale. Anche George Soros tra i loro sostenitori. Se vuoi fermare gli sbarchi finisci indagato, se invece accompagni in giro per l'Italia fino alla frontiera con la Francia un gruppo di migranti, puoi stare sereno. Gli attivisti romani di Baobab experience, come noto, hanno portato da Roma a Ventimiglia una cinquantina di stranieri, tra cui 34 eritrei arrivati in Italia a bordo della nave Diciotti. Quelli, per intendersi, che Matteo Salvini avrebbe sequestrato (anzi, il reato di cui lo accusano è sequestro aggravato). Andrea Costa, uno dei responsabili di Baobab, ha spiegato al quotidiano online Tpi.it che il torpedone in questione trasportava «48 migranti eritrei, donne, uomini e bambini piccoli, già schedati, già fotosegnalati, aventi diritti e protezione». Secondo lui è tutto a posto: «I migranti hanno forse interesse ad andare in Francia», ha aggiunto Costa, «ma noi li abbiamo portati in un campo gestito dalla Croce rossa che vede la presenza di forze dell'ordine». Già, loro li hanno portati in un campo al confine, un luogo da cui possono liberamente uscire. Non a caso, anche il sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, ha spiegato che i migranti «per passare il confine si cercheranno un passeur e un modo non sicuro per attraversare la frontiera». Eppure, il bel gesto dei signori di Baobab molto probabilmente non avrà alcuna conseguenza. Di sicuro c'è che, ad oggi, non è arrivata alcuna comunicazione dall'autorità giudiziaria. Francesco Romeo, avvocato con base a Roma a cui sono soliti rivolgersi gli attivisti di Baobab appare molto tranquillo. «Se avessero ricevuto comunicazioni lo avrei saputo, no?», sorride. «Ma comunque non c'è proprio motivo di ricevere alcunché. Le persone che hanno trasportato sono libere di circolare, possono andare e fare quello che vogliono. Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina si configura se qualcuno supera la frontiera, cosa che non è avvenuta, mi pare». Se poi i migranti decideranno in autonomia di passare clandestinamente il confine con la Francia, beh, non sono fatti di Baobab. Loro hanno già svolto il compito, accompagnando gli stranieri in Liguria. Del resto sono anni che agiscono liberamente. «Dal giugno 2015 sono 53.000 i migranti che sono passati per il Centro Baobab. Il 95% sono transitanti, non vogliono restare in Italia, vogliono andare, per la maggior parte, nel Nord Europa», si legge sul sito dell'associazione.Certo, gli stessi attivisti spiegano che «dal 2015 abbiamo subìto in totale 18 sgomberi, perquisizioni e identificazioni», ma hanno comunque continuato ad operare. Dal loro «presidio» romano passa chiunque lo desideri, e loro certo non chiedono documenti o permessi vari. «Da lì passano tante persone», dice l'avvocato Romeo, «e i privati cittadini non hanno compiti di polizia». Nel luglio scorso, durante uno dei tanti blitz della polizia, nel centro sono stati trovati 34 migranti senza documenti. Nel maggio del 2017 fu il Corriere della Sera a scrivere che, durante il diciassettesimo sgombero, fu «trovato e arrestato uno stupratore». Tutto normale, tutto regolare. Nessuno si scandalizza. Anzi, Baobab riceve sostegno da enti e associazioni prestigiosi. Partecipa a campagne di mobilitazione sociale come Welcoming europe assieme alla Fondazione Migrantes della Cei, Magistratura democratica e vari altri. Dal 2016 a oggi sono aumentate sia le spese sia le entrate di Baobab experience. Nel 2016, stando al bilancio pubblicato sul Web, le uscite totali ammontavano a 29.942, 53 euro. Le entrate, invece, sono state in tutto 45.721,09 euro, di cui 12.668,58 euro ricevuti da «enti e associazioni» sotto forma di donazione. Nel 2017, invece, le spese totali sono state di 89.548,81 euro, mentre le entrate sono arrivate a 100.957,23 euro. L'associazione, dunque, è in attivo di 11.408,42 euro.Le donazioni da enti e associazioni sono state pari a 47.494,30 euro. È possibile che rientrino in questa voce di bilancio le donazioni di un'organizzazione chiamata Epim, ovvero European programme for integration and migration. Come dice il nome, Epim si occupa di sostenere l'immigrazione e l'integrazione a livello europeo. Fa parte di una rete più ampia di associazioni chiamata Nef (Network european foundations). Ma, soprattutto, ha dei sostenitori interessanti. Tra i «partner» di Epim, infatti, ci sono nomi altisonanti come la Compagnia di San Paolo, la Fondation de France, la fondazione belga King Baudouin e, ovviamente, l'immancabile Open society foundation di George Soros.Sembra una barzelletta, ma è verissimo. Baobab experience, nel 2017, è stata sostenuta da Epim, un'organizzazione che tra i partner annovera la fondazione di Soros. Ovviamente c'è chi riderà di questo collegamento, bollando il tutto come fango complottista. Però è curioso che compagnia di San Paolo e altri colossi paghino Epim per sostenere associazioni come Baobab. A parte il cortocircuito ideologico (il Grande Capitale che foraggia gli attivisti), c'è anche una questione politica. A parte il viaggio in autobus verso Ventimiglia, Baobab nei mesi scorsi ha messo in piedi almeno un'altra divertente iniziativa contro Salvini. Il 3 agosto scorso, infatti, gli attivisti - accompagnati dall'avvocato Francesco Romeo - hanno annunciato di aver querelato il ministro dell'Interno per «propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa». Incitamento all'odio razziale, insomma. È un Paese singolare, il nostro. Se provi a fermare l'ingresso di migranti irregolari (motivo per cui i cittadini ti hanno votato), ti indagano. Se invece i suddetti migranti (clandestini compresi) li porti in pullman vicino al confine con la Francia, tutto a posto. Anzi, passi da eroe dell'accoglienza, un paladino dei diritti che può persino denunciare un ministro.
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