2021-04-18
Bloccata la pensione ai vaccinatori
I medici tornati a lavoro per l'emergenza: «Costretti a pagare per aiutare». La norma infatti sospende l'assegno previdenziale e li obbliga a ricevere un compenso più basso. Una situazione assurda rischia di far saltare l'obiettivo delle 500.000 vaccinazioni al giorno. Per un pasticcio normativo, il numero dei vaccinatori potrebbe infatti ridursi. I medici in pensione che hanno accettato di scendere in campo per velocizzare la vaccinazione contro il Covid-19 si ritroveranno con l'assegno mensile sospeso. «Piuttosto che pagare per lavorare, preferisco fare attività a titolo gratuito, invece di rinunciare alla pensione», ha scritto all'Asl di Melegnano (Milano) Carlo Staudacher, già primario di Chirurgia generale del San Raffaele. La questione interessa un migliaio di medici. Tutto è nato con il decreto Cura Italia dello scorso anno che aveva ammesso il cumulo di retribuzioni in deroga alla legge su quota 100: i medici assunti per l'emergenza covid con contratto da co.co.co continuavano a percepire il loro trattamento previdenziale. La norma era stata confermata nel decreto Covid di gennaio ma, con il cambio di governo, è stato introdotto un emendamento al decreto-legge 2/2021 del 12 marzo, secondo cui la pensione non viene erogata nei mesi di ritorno all'attività. Una norma definita «assurda» dall'ente previdenziale dei medici (Enpam). Lo specialista, che ha già visto «molti colleghi lasciar perdere», teme che «tanti altri lo faranno» dato il vincolo «gravemente disincentivante». Come dichiara su Repubblica, Ivana Tomasini, medico vaccinatore in pensione a Bologna: «Ho rinunciato al volontariato con rabbia: avere una legislazione recente che ti crea difficoltà a fare volontariato gratuito non mi sembra una buona politica». Lo stesso Staudacher non ne fa «una questione di soldi ma di dignità»: la differenza «tra pensione e contratto co.co.co. è un importo che il medico paga allo Stato per fare le vaccinazioni». Se infatti non si cambia la norma, lo specialista in pensione si trova nella situazione paradossale di pagare lo Stato per un'attività che farebbe anche come volontariato. Sulla questione Staudacher ha contattato Letizia Moratti, assessore al Welfare in Lombardia, che si è impegnata a chiedere al governo «una deroga, ma i tempi sono lunghi». In tal senso si è mossa anche l'associazione dei medici dirigenti (Anaao Assomed). «Presenteremo un emendamento ai gruppi parlamentari. Ci deve essere una modifica», ha dichiarato Carlo Palermo, segretario di Anaao Assomed. «Obiettivamente un pensionato, prima di andare incontro a una procedura di sospensione dell'assegno, con tutte le problematiche burocratiche, lascia perdere. La cosa più semplice è che ognuno mantenga i propri emolumenti previdenziali e abbia in aggiunta ciò che gli spetta per l'attività di vaccinatore». La modifica però deve avvenire in tempi rapidi perchè, come ha evidenziato Staudacher, «molti neo laureati mi hanno detto che a breve ridurranno o interromperanno l'attività vaccinale per mettersi a studiare, visto che hanno l'esame di ammissione alla specialità, il più importante della loro vita». La presenza dei medici in pensione sarà ancora più importante, sempre che il ministro della Salute Speranza raccolga il loro allarme.
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)
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