2025-04-30
Blackout totale in cinque secondi: le rinnovabili mandano in tilt la rete
Spagna al buio a causa di uno squilibrio elettrico: il calo della produzione fotovoltaica, unita alla scarsità di energia convenzionale, come vuole il dogma verde, ha compromesso la stabilità. E il collasso è servito.Non ci sono ancora spiegazioni ufficiali di quanto accaduto lunedì in Spagna e Portogallo, allorché un blackout ha lasciato senza energia elettrica una buona parte della Penisola Iberica, fermando le attività di milioni di persone per l’intera giornata e provocando miliardi di euro di danni.Ieri il premier spagnolo Pedro Sánchez ha parlato per la terza volta in 24 ore, dicendo che «il governo spagnolo andrà a fondo della questione e attuerà le riforme e le misure necessarie per garantire che ciò non accada di nuovo. E ovviamente chiederemo conto agli operatori privati». Frase apparsa come un tentativo di attribuire responsabilità, come se già il governo spagnolo sapesse cosa è successo ma non intendesse ancora rivelarlo. Mentre la Commissione europea annunciava una indagine indipendente, il gestore della rete elettrica spagnola, Red Eléctrica (Ree), rompendo un silenzio anche troppo lungo, ha finalmente tenuto ieri una conferenza stampa nel corso della quale ha fornito scarsissimi elementi. Dopo avere escluso che si sia trattato di un attacco informatico o di qualche insolito fenomeno atmosferico (ardita tesi circolata due giorni fa), il direttore dei servizi per la gestione della rete elettrica, Eduardo Prieto, ha parlato di un primo «evento» alle 12.33 simile a una perdita di generazione nella regione sud-ovest del Paese, l’Estremadura, dove è concentrata abbondante produzione fotovoltaica. La gran parte degli impianti fotovoltaici installati in Spagna è di fabbricazione cinese. È «molto possibile», ha detto Prieto, che la generazione che ha subito il calo sia quella solare, ma non si può ancora dire per certo. In pochi millisecondi la rete si è stabilizzata senza conseguenze, ma 1,5 secondi dopo un secondo evento simile ad una perdita di generazione si è verificato e questo ha destabilizzato di nuovo la rete. Non è chiaro se questo secondo evento sia stato causato dal primo, ma è possibile secondo i funzionari della Ree. Dopo 3,5 secondi, l’instabilità crescente del sistema elettrico spagnolo ha fatto scattare la disconnessione con la rete francese interconnessa, mentre in quel momento la Spagna stava esportando energia in Francia. A seguito della disconnessione dal resto del sistema europeo, una nuova perdita di generazione rinnovabile ha colpito la rete, provocando nuovo squilibrio che ha portato tutte le unità di produzione (nucleare, gas, idroelettrico) a staccarsi per proteggere le apparecchiature. La generazione in Spagna è piombata a zero, dice Ree, anche se dai grafici risultavano ancora 10.000 Mw di generazione attiva (ma forse questa differenza è dovuta ad un ritardo dei misuratori al momento del distacco, ha spiegato Prieto).A quel punto ovviamente il Paese è precipitato nel buio. Resta il mistero sulla natura dei due «eventi» originari ed è su questo che dovrà fare chiarezza Ree nelle sue indagini. Una perdita di generazione di entità tale da alterare la frequenza della rete dovrebbe essere qualcosa di notevole, anche se non è detto perché la situazione della rete spagnola era molto particolare. L’altro punto che Ree dovrà chiarire, infatti, è se l’inerzia del sistema al momento del blackout era sufficiente a garantire la tenuta della frequenza sui 50 Hertz esatti, che è lo standard per il funzionamento del sistema.È preciso compito del gestore di rete mantenere la frequenza della rete su questi valori, altrimenti la rete collassa. Ma per mantenere questo livello serve generazione convenzionale, poiché le fonti rinnovabili non hanno l’inerzia necessaria a garantire il mantenimento della frequenza. L’inerzia è la capacità della rete di resistere a improvvisi cambiamenti di frequenza e viene fornita dalle turbine rotanti nelle centrali convenzionali (gas, carbone). Se c’è un calo di produzione, il moto rotatorio delle turbine fa da ammortizzatore mantenendo la frequenza stabile, dando tempo all’operatore di rete di aggiustare il sistema. Le fonti rinnovabili non hanno masse rotanti e non sono in grado di agire sull’inerzia, rendendo dunque la rete più instabile. Al momento del blackout, in Spagna la generazione da fonte convenzionale era scarsa, con le rinnovabili che invece superavano il 75% nel mix di generazione.L’estrema dipendenza dalle fonti rinnovabili, dunque, può avere peggiorato una situazione precaria. In altre parole, non si può dire che le rinnovabili siano state la causa del problema (almeno non al momento), ma certamente, per loro natura, queste non sono in grado di fornire una soluzione. Vi è un estremo bisogno di dare sicurezza alle reti, ma la stabilità delle reti è stato sempre argomento negletto nel Green deal europeo. È questa un’altra carenza gravissima del piano della Commissione di Ursula von der Leyen. In Spagna in particolare, come dimostra anche la massa di impianti fotovoltaici in vendita perché non redditizi, si è pensato di più all’obiettivo della quota di rinnovabili sulla produzione totale, tappezzando il territorio di impianti, senza tenere nel debito conto le esigenze di sicurezza del sistema. La generazione convenzionale serve alla stabilità della rete, almeno sino a che altre soluzioni non saranno messe in pista. Si tratta di soluzioni che dovrebbero andare di pari passo con la crescente installazione di impianti a fonte rinnovabile: batterie di rete, condensatori sincroni, inverter in grado di fornire inerzia cosiddetta sintetica. Servono tanti investimenti, tanti miliardi. Il green è un lusso che si paga.Sugli eventi che hanno scatenato in origine lo squilibrio si fanno diverse ipotesi. Secondo persone a conoscenza della questione potrebbe trattarsi di un ordine errato partito dalla sala controllo di Ree, per errore umano o per difetto del software, che ha disconnesso la generazione di diversi impianti fotovoltaici in una certa zona, che sarebbe appunto quella dell’Estremadura. In Italia, intanto, il governo ha convocato per i prossimi giorni una riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, in cui tra le altre cose saranno verificati i protocolli relativi a situazioni come quella verificatasi in Spagna.