2024-08-09
Sui bimbi trans i laburisti cedono alla realtà
Keir Starmer (Getty Images)
L’Inghilterra di Keir Starmer non solo conferma lo stop ai farmaci che bloccano la pubertà, ma apre una clinica pubblica destinata a chi vuol tornare al suo genere originario. Così si ammette che in passato negli ospedali ha prevalso l’ideologia. Il governo inglese è cambiato e ha svoltato a sinistra, ma almeno su un punto ha deciso di rimanere ancorato alla realtà. Mercoledì i dirigenti del Servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) hanno presentato il nuovo piano per l'assistenza ai ragazzini che manifestano problemi con l'identità di genere: per la prima volta la sanità pubblica metterà a disposizione una struttura dedicata «ai pazienti transgender che desiderano tornare al genere con cui sono nati». Si tratta dei cosiddetti detransitioner: maschi e femmine che hanno intrapreso un percorso di cambiamento di sesso pensando di migliorare la loro esistenza ma, quando lo hanno completato, si sono resi conto di non stare bene e di aver seguito una strada sbagliata.È stata proprio una di queste persone, nel 2020, a dare inizio al mutamento radicale che ha investito la sanità britannica sul tema delle politiche di genere. Keira Bell aveva iniziato ad assumere bloccanti della pubertà all’età di 16 anni, precisamente un anno e nove mesi dopo essere stata presa in carico dal Gender identity service del Nhs. A 17 anni Keira ha cominciato a prendere il testosterone e a 20 anni si è sottoposta alla mastectomia per diventare Quincy, un maschio. A quel punto, però, si è accorta che qualcosa non andava: i «professionisti del gender» l’avevano avviata alla transizione con troppa fretta. Dalla sua vicenda, e dalla causa intentata contro il servizio di genere della clinica londinese Tavistock, è scaturito un potente dibattito sul cambiamento di sesso nei minori. Le autorità inglesi, per risolvere la questione, hanno fatto la scelta più saggia: hanno affidato alla dottoressa Hilary Cass, pediatra molto stimata, il compito di stilare un rapporto sui servizi di genere del Nhs. La cosiddetta Cass Review ha infine dimostrato che i minorenni venivano spinti con troppa superficialità su percorsi di medicalizzazione che prevedevano l’assunzione di farmaci e poi la chirurgia. La dottoressa Cass è finita nel centro del mirino, ha ricevuto minacce dagli attivisti trans, ma ha probabilmente salvato migliaia di vite: grazie al suo lavoro la sanità britannica ha deciso di chiudere la clinica Tavistock. Successivamente, il governo conservatore ha imposto lo stop ai farmaci bloccanti della pubertà per i minorenni (confermato pure da una sentenza dell’Alta corte britannica), e i laburisti freschi di nomina hanno saggiamente continuato sulla stessa linea. Ora, l’ultima novità: l’istituzione di un servizio dedicato ai detransitioner (come suggerito dalla stessa Cass). Sir Stephen Powis, direttore medico del Nhs, parlando con il Daily Telegraph ha elogiato il lavoro «impagabile» della dottoressa e ha spiegato di aver elaborato un «modello di assistenza fondamentalmente diverso e più sicuro per i bambini». Mercoledì ha illustrato alla stampa le principali innovazioni. «Il piano pubblicato oggi delinea in modo completo un nuovo servizio per i bambini, i giovani e le loro famiglie, che sarà guidato da prove e ricerche in corso per garantire che i loro bisogni siano pienamente soddisfatti», ha detto. Tra i passaggi fondamentali ci sarà appunto la definizione di «un percorso del Servizio sanitario nazionale per coloro che scelgono la detransizione», dato che attualmente «non esiste un percorso clinico definito per le persone che stanno prendendo in considerazione la detransizione. Nhs England stabilirà un programma di lavoro per esplorare le questioni relative a un percorso di detransizione entro ottobre 2024». Ci saranno cambiamenti radicali anche per la somministrazione dei bloccanti della pubertà, che non verranno più prescritti con leggerezza ma soltanto all’interno di una sperimentazione clinica che avrà il compito di studiarne - finalmente in modo serio e puntuale - gli effetti di medio e lungo termine. Non è tutto. Come riporta il Telegraph, «il Servizio sanitario ha confermato che pubblicherà una revisione sui servizi per adulti entro la fine dell’anno dopo che la dottoressa Cass ha sentito le preoccupazioni del personale e dei pazienti che si estendevano oltre l’ambito della sua revisione sui servizi per l’infanzia. Tale revisione sarà guidata dal dottor David Levy, direttore medico del comitato di assistenza integrata del Lancashire e della Cumbria meridionale, e cercherà di migliorare l’assistenza rivolta agli adulti». Secondo James Palmer, dirigente del Servizio sanitario britannico, la nuova indagine cercherà di mettere in luce pregi e difetti della assistenza per i maggiorenni che intendono cambiare sesso. Verrà anche valutata, aggiunge il Telegraph, «la possibilità di istituire un servizio per la prima età adulta per i pazienti trans di età compresa tra 17 e 25 anni, che fino ad ora erano stati inviati direttamente nella cliniche per adulti, dove le valutazioni di genere sono meno olistiche. La dottoressa Cass ha scoperto che ai minorenni venivano somministrati potenti ormoni nelle cliniche per adulti a partire dai 17 anni, nonostante si avesse notizia di pazienti che cambiavano idea anche a 25 anni».Insomma, d’ora in avanti tutti i servizi inglesi riguardanti l’identità di genere lavoreranno con una sola parola d’ordine: prudenza. Forniranno comunque assistenza a tutti coloro che la chiedono e che giustamente meritano di essere seguiti, ascoltati e aiutati a prescindere dalla strada che sceglieranno. Ma l’ideologia sarà lasciata fuori dalla porta, e a guidare ogni decisione saranno l’evidenza e il principio di realtà. Cioè i due pilastri che finora sono mancati in tutte le discussioni sul gender a livello mondiale, dall’Italia alle Olimpiadi francesi.