2021-12-23
Biden disperato: loda Trump per scamparla
Donald Trump e Joe Biden (Getty Images)
Il senatore democratico Joe Manchin è corteggiato dai repubblicani: se saltasse il fosso, il presidente non controllerebbe più le Camere. Un decesso politico ben prima delle elezioni del mid term. Perciò Joe si umilia e incensa la politica vaccinale dell’odiato The Donald.Joe Biden è in un mare di guai. Nuovi sondaggi vedono il presidente americano in forte difficoltà. Secondo una recente rilevazione Pbs/Npr, il 55% degli elettori non ne gradisce l’operato, mentre il suo tasso di disapprovazione è aumentato di 20 punti da quando è entrato in carica. Numeri sconfortanti, soprattutto in vista delle elezioni di metà mandato che si terranno a novembre: elezioni in cui Biden potrebbe perdere la maggioranza addirittura in entrambi i rami del Congresso. Una eventualità da incubo per il presidente, che già oggi fatica a portare avanti la sua agenda parlamentare: alla Camera ha pochi voti di maggioranza, mentre al Senato si registra una situazione di parità (50 seggi a partito), che può tuttavia essere infranta dall’intervento della vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris. Eppure l’incubo per Biden potrebbe essere più vicino del previsto. Eh sì, perché i democratici rischiano di finire in minoranza al Senato molto prima di novembre. Che cosa sta succedendo? È presto detto. Il senatore dem del West Virginia, Joe Manchin, potrebbe presto passare con i repubblicani. E non si tratta di semplici indiscrezioni. Negli ultimi giorni, costui è stato infatti invitato a cambiare partito da svariati membri dell’elefantino, a partire dal capogruppo al Senato, Mitch McConnell. Esponente dem di area centrista, Manchin si è spesso trovato in contrasto con la maggioranza del suo attuale partito: un partito che sta diventando sempre più ostaggio dell’ala di sinistra. In un crescente clima di faide intestine, l’ultimo scontro si è consumato domenica, quando il senatore del West Virginia ha annunciato la sua opposizione al Build back better act: un mega pacchetto di provvedimenti sociali da quasi 2.000 miliardi di dollari, fortemente voluto dalle correnti più progressiste dell’asinello. Il no di Manchin ha affossato la misura, visto che - data la contrarietà di tutti i senatori repubblicani - i dem sono finiti in minoranza alla camera alta con soli 49 voti. Una circostanza, questa, che ha mandato la sinistra su tutte le furie. Bernie Sanders ha criticato ferocemente il suo riottoso collega, che è stato a sua volta testualmente e platealmente accusato dalla deputata dem Ilhan Omar di dire «stronzate». Tutto questo, mentre anche altri esponenti della sinistra stanno da giorni bersagliando Manchin. Nonostante gli insulti e qualche titolo giornalistico fantasioso che lo taccia di «tradimento», il senatore non ha tradito nessuno e il suo scetticismo verso il Build back better act era noto da tempo: va infatti considerato che il West Virginia sia uno Stato che, alle elezioni presidenziali, vota ininterrottamente per i repubblicani dal 2000 (un trend che si sta consolidando anche per le elezioni parlamentari). Il suo elettorato non nutre quindi troppa simpatia per i progetti progressisti di spesa pubblica elefantiaca che piacciono invece tanto a newyorchesi e californiani. Se la sinistra invoca lo scontro duro e puro, Biden - al contrario - non ha intenzione di lasciarsi scappare un parlamentare che, per quanto ribelle, gli garantisce (almeno virtualmente) la maggioranza in Senato: perdere infatti la camera alta non avrebbe ripercussioni perniciose solo sull’agenda programmatica dalla Casa Bianca, ma impedirebbe completamente al presidente di vedersi ratificate le nomine di ambasciatori, ministri e giudici (che dal Senato devono passare). È probabilmente anche per questo che, martedì, Biden ha avuto parole di distensione verso Donald Trump. «Grazie alla precedente amministrazione e alla nostra comunità scientifica, l’America è stata uno dei primi Paesi a ottenere il vaccino», ha detto. Un’affermazione rilevante, visto che Biden aveva lanciato una damnatio memoriae sul predecessore, citandolo giusto per cercare di scaricare su di lui le responsabilità della crisi afgana. Sarà un caso, ma in West Virginia Trump ha vinto nel 2016 con il 68% dei voti e nel 2020 con il 69%. Come che sia, forse mosso da spirito natalizio, l’ex presidente ha mostrato apprezzamento per le parole del successore. «Sono rimasto sorpreso di sentirlo», ha detto. «Penso che sia stata una cosa fantastica e penso che renda felici molti». Trump del resto fu l’architetto dell’Operazione Warp Speed che, lanciata nel maggio 2020, ha portato allo sviluppo del vaccino anti-Covid in tempi record. E, nonostante alcuni fischi ricevuti domenica durante un evento dopo aver affermato di aver ricevuto la terza dose, Trump - pur dicendosi contrario agli obblighi - ha rintuzzato i contestatori e rivendicato il merito dei vaccini. «Abbiamo fatto una cosa storica […] Prendetevi il merito perché abbiamo salvato decine di milioni di vite. Prendetevi il merito, non fatevelo portar via», ha detto alla platea. L’allora presidente del resto sapeva che l’importanza del tema vaccinale per Washington non è solo sanitaria, ma anche geopolitica. E questo con buona pace di chi taccia i repubblicani di essere dei no vax.
Jose Mourinho (Getty Images)