2022-12-03
Biden e Macron divisi sui colloqui con Putin
Emmanuel Macron e Joe Biden (Ansa)
Mentre la Casa Bianca nicchia, l’inquilino dell’Eliseo telefonerà presto al Cremlino per sottoporre le richieste di Volodymy Zelensky per la pace. Intanto Kiev ordina restrizioni per le Chiese legate a Mosca. Pacchi insanguinati stanno arrivando alle ambasciate ucraine in Europa.Stati Uniti e Francia si mostrano unite nel voler affrontare il nodo Ucraina, ma offrono risposte divergenti sulla disponibilità a parlare col presidente russo Vladimir Putin. Il presidente Usa Joe Biden e il francese Emmanuel Macron hanno parlato a lungo dell’invasione durante la visita alla Casa Bianca di quest’ultimo. Biden ha detto chiaramente che «non ha piani immediati» per contattare Putin. Ha poi aggiunto una postilla che non lascia molto spazio alla fantasia: si è dichiarato pronto a parlare con il leader russo «se sta cercando un modo per porre fine alla guerra», ma ha immediatamente chiarito che, a suo parere, Putin non lo sta affatto cercando. Il presidente americano ha, inoltre, specificato che ogni dialogo avverrà solo in consultazione gli alleati Nato. Più slancio arriva, invece, dal rappresentante dell’Eliseo che, soprattutto nei primi momenti del conflitto, si era sentito al telefono con Putin. Il leader francese ha dichiarato che, al contrario di Biden, intende parlare con il presidente russo nei prossimi giorni. Macron ha comunque posto come condizione preliminare che l’Ucraina stabilisca le condizioni per un accordo di pace, in modo da poterlo sottoporre al capo del Cremlino.Per il resto, la strategica alleanza tra Francia e Usa è stata ribadita in maniera forte, tanto che il presidente francese ha voluto evidenziare come «il fermo sostegno degli Stati Uniti» sia «molto importante, non solo per gli ucraini ma per la stabilità del nostro mondo oggi». Dopo l’offerta di negoziati che Biden aveva genericamente avanzato nei giorni scorsi, il Cremlino si è fatto sentire. «Il presidente russo Vladimir Putin rimane aperto a colloqui per assicurare gli interessi della Russia», ha detto il portavoce Dmitry Peskov, che però è rimasto fermo su un punto: gli Stati Uniti devono riconoscere come territorio della Federazione le regioni ucraine recentemente annesse. Secondo Mosca, il sostegno occidentale incoraggia Kiev a rifiutare i negoziati.Questo concetto è stato espresso anche da Putin che, in una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha definito gli attacchi missilistici russi in Ucraina «una risposta forzata e inevitabile agli attacchi provocatori di Kiev contro le infrastrutture civili russe, tra cui il ponte di Crimea e gli impianti energetici». Al telefono con il cancelliere tedesco, il presidente russo ha definito «distruttiva» la linea dei Paesi occidentali, accusandoli per le armi fornite all’esercito ucraino. Scholz ha, invece, chiesto a Putin che si trovi «il prima possibile una soluzione diplomatica», di cui è parte il «ritiro delle truppe russe». Mentre la diplomazia cerca faticosamente i suoi spazi, in Ucraina è rottura tra la chiesa ortodossa ucraina e quella facente capo al Patriarcato russo. Il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto che pone restrizioni all’attività della Chiesa ortodossa del Paese legata a Mosca.Zelensky aveva preannunciato l’iniziativa, affermando che intende «impedire alle organizzazioni religiose affiliate ai centri di influenza della Federazione russa di operare in Ucraina». Ieri in tre chiese sono andate avanti le perquisizioni dei servizi di sicurezza interni, avviate da alcune settimane. L’Ucraina vuole non solo limitare le attività delle organizzazioni religiose legate alla Russia, ma addirittura rivedere lo status della Chiesa ortodossa ucraina fedele al patriarcato moscovita. «Le autorità sataniste di Kiev sono diventate apertamente nemiche di Cristo e della fede ortodossa», ha risposto a Zelensky l’ex presidente russo Dmitry Medvedev. «I credenti sono obbligati» dalle autorità ucraine a frequentare solo le chiese giudicate «corrette», afferma Medvedev.Intanto, continuano ad arrivare inquietanti «messaggi» nelle ambasciate ucraine sparse in Europa. Pacchi macabri, «intrisi di sangue» e contenenti occhi di animali, sono stati inviati a sei ambasciate, compresa quella italiana. Lo denuncia il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Oleg Nikolenko, spiegando che i pacchi sono stati trovati nelle sedi diplomatiche ucraine in Ungheria, Italia, Olanda, Croazia, Polonia e Austria. I plichi sono stati ricevuti anche dai consolati generali ucraini di Napoli e Cracovia. Questi «messaggi» seguono le lettere esplosive recapitate a diversi mittenti nei giorni scorsi in Spagna, tra cui il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e l’ambasciata di Kiev a Madrid.Atti di vandalismo sono stati compiuti anche nella residenza dell’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash. Secondo quanto si apprende, ignoti sono riusciti a entrare nell’edificio e hanno sparso escrementi sulla porta, sulle scale e sulle pareti.Gli unici che in questo momento stanno portando avanti una negoziazione sia con l’Ucraina che con la Russia, sono i vertici dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), per ottenere una zona sicura intorno alle centrali nucleari ucraine, in particolare quella di Zaporizhzhia. «È fondamentale che le istituzioni internazionali come la Aiea rimangano indipendenti, imparziali, risolute e proattive. Mai prima d’ora», ha sostenuto Rafael Grossi, direttore generale della Aiea, «una centrale nucleare è stata ripetutamente bombardata e isolata dalla rete elettrica. Dobbiamo proteggere la popolazione da un incidente nucleare».La città di Zaporizhzhia è stata colpita proprio ieri dalle forze russe. «Il nemico voleva distruggere le infrastrutture industriali ed energetiche», ha commentato il sindaco Anatoly Kurtev.