2019-08-03
Bibbiano, l’ex sindaco tenta di discolparsi: «Foti era necessario»
Andrea Carletti usa l'enorme numero di (finti) abusi per giustificare i soldi ad Hansel e Gretel. Ma online si vantava della sua scelta. I Comuni si mobilitano per cambiare gli affidi. Approvate in tutta Italia delibere e mozioni per eliminare le storture. Luca Zaia approfondirà la storia della neonata di Padova portata in comunità per sospetti infondati. Lo speciale comprende due articoli. La difesa di Andrea Carletti, l'ex sindaco pd di Bibbiano finito nell'inchiesta «Angeli e demoni» della Procura di Reggio Emilia, sta raccogliendo elementi che rischiano di diventare un boomerang. Lo scorso gennaio Gaddomaria Grassi, direttore del dipartimento di salute mentale dell'Asl di Reggio Emilia, rilasciava questa testimonianza: «La psicoterapia è una delle attività tipiche del servizio di neuropsichiatria infantile. Tuttavia, con l'esplosione dei casi di abusi sessuali ai danni di minori che si sono verificati in particolare nel distretto della Val d'Enza, noi, poiché non potevamo garantire con il nostro personale le competenze specialistiche per la gestione psicoterapica dei minori abusati, come Asl rimborsavano ai Comuni della Val d'Enza il 50% delle spese di psicoterapia affidata al centro studi privato Hansel e Gretel». Il verbale, come riporta la Gazzetta di Reggio, è stato utilizzato dall'avvocato Giovanni Tarquini nella memoria difensiva dell'ex sindaco di Bibbiano per chiederne la revoca degli arresti domiciliari. Una difesa a dir poco sconcertante, visto che secondo i pm gli affidi illeciti si basavano su relazioni false e a scopo di lucro, e si moltiplicavano casi inesistenti solo per togliere i bambini ai loro genitori dandoli ad amici e conoscenti. Eppure l'avvocato pensa che possa reggere una linea difensiva che faccia passare come necessarie e inevitabili le consulenze offerte dal centro torinese di Claudio Foti, dove psicoterapeuti scelti senza gara erano retribuiti con tariffe che sarebbero state doppie rispetto alla media (135 euro l'ora, contro una media di mercato di 60-70 euro). Proseguiva nella sua testimonianza il direttore del dipartimento di salute mentale dell'Asl: «Abbiamo deciso di formare il nostro personale (sei o otto psicologi) dell'intero dipartimento di Reggio Emilia, avvalendoci della collaborazione dello stesso centro studi Hansel e Gretel perché avevamo saputo che era uno dei centri maggiormente specializzati in materia». Ne era certo lo stesso Carletti, che in un video del 2017, ancora visibile su Twitter, sedeva accanto a Foti elogiando il lavoro degli operatori sociali del servizio minori: «Occorrono professionalità e competenza per affrontare al meglio un fenomeno così complesso», affermava l'allora primo cittadino, spiegando che il tema affidamento minori è un «impegno istituzionale e politico molto chiaro». Incorniciato dai simboli del partito, parlava di un percorso di formazione condiviso assieme agli assistenti. I bambini potevano essere seguiti gratuitamente dall'Asl ma Carletti annunciava di aver scelto di rivolgersi «a livello nazionale a uno dei centri più professionali e competenti che è qui rappresentato dal dottor Foti. Il centro Hansel e Gretel di Torino è stato fondamentale perché in questi anni ci ha accompagnato, ci ha fatto crescere, ci ha aperto gli occhi». Oltre a maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, abuso d'ufficio e lesioni gravissime, nel caso Bibbiano si parla di un giro d'affari clamoroso e di sottrazione di soldi pubblici all'erario. Carletti dice di essere stato un bravo amministratore, il Pd lo difende, ma per gli inquirenti «si adoperava per consentire la prosecuzione dell'attività» degli psicologi di Hansel e Gretel, «ottenendo un ritorno d'immagine e un incremento dei fondi a disposizione». Sempre Grassi dichiarava: «Dal mio dipartimento deriva la compartecipazione al 50% delle spese relative ai bambini dati in affido. C'è un'assunzione di spesa globale all'inizio dell'anno. La retta di affido alla quale la Asl partecipa al 50% può essere maggiorata se viene attestato che il minore necessita di psicoterapia». A documentare le problematiche dei minori, secondo gli inquirenti manipolandone le testimonianze, erano proprio gli assistenti sociali e i terapeuti del sistema Bibbiano. L'inchiesta ha sconvolto il Paese ma non i dem, che preferiscono fare quadrato piuttosto che invocare pene esemplari per chi ha provocato danni irreparabili a tanti bambini. Mentre ci sono famiglie distrutte che chiedono giustizia, la sinistra si preoccupa per i toni accesi che vengono usati. «Alcune persone continuano in queste settimane a telefonare agli uffici dei servizi sociali, minacciando e aggredendo verbalmente operatori dei servizi, anche di uffici per nulla coinvolti nelle indagini della Procura», denuncia il sindaco di Cavriago Francesca Bedogni, delegata alle Politiche sociali per l'Unione Val d'Enza, che chiede di «poter lavorare serenamente» e invoca «un intervento serio e responsabile da parte di tutti affinché questo clima di rabbia e frustrazione lasci il posto ad atteggiamenti più costruttivi da parte di ognuno». Il segretario regionale del Pd in Emilia Romagna, Paolo Calvano, addirittura lancia «un grido d'allarme. Chi si deve occupare della nostra sicurezza faccia qualcosa», scrive sulla sua pagina Facebook. «Rimane lo sconforto e lo sconcerto per un clima estremamente preoccupante con connotazioni tipiche dei momenti più bui del nostro recente passato», ha dichiarato il capogruppo dei dem in Regione, Stefano Caliandro. E ti pareva se non tiravano in ballo il fascismo? <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/bibbiano-lex-sindaco-tenta-di-discolparsi-foti-era-necessario-2639627106.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-comuni-si-mobilitano-per-cambiare-gli-affidi" data-post-id="2639627106" data-published-at="1757643479" data-use-pagination="False"> I Comuni si mobilitano per cambiare gli affidi Sembra che il bubbone stia davvero esplodendo. Il caso di Bibbiano ha dato il via a una reazione a catena che coinvolge tutta l'Italia. In tanti Comuni, nei giorni scorsi, si sono tenute manifestazioni, fiaccolate, cortei. E adesso anche la politica comincia a mobilitarsi. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato una verifica sulla storia della bimba di Padova che abbiamo raccontato nei giorni scorsi. La piccina fu trovata positiva alla cocaina dopo un esame del capello, e per questo fu mandata in comunità. Poi si scoprì che i suoi poveri genitori non avevano fatto nulla di male, e che ovviamente non l'avevano drogata. «Premesso che le sentenze spettano ai giudici», ha dichiarato Zaia, «vogliamo fare chiarezza per quanto è di nostra competenza». Il governatore ha fatto sapere che la Regione è «a disposizione della magistratura» e ha annunciato che «sarà avviata una verifica interna su quanto è accaduto. Per questo ne parlerò direttamente con il direttore generale Luciano Flor». Speriamo che sia fatta chiarezza, perché la sensazione è che anche a Padova ci siano alcuni casi per lo meno controversi. Intanto, però, non solo in Veneto si muove qualcosa. In numerosi Comuni lombardi vari consiglieri di area sovranista hanno presentato mozioni di solidarietà a favore delle famiglie coinvolte nelle varie vicende di allontanamenti ingiusti. L'obiettivo dei vari consiglieri è quello di «promuovere iniziative volte a prevenire e a contrastare la violenza sui minori». Tra i Comuni interessati dall'iniziativa ci sono Cologno Monzese con la mozione presentata da Lorenzo Corradini e Zanica (provincia di Bergamo), con la mozione di Nicola Longo. Altre mozioni sono state presentate a Isso, Taleggio, Vedeseta e Barbata (provincia di Bergamo), a Torre de' Picenardi (Cremona), a Villachiara e Capovalle (Brescia), Rocca Susella e Volpara (Pavia). A Sesto San Giovanni (Milano), il sindaco Roberto Di Stefano ha approvato una delibera che contiene nuove linee guida sul sistema di gestione dei minori. «In seguito alla terribile vicenda del sistema Bibbiano, che ha visto diversi bambini tolti ai propri genitori sulla base di relazioni false, abbiamo deciso di fare ancora più chiarezza sul sistema degli affidi», ha detto Di Stefano. «Sarà impegno del Comune attivare azioni educative per evitare l'uscita dalla famiglia d'origine, ridurre il collocamento in comunità e facilitare il passaggio dalla comunità al contesto famigliare, con il rientro in famiglia o il passaggio a quella affidataria», ha precisato l'assessore sestese Roberta Pizzochera. «Nel caso in cui la destinazione della comunità fosse inevitabile a causa di disposizioni emesse da tribunale, il Comune garantirà ai minori il diritto ad avere relazioni con la propria famiglia d'origine». Nuovi provvedimenti anche a Monfalcone (Gorizia). «I bambini sono il nostro futuro», ha detto il sindaco Anna Maria Cisint, «e per questo motivo non possiamo accettare che quanto accaduto a Bibbiano succeda qui. Già all'inizio del mio mandato ho monitorato l'attività svolta dal servizio sociale per i minori e posso affermare che a Monfalcone i diritti dei bambini sono tutelati. Nonostante ciò abbiamo voluto, con questa scelta, affermare il grande valore della famiglia naturale e del diritto dei figli di rimanere con mamma e papà, anche attivando le necessarie progettualità a supporto dei genitori in difficoltà». Ci saranno più controlli sui professioni che lavorano a contatto con i minori, e nelle scuole materne e negli asili si prevede di inserire un sistema di videosorveglianza. Quelle che abbiamo citato sono soltanto alcune delle iniziative che negli ultimi giorni, da Nord a Sud, hanno interessato tutto il territorio italiano. Mentre qualcuno è ancora intenzionato a far calare una coltre di silenzio sullo scandalo degli affidi facili, per fortuna ci sono politici che intendono correre ai ripari, ed evitare che casi come quello di Bibbiano si ripetano altrove.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».