2024-12-06
Berthe Morisot. Pittrice impressionista. Una grande mostra alla GAM di Torino
True
Berthe Morisot. Eugène Manet all’isola di Wight, 1875 . Parigi, musée Marmottan Monet, legs Annie Rouart, 1993. lnv. 6029
Alla Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino (sino al 9 marzo 2025), una grande mostra celebra la storia e il percorso artistico di Berthe Morisot, l’unica donna tra i fondatori del movimento impressionista. Dai dipinti alle incisioni, esposte oltre 40 opere, tra cui famosi capolavori provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi.Padre funzionario statale di alto rango, madre pronipote del celebre pittore Jean-Honoré Fragonard, Berthe Morisot (Bourges, 1841-Parigi, 1895) visse sin da subito in un ambiente familiare estremamente sensibile all’arte e alla cultura. Allieva di Camille Corot - che la spinse a dipingere En plein air – e modella d'elezione di Edouard Manet , con cui ebbe un rapporto di stima e di amicizia forte e profondo (e di cui ne divenne anche la cognata, sposando il fratello Eugène), fu proprio grazie a questo legame che la Morisot , già «insofferente » agli accademismi, abbracciò definitivamente la poetica del nascente movimento impressionista: nel 1973, insieme a Degas, Renoir, Sisley, Pissarro, Monet e altri artisti meno noti fondò la «Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori, ecc» e nel giro di qualche anno , nonostante fosse una donna, divenne una delle personalità di spicco del gruppo impressionista, unica esponente femminile del movimento. E come tale, oltre che per la sua pennellata lunga e rapida, a tratti incompiuta, sfuggente e frastagliata, capace di rappresentare con grazia gli elementi della natura e della realtà, è passata alla storia… Una figura importante quella di Berthe Morisot, che la città di Torino, nell’anno internazionalmente dedicato all’impressionismo,ha scelto di omaggiare con la bella mostra allestita alla GAM, curata da Maria Teresa Benedetti e Giulia Perin, in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi, istituzione che vanta la più grande raccolta di opere della Morisot.La mostra, le tematiche e l'allestimentoUn percorso espositivo originale, arricchito da un displey di Stefano Arienti, noto artista contemporaneo, che, in dialogo con le opere esposte, si sviluppa lungo le sale della mostra, regalando al visitatore un’ambientazione inedita. L’intervento di Arienti, che riveste le pareti con carte da parati e nastri d’organza a righe o fiori tipici dell’epoca, dettagli d’arredo, «quadri pongo» e un meraviglioso trompe-l’œil di un grande prato soleggiato, è un allestimento perfetto per entrare in piena sintoniacon l’atmosfera domestica dei soggetti cari alla Morisot (e agli impressionisti in generale), che l’esposizione torinese suddivide in 4 macro-tematiche: sfera familiare, ritratti femminili, paesaggi e giardini e figure nel verde. Uno stile «leggero» quello di Berthe Morisot, caratterizzato da atmosfere brillanti e cromaticamente intense, ma allo stesso tempo intime e delicate, momenti di vita familiare e di società, dove a dominare è la luce, protagonista assoluta delle sue opere: come in Pasie che cuce nel giardino (1881-82), una tela di grandi dimensioni (concessa dal Musée des Beaux-Arts di Pau ) che ritrae la giovane bambinaia della figlia Julie; Su una panchina al bois de Boulogne (1894); Pastorella nuda sdraiata (1891) e la meravigliosa La bambina con la bambola o l'interno del cottage (1886). Straordinari, inoltre, Autoritratto (1885), Eugène Manet all’isola di Wight (1875) realizzato dalla pittrice durante il viaggio di nozze in Inghilterra e e Il Ciliegio (1891), tra i dipinti ad olio di dimensioni più imponenti realizzati dalla Morisot. Da segnalare, accanto alle opere universalmente conosciute, anche un corpus di lavori meno noti-provenienti da collezioni private - tra i quali spicca Ciotola del latte (1890), esposto per la prima volta in Italia e venduto in un’asta Sotheby’s a maggio 2022 per più di un milione di euro...Una mostra ricca e ben articolata, che regala al visitatore un «quadro» (è proprio il caso di dirlo…) completo della vita e dell’ universo creativo di un’artista che ha affidato a uno dei suoi diari la perfetta descrizione della sua essenza: «La mia vita si limita a voler fissare qualcosa di quello che accade, e bene, quell’ambizione è ancora smisurata! …un atteggiamento di Julie, un sorriso, un fiore, un frutto, un ramo d’albero, una sola di queste cose mi basta».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)