2019-05-28
Berlusconi c’è sempre ma Fi è dimezzata. Inizia la resa dei conti
Il Cavaliere fa il pieno di preferenze tranne nel Centro, dove non si presentava, e nelle Isole. Oggi a Bruxelles vedrà Viktor Orbàn.«Il voto utile? Sono io». Per settimane, Silvio Berlusconi ha ripetuto il suo mantra europeista. All'alba delle ottantadue primavere, ha dato fondo alle rinomate capacità persuasive. Tv, talk show, giornali: ha miscelato temi d'antan, quelli che incantavano gli italiani, con contingenti allarmi. Eppure la soglia psicologica del dieci per cento è andata in frantumi. Seguita dal morale delle truppe azzurre: mai così basso. Il voto europeo ha cacciato Forza Italia laggiù dove l'avevano collocata i sondaggi più tetri: 8,79 per cento. Esattamente la metà di cinque anni fa, alle scorse europee. E lontanissimo dal 14,4 per cento del 4 marzo 2018. Una caduta libera. Aggravata dall'exploit di Fratelli d'Italia, saliti al 6,4 per cento. E dall'incombente spettro del fuggi fuggi.Certo, il Cavaliere qualche consolazione ce l'ha. Candidato in quattro circoscrizioni, raccoglie quasi 600.000 voti: quasi un quarto di quelli di Matteo Salvini, capolista ovunque, che però a Bruxelles non andrà. L'ambito scettro di italiano più votato è dunque del Cavaliere. «Più di questo non si poteva fare, ho dato il massimo» spiega il fondatore di Forza Italia. Che, cinque anni dopo la sua estromissione, torna parlamentare. Anche se a Bruxelles. Dove, informa, «resta l'unico argine al populismo antieuropeo». Più complessa sarà invece l'auspicata ricomposizione del centrodestra in patria. L'alleanza con i 5 stelle garantisce ancora a Salvini indiscussa maggioranza. Resterebbe da battere l'impervia strada delle urne. Ipotesi che la Lega, vista la messe di voti, rifugge.Dunque? Dunque i forzisti contano e ricontano. Al partito spetterebbero otto seggi: quattro in meno, rispetto al 2014. Il Cavaliere ora dovrà decidere sul da farsi. Quale circoscrizione scegliere? Chi saranno i fortunati a rientrare in gioco? Nel Nordovest, dove Berlusconi ha avuto quasi 183 mila preferenze, è certa solo l'elezione di Massimiliano Salini: secondo, ma a siderale distanza. Mentre resta in bilico Lara Comi, fresca indagata per finanziamento illecito nell'inchiesta per corruzione in Lombardia. L'onta basterà a sacrificarla? I rumor forzisti giurano di no: anche perché godrebbe della fiducia di Mariastella Gelmini, «colonnello» lombardo. Il problema, invece, nemmeno si porrebbe nel Nordest, completamente salvinizzato. Gli azzurri qui non arrivano al sei per cento. Tanto che, alle spalle del Cavaliere, la più votata è un'azzurra di ritorno: Irene Pivetti. Con appena 9.115 preferenze.Poche gioie anche al centro, dove il Cavaliere non correva. Scelta obbligata, per non mettere in ombra il capolista: Antonio Tajani, già presidente del parlamento europeo. Il numero due del partito rastrella oltre 63.000 voti, unico eletto della circoscrizione. Il partito ottiene però uno striminzito 6,25 cento: meno di Fratelli d'Italia, che sfiora il sette per cento. Va molto meglio al Sud. Berlusconi conquista 180.000 voti e gli azzurri superano il 12 per cento. Dunque: seggio per Aldo Patriciello, veterano a Bruxelles, probabile per Fulvio Martusciello.Non v'è alcuna certezza, invece, nelle isole. Dove il Cavaliere ha il risultato meno lusinghiero: poco più di 90.000 voti. Il partito, però, qui raggiunge il suo massimo, sfiorando il 15 per cento. L'arcano? Semplice. I big siciliani hanno votato e fatto votare altri nomi. Gianfranco Miccichè, segretario siciliano, ha portato acqua al mulino del fido Giuseppe Milazzo: quasi 75.000 consensi. Poco dietro, c'è il candidato di ex centristi e cuffariani: Saverio Romano. Una guerra fratricida che ha ovviamente indisposto l'interessato: il Cavaliere. Ma è solo una delle tante baruffe che corrono tra le scomposte file forziste. Capintesta il solito Giovanni Toti, governatore della Liguria in perenne dissidio. Ieri, appresi i dati definitivi, ha vergato un velenosissimo post su Facebook. Riassumibile nel definitivo: «Tutti a casa!». Svolgimento: «Ora basta, stiamo assistendo alla seconda tornata elettorale in meno di un anno in cui, mentre il centrodestra stravince, Forza Italia perde. E perde molto». Toti azzanna l'avversa «classe dirigente che ha difeso a oltranza le proprie poltrone, ha occhieggiato alla sinistra per far dispetto ai nostri alleati, ha scelto ancora una volta dall'alto candidature con arbitrio totale».Insomma: grande è la confusione sotto il cielo. Ma, a differenza di quanto diceva Mao, la situazione per Forza Italia è tutt'altro che eccellente. Unica certezza: il villone che il Cavaliere avrebbe acquistato a Bruxelles. Con tanto di sontuose sale, per ricevere i leader europei. Come il primo ministro ungherese Viktor Orban, che ha già chiamato Berlusconi per complimentarsi. Oggi i due si vedranno a Bruxelles. Il leader azzurro, del resto, promette di trasferirsi nella capitale belga: armi e bagagli. Da dove spera di continuare i fili della politica. Salvini permettendo.
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