2024-12-17
Città allo sbando e Sala pensa alle sigarette
Da gennaio, a Milano, chi si accenderà una bionda all’aperto a meno di 10 metri dagli altri rischierà una multa fino a 240 euro. Un’altra vessazione per i cittadini, in balia di spaccio, rapine e pure smog, malgrado i diktat green della giunta progressista.Affascinata dalle leggi sovietiche, Milano si appresta a vararne un’altra: dal primo gennaio 2025 sarà vietato fumare anche per strada. Motivazione da depravazione etica della giunta: «Bisogna ottenere un cambiamento culturale». Nonostante il fallimento del piano «Aria Clima» (la metropoli tascabile rimane una delle cinque più inquinate d’Europa), Beppe Sala non demorde. E dopo essersi scagliato invano contro gli automobilisti con Area B e C, dopo avere costretto gli abitanti a cambiare le caldaie dei condomini a loro spese, si concentra sui due passanti su 20 con la sigaretta accesa. Se non la spengono e si trovano a meno di dieci metri da un concittadino rischiano una multa da 40 a 240 euro. Ora è palese: l’unica libertà che il sindaco tollera è la sua di vessare i milanesi. Con questo provvedimento stile Times Square l’amministrazione finto-green intende raggiungere uno di quei record di puro marketing che tengono in piedi la sua narrazione: sarà la prima città «smoke free» d’Italia. Per chi non lo sapesse, un divieto un po’ meno bolscevico era già in vigore dal 2021 e riguardava il fumo nelle aree destinate a verde pubblico (con distanza 10 metri dallo spacciatore di quartiere), in quelle dedicate ai giochi dei bambini, alle fermate dei mezzi pubblici, nei cimiteri, negli impianti all’aperto e negli stadi. L’allargamento a tutta la città viene ritenuto indispensabile dal Comune per dimezzare le emissioni di Co2 entro il 2050. La stretta riguarda il fumo da tabacco e ammette l’uso di sigarette elettroniche, più cool per il démi-monde modaiolo del centro. Chi verrà sorpreso a stantuffare vapore acqueo (o uno spinello democratico) da un monopattino in slalom sul marciapiede potrebbe anche concorrere all’Ambrogino d’oro.Va aggiunto che la legge è praticamente inutile perché il ruolo della sigaretta e del sigaro trasformati in volute di fumo ai giorni nostri è marginale nella gigantesca lotta all’inquinamento da polveri sottili che Vanity Sala sta perdendo male, anche più dei suoi predecessori, visto che il Pm 10 è aumentato del 148% rispetto al 2023. Le cause dominanti nell’area metropolitana sono note, elencate da tutti gli enti di rilevazione compresa Greenpeace (quella che piace di più a Palazzo Marino): riscaldamenti residenziali e commerciali 36,9%, allevamenti intensivi 16,6%, trasporti stradali 14%, industrie 10%, agricoltura 4,4%, produzioni energetiche 2,5%. Ma accanirsi contro il pensionato che si accende un toscano Riserva a 9,50 metri da un’altra persona è più facile. Tutto questo nella Milano dell’ingorgo perenne di auto anche per colpa dei cantieri interminabili aperti dalla stessa giunta moralisteggiante.L’ideologia inquina più del tabacco da pipa fatto evaporare all’aperto. La conferma che si tratta di un provvedimento con scopi tristemente rieducativi arriva dall’assessore all’Ambiente e al Verde, l’ex fumatrice Elena Grandi: «Con questo secondo step il divieto di fumo viene esteso a tutta la città, ma era già in vigore in diverse aree e zone. È in primis un’azione di sensibilizzazione che punta a scoraggiare stili di vita che sappiamo essere dannosi per la salute di tutte le persone, non solo dei fumatori». Il progressismo dirigista è meraviglioso: vorrebbe il suicidio libero per un raffreddore, vorrebbe far credere che anche gli uomini possono partorire, ma chi fuma una Marlboro in piazza Duomo va sanzionato «per il suo bene». Rimane incerto il tema dei controlli da mettere in campo. In attesa di istituire improbabili ausiliari del fumo, l’assessore assicura che «si tratta di un provvedimento inizialmente dissuasivo con l’obiettivo di portare i cittadini a un cambiamento culturale». Ma nella capitale degli scippi e delle rapine, che nella classifica del Sole 24Ore è al 106º posto nazionale per Sicurezza e Giustizia dopo Foggia e Napoli, nessun fumatore resterà impunito. Proprio la graduatoria del quotidiano economico, che pone Milano al 12° posto nella classifica generale (l’anno scorso era ottava), sottolinea come l’inquinamento galoppi nonostante i divieti cervellotici che non colgono l’essenza del problema. «L’inquinamento dell’aria è in costante aumento, insieme al traffico veicolare (+2% auto di proprietà)», polemizza il segretario cittadino della Lega, Samuele Piscina. «Tale dato evidenzia come le politiche volte a penalizzare le vetture private non stiano portando alcun beneficio, ma solo un peggioramento dell’inquinamento e della vita dei milanesi. Anche questo è un triste primato tutto targato Sala e Pd che si riempiono la bocca di politiche green e, all’atto pratico, fanno sprofondare Milano nello smog bloccando il traffico». Secondo il sindaco, colpevole di tutto questo è il tabagista solitario, che dal primo gennaio potrà fumare passeggiando nelle piazze o nelle strade di periferia alle due di notte, dove l’ultimo dei problemi è incontrare un salutista o l’assessore Grandi. E il primo non farsi rubare anche le scarpe e l’accendino Dupont.