2021-07-01
Grillo dà lezioni di diritto all’avvocato Conte
Io sono Grillo e voi non siete un c… In pratica, il marchese dei 5 stelle ha spiegato questo a Conte e compagni. Tradotto, il movimento è mio e lo gestisco io. E per quanto ci riguarda, noi non abbiamo mai avuto dubbi che fosse proprio così. Del resto, nel 2013 chi ha conquistato il 25 per cento?Forse Vito Crimi? Oppure Roberta Lombardi? O magari Paola Taverna? È evidente che la pattuglia di sconosciuti, sull'onda del successo delle elezioni, venne portata in Parlamento grazie al consenso di Beppe Grillo e non certo del proprio. E, sempre sull'onda della popolarità del comico genovese, nel 2018 i pentastellati hanno conquistato il 32 per cento, divenendo il maggior partito italiano. Qualcuno forse ricorda un comizio di Stefano Patuanelli o di Ettore Licheri, due dei parlamentari che insieme ai succitati reggenti o autoreggenti a 5 stelle paiono oggi schierati contro l'uomo che ha fatto la loro fortuna? Oppure c'è chi pensa che durante la campagna elettorale di tre anni fa i grillini avrebbero riscosso un successo pari a quello della Dc e del Pci nei tempi migliori dicendo di avere intenzione di affidare il governo a uno sconosciuto professore di diritto di nome Giuseppe Conte? Se abbiamo avuto i 5 stelle al governo, ossia signore come Lucia Azzolina all'Istruzione o una tipa come Elisabetta Trenta alla Difesa, il merito, ma per quanto ci riguarda sarebbe preferibile parlare di colpa, è solo di Beppe Grillo. È sempre stato lui il capo, il garante, l'Elevato e l'ispiratore di ogni scelta. Stupisce che i grillini e Giuseppe Conte lo scoprano solo ora. Sì, certo, c'erano Luigi Di Maio, candidato premier, e Alessandro Di Battista, candidato per il secondo turno di governo. Ma alla fine, ogni decisione è stata presa tra Genova e Bibbona, con parentesi a Porto Cervo, nella villa teatro di un presunto stupro. Piaccia o no ai compagni del Movimento, tutto è sempre stato ricondotto al comico e prima, quando era in vita, a Gianroberto Casaleggio. O qualcuno pensa che il Conte uno con la Lega sia potuto nascere per la sola volontà dell'attuale ministro degli Esteri o dell'ex presidente del Consiglio e dell'ormai ex aspirante capo del Movimento? Ovvio che l'esecutivo gialloblù fu benedetto, a malincuore o meno, dallo stesso Beppe Grillo. E così fu con la giravolta che ha consentito all'avvocato del popolo di succedere a sé stesso, ma con una maggioranza diversa, questa volta con la sinistra e l'estrema sinistra. E il governo di Mario Draghi, quello che secondo Conte non avrebbe mai dovuto nascere perché lui avrebbe dovuto essere l'ultima spiaggia prima delle elezioni, c'è qualcuno che ricorda come sia nato? In fondo è facile, sono passati solo quattro mesi. Ma allora, di fronte allo scetticismo grillino, di Vito Crimi che dichiarava mai con i banchieri, arrivò il comico, si chiuse in una stanza di Palazzo Chigi con l'ex governatore della Bce e poi se ne uscì dicendo che l'algido Mario era un grillino, tifoso convinto dei 5 stelle fino al punto di aver chiesto come iscriversi al Movimento. Era una barzelletta, una scena di teatro dell'assurdo più che di avanspettacolo. Tuttavia, Crimi e compagni si sono bevuti la gag fino in fondo, convinti che stesse per nascere il primo governo verde della storia, con un ministro per la transizione ecologica. Sì, pur di rimanere attaccati alla poltrona, di continuare a stare al governo, i grillini si sono sciroppati ogni frottola, anche quella della democrazia che nasce dal basso, sebbene dal basso siano venuti solo i vaffa, mentre il resto, cioè le decisioni vere, quelle di chi candidare e di chi cacciare, siano arrivate dall'alto della collina di Sant'Ilario, a Genova, dove abita Grillo, compresa l'ultima che ha destituito l'aspirante sindaco pentastellato nella città della Lanterna. Altro che padre padrone, come sembra scoprire oggi Giuseppe Conte: il comico è sempre stato il padrone dei 5 stelle e anche se ha lasciato giocare l'avvocato del popolo, Giggino e gli altri, nessuno ha mai avuto dubbi su chi si riservasse l'ultima parola: io sono Grillo e voi non siete un c... Il povero Vito Crimi, assistente giudiziario presso la Corte d'Appello di Brescia elevato a sottosegretario, viceministro e perfino capo politico del movimento, lo sta scoprendo a proprie spese, perché nella guerra in atto fra il fondatore e lo scippatore, lui è il don Abbondio grillino il quale si sente dire che lo statuto studiato da Conte non s'ha da fare. Purtroppo per lui, per Crimi, la faccenda è ormai in mano agli azzeccagarbugli, con tanto di carte bollate. Certo, leggere che un comico spiega al giurista Conte come si interpreta la decisione del Garante della privacy o come si deve intendere uno statuto, è cosa che non ci aspettavamo. Ma del resto, più che a uno scontro politico, stiamo assistendo a uno spettacolo di varietà. Mancano solo Castellano e Pipolo e poi c'è tutto. Anche l'ex premier che recita la parte dello statista.
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)