2023-01-10
Benzina alle stelle come l’inflazione. Era prevedibile, evitateci le prediche
I politici europei e italiani erano consapevoli dei rischi cui andavamo incontro con le sanzioni a Mosca. Hanno preferito tacerli. Condannando le famiglie a fare i salti mortali. E pure la Bce ci ha messo del suo.Ovvio, sarebbe tutto più facile. Se dietro agli aumenti di prezzo dei carburanti ci fossero i soliti furbi, basterebbe infatti sguinzagliare gli uomini della Guardia di finanza in giro per l’Italia e avremmo risolto il problema. Purtroppo, temo che la soluzione non sia quella semplice prospettata da alcuni esponenti della maggioranza. Perché è vero che il mondo è pieno di approfittatori decisi a fare affari con qualsiasi mezzo, ma - ahinoi - nel rincaro di benzina e gasolio ci sono anche fattori strutturali, che i controlli delle fiamme gialle difficilmente riusciranno a eliminare.Per prima cosa, sarà meglio dire che se lo scorso anno per fare il pieno non abbiamo dovuto chiedere un prestito in banca, è perché il governo ci ha messo dei soldi. A Palazzo Chigi c’era Draghi, il quale per evitare che i prezzi andassero alle stelle nel corso del 2022, aveva speso parte delle risorse recuperate con l’extragettito, ovvero con la supertassa sui profitti delle aziende energetiche. Sempre Draghi, prima di fare le valigie, con la nota di aggiornamento del Def, a settembre, aveva però deciso di considerare questi ricavi non più come un’entrata straordinaria, ma come un normale incasso e dunque non più utilizzabile per finanziare gli sconti sulle accise. Risultato, com’era facilmente immaginabile, quei quasi 20 centesimi al litro che fino al 31 dicembre erano coperti dalla finanza pubblica, dal primo gennaio sono tornati a carico degli automobilisti, con ciò che ne consegue in termini di salasso per chi usa spesso la macchina. Certo, il nuovo governo avrebbe dovuto sapere che finite le vacanze di Natale sarebbe finito anche lo sconto, ma anche se qualcuno finge sorpresa, non essendoci soldi in cassa - visto che l’extragettito era già impiegato - per fermare gli aumenti non si poteva fare nulla. Per dire tutta la verità, e levarci l’illusione che bastino i controlli per far ritornare i prezzi del gasolio e della benzina sotto i 2 euro, sebbene le quotazioni del petrolio non siano variate sui mercati internazionali, va aggiunto che a influire sul listino c’è l’embargo del petrolio russo, che dal 5 febbraio farà mancare il 30 per cento del gasolio consumato. Siccome l’Opec, cioè il cartello dei produttori, non ha aumentato il numero di barili immessi sul mercato, per la legge della domanda e dell’offerta, presto mancherà il petrolio. Dunque, le sanzioni contro Mosca per la guerra in Ucraina continueranno almeno per tutto il 2023 a influenzare l’andamento dei prezzi e di certo non in senso favorevole ai consumatori.Detto questo, conviene prepararci agli effetti che tutto ciò produrrà. Nel 2022, tutti i Paesi europei hanno dovuto fare i conti con l’inflazione, che a livello Ue ha superato l’11 per cento, impattando soprattutto sulla spesa delle famiglie. Nell’ultimo trimestre tuttavia, in Italia e anche nel resto del continente si è registrato un miglioramento che ha fatto tirare un respiro di sollievo a molti. Purtroppo, la fine dell’intervento statale sulle accise, rischia di riportare in alto il carovita, perché se fare il pieno costa di più, tutti i prodotti trasportati su gomma rischiano di essere pagati di più. Non penso naturalmente a televisori, telefonini, mobili eccetera, cioè a quelli che vengono definiti beni durevoli, ma a tutto ciò che fa parte della spesa quotidiana di una famiglia: pasta, frutta, verdura, latte, carne, pesce e così via. In breve, se aumenterà il costo dei trasporti dei prodotti, crescerà la spesa domestica e l’impatto sui conti sarà più pesante per le famiglie con redditi bassi, cioè per quelle che con il magro stipendio non si comprano capi di lusso, ma il necessario per riempire il piatto ogni giorno.Inutile dire che quello che un tempo definivamo ceto medio ma oggi sarebbe più opportuno indicare come ceto medio-basso, sarà costretto a tirare ancora più la cinghia e questo non potrà che portare a un calo dei consumi. Vale a dire che le famiglie in difficoltà spenderanno meno per tutto ciò che riterranno non indispensabile e questo non farà altro che togliere ossigeno all’economia, perché il rincaro di benzina e gasolio non contribuirà soltanto a far salire l’inflazione, ma anche a fermare il Pil.So che le mie sono considerazioni banali, di economia spicciola, ma servono a spiegare che le misure prese a Bruxelles, con il tetto del gas e l’embargo del petrolio russo, producono effetti anche sui portafogli italiani. Così come l’aumento dei tassi d’interesse, per fermare l’inflazione che in gran parte è un effetto avverso del conflitto, contribuisce a complicare ancor più le cose se si deve pagare la rata del mutuo. Erano difficili da immaginare tutte queste conseguenze quando la Ue ha deciso di appoggiare Kiev contro Putin? No, si sapevano ed erano largamente previste. Ciò che nessuno poteva pensare è che né i vertici dell’Unione né quelli della Repubblica italiana tacessero i rischi a cui stavamo andando incontro, preferendo specializzarsi in prediche inutili.